Curiosità
Torino è stata fondata da un principe egiziano: mito o realtà?
I miti e le realtà sulla fondazione di Torino
Cosa sappiamo, davvero, della città di Torino? Le ipotesi sulle sue origini sono molte e, al momento, non possiamo fare altro che affidarci ai reperti storici che abbiamo a disposizione. Tuttavia, per conoscere la verità dobbiamo prendere in considerazione tutte le possibilità. Tra queste, non si possono dimenticare le leggende che, a volte, possono riportare anche una piccola parte di realtà. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di raccontarvi una storia insolita sulle origini della nostra città: la leggenda del principe egiziano che fondò Torino.
Il viaggio di Eridano
La storia inizia molto, molto tempo fa – più precisamente nel 1523 a.C. – quando un principe egiziano di nome Pa Rahotep (poi conosciuto con il nome di Eridano) si vide costretto ad abbandonare il suo Paese. Il motivo di tutto ciò erano i continui contrasti religiosi che continuava ad avere con la schiera sacerdotale. Questi ultimi, infatti, credevano nel dio Amon e non amavano particolarmente chi credeva nel culto nascente del dio Aton (il Sole). D’altro canto, il principe Pa Rahotep sembrava essere un grande sostenitore di tale culto. Al momento della partenza, probabilmente, non aveva idea di quanto potesse durare il suo viaggio ma oggi sappiamo che fu una gita interminabile: nella sua terra natale non riuscì mai più a tornare.
Come è nata la Liguria
La leggenda narra il lungo viaggio del principe che sarebbe passato per la Grecia e il Tirreno per poi approdare nella nostra meravigliosa Penisola. Ben presto prese dimora nei Paesi del nord – anche se non si conoscono totalmente i dettagli del luogo in cui arrivò inizialmente. Si sa solo che tempo dopo prese possedimento di una terra e gli avrebbe dato un nome in onore di suo figlio Ligurio. Nacque così la Liguria. La vicenda fu narrata da Emanuele Thesauro e riportata nel libro Historia della Augusta città di Torino, uscito nel 1679. Thesauro era uno storico della corte di Madama Reale Maria Cristina.
Il culto del dio Api
La leggenda continua e racconta di come Eridano raggiunse una pianura dove c’era una confluenza tra due fiumi che gli ricordavano il Nilo (forse stava parlando della Dora e il Po?). Qui fondò una città imponendo il culto – oltreché di Iside – del dio Api, il toro sacro. Lo stesso fiume che tanto adorava, tuttavia, lo uccise. Morì tragicamente durante una corsa di quadrighe, partendo dall’alto del Valentino, luogo dove sgorga la Fontana dei Dodici Mesi. Proprio per questo motivo il fiume Po venne chiamato Eridano, in onore del principe. Poi all’arrivo dei Celti – diversi secoli dopo – il suo nome divenne Padam (a causa della presenza di pioppi). Nome che poi si trasformò in Po.
Lo sapevi?
Nel 1898 fu costruita una grande vasca ovale, con allegorie in marmo dei dodici mesi dell’anno e delle quattro stagioni. Le imponenti statue raffiguravano i quattro fiumi (Po, Dora, Sangone e Stura). A quei tempi l’intento era quello di non far sfigurare Torino se confrontata a Roma.
Il nuovo Regno
«Questo principe egizio fondò quindi Eridania, primo nucleo di Torino, prendendo contatti con le popolazioni autoctone liguri e taurine, iniziando così un nuovo regno, detto “dei Fetontei”. Si racconta che il principe Phaéton cadde e morì realmente affogato nel fiume, dopo una gara di corsa a cavallo con le antiche bighe, in cui si dice che precipitasse insieme con i suoi cavalli all’altezza del parco del Valentino, dove ora troneggia la cosiddetta “Fontana dei mesi”».
(tratto da Torino. Storia e misteri di una provincia magica, di D. Tacchino, Edizioni Mediterranee).
E Iside, che fine ha fatto?
Se da un lato il dio Api impera ancora oggi nella città di Torino attraverso il simbolo del Toro, dall’altro il culto di Iside è pressoché scomparso con l’avvento del cristianesimo. Anche se, forse, il termine “scomparso” potrebbe non essere totalmente corretto considerando che la figura di Iside venne solamente trasformata nella Vergine Maria, ma tutte le sue caratteristiche sono rimaste inalterate nei millenni.
La nascita di Torino sul Theatrum Sabaudiae
In un’antica raccolta di tavole di proprietà dei Savoia, denominata Theatrum Sabaudiae, vi è la rappresentazione di un uomo incoronato e due putti alati che evidenziano un drappo. In questo vi è riportata la seguente frase:
Aegyptiorum rex eridanus
Eridani fluviorum regis
In ripa urbem aegyptio tauro cognomino
Inaugurat
Septe seculis ante romam condita
Ovvero
Il re egizio eridano
Inaugura
Sulle sponde del re dei fiumi, l’eridano
La città egizia chiamata “del toro”
Sette secoli prima della fondazione di Roma
Egitto, Torino e i Duca di Savoia
La storia di Eridano e Iside finì molto più tardi di quanto si possa immaginare. Ammesso che sia davvero conclusa. Spostiamoci nel tempo e andiamo nel 1593 d. C. momento in cui il duca di Savoia (Emanuele Filiberto) prese un’importante decisione: trasferire la capitale del regno sabaudo a Torino. Al suo fianco, il duca aveva un uomo particolarmente erudito: il barone Filiberto Pingone. Pare che lui avesse un compito molto importante: trasmettere la fama e le conquiste della dinastia dei Savoia. Per questo, tra le altre cose, gli fu chiesto di scrivere l’intera storia della città di Torino, in modo da rendere più nobile la città e, quindi, giustificare la sua decisione.
La nascita delle leggende
Secondo alcune teorie, quindi, l’origine Egizia di Torino sarebbe stata abilmente plasmata – e studiata a tavolino – dallo stesso Pingone. L’opera in questione fu denominata Augusta Taurinorum. In questa si evidenziavano fatti avvenuti nel 1529 a.C. e colonie Liguri inviate da Eridano o Fetonte. Anche per questo motivo, alcuni culti si fecero sempre più manifesti e Iside venne, di fatto, la sacra protettrice di Torino. Allo stesso modo, l’emblema di Torino divenne per sempre il dio Api (il toro).
Mark2000
1 Marzo 2019 at 11:29
No, non lo sapevo 🙂