Curiosità
Le streghe nel torinese: leggende e realtà delle Masche
Le cosiddette Masche, o streghe, sono oggetto di numerosi racconti, leggende e… verità
In tutto il Piemonte si è parlato per secoli delle Masche, o streghe, che vivevano nelle campagne ed esercitavano le loro arti, considerate “magiche”. Ma ci sono delle zone della regione in cui le Masche pare fossero più diffuse e attive: quella del canavese, del cuneese e anche la provincia di Torino. Ma cosa c’è di vero dietro a questo mito?
Chi sono le Masche?
Come accennato, con il termine “Masca” si intendeva indicare una donna che praticava le arti magiche: in sostanza, una strega. Nell’Editto di Rotari del 643 d.C. si trova per la prima volta il termine “Masca” equiparato al termine di strega. Nell’Editto è scritto: “strigam, quam dicunt Mascam”, che tradotto significa più o meno “strega, che chiamano Masca”. Nella tradizione popolare, la figura della strega è associata a una donna, in genere vecchia e brutta. Una persona capace anzitutto di operare con la magia, fare sortilegi (spesso malvagi) e ogni sorta di maleficio.
La realtà
Anche se è indubbio che, come è sempre stato, vi fossero donne (ma anche uomini) che giocavano con la magia e facessero fatture e malefici, molte di queste donne etichettate come streghe, in realtà spesso erano fini conoscitrici delle erbe e delle piante officinali che usavano per, invece, guarire le persone. Tuttavia, specie nel Medioevo, quando imperava la Santa Inquisizione moltissime donne innocenti sono stata immolate sul rogo accusate di praticare l’eresia, o la stregoneria, per conto del Diavolo.
Il paese delle streghe
C’è un paese nel Canavese che è da sempre considerato il paese delle streghe. È Levone che, con il suo Ricetto è divenuto tristemente famoso per la persecuzione e l’uccisione di molte donne, accusate nei processi per stregoneria di essere delle Masche o, appunto, streghe. La credenza dell’esistenza del diavolo ha favorito allora la diffusione incontrollata di questi processi, che hanno portato al rogo – senza possibilità di appello o scampo – centinaia di donne accusate di stregoneria, insieme a chiunque fosse ritenuto “complice” di esse.
La multa che nessuna poteva pagare
Si narra che nel 1422 furono emessi gli Statuti di San Giorgio, che imponevano il pagamento di una multa di 50 lire le donne accusate di essere delle streghe nel Canavese. Se l’accusata non fosse stata in grado di pagare, allora lo avrebbe aspettato il rogo. Come si può ben comprendere, le misere condizioni di vita del popolo nella maggioranza dei casi non permettevano di poter pagare la multa… Per la chiusura dei processi per stregoneria bisognerà attendere la metà del Settecento. Ma nel frattempo sono state molte, troppe, le donne uccise.
La “vera” strega
Nella tradizione popolare, la vera Masca è una donna che vive sola, lontano dagli altri membri della comunità. La Masca è quella in grado di fare la cosiddetta “fisica”, ossia esercitare la magia. La Masca “cattiva” è quella che può fare malefici, fare del male a uomini e animali, può far ammalare e rapire i bambini. In sostanza, una strega per antonomasia. L’azione di una Masca su una persona o animale è detto “ammascamento”, un po’ come dire una fattura o malocchio. Come per questi ultimi, l’ammascamento deve esser tolto per mezzo di particolari riti. Nell’immaginazione più fervida, la Masca può addirittura trasformarsi in un animale. Anche lei possiede degli oggetti magici: a parte la classica scopa, non ha la tipica bacchetta, ma un “Libro del comando” oppure un gomitolo o un mestolo. A dispetto della leggenda, le Masche spesso sono giovani e, magari, anche belle. Ne avete mai incontrata una?
Dodina
25 Aprile 2020 at 18:43
Veramente le Masche la bacchetta magica l’avevano e l’hanno eccome.