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Gite fuoriporta: Slow Fish 2019: scopriamo il mare, le sue bellezze e prelibatezze
Il mare: bene comune: torna a Genova dal 9 al 12 maggio l’evento internazionale di Slow Food
Il mare: bene comune è il tema della nona edizione di Slow Fish, a Genova da giovedì 9 a domenica 12 maggio. L’evento internazionale dedicato al pesce e alle risorse del mare è organizzato da Slow Food e Regione Liguria con il patrocinio del Comune di Genova e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il sostegno della Camera di Commercio di Genova e la partecipazione del Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo.
L’evento Slow Fish
La manifestazione si svolge tra Porto Antico e piazza Caricamento, nel cuore marinaro di Genova. Una città e un territorio che oggi più che mai Slow Fish vuole promuovere e rendere protagonisti, grazie anche all’intesa con il Comune di Genova e la Camera di Commercio di Genova. Il mare è fonte di cibo e risorse naturali, regala bellezza, costituisce una via di trasporto e una fonte di energia, immagazzina CO2 e restituisce ossigeno, offre a molti opportunità di lavoro e benessere. Purtroppo, però le cronache degli ultimi decenni parlano sempre più spesso di un atteggiamento irresponsabile nei suoi confronti. Ma se è vero che il mare è un bene comune, e non solo delle moltissime persone che vi dipendono direttamente per la propria sussistenza, allora è necessario cambiare rotta.
Riflettori puntati sui protagonisti
Slow Fish 2019 accende i riflettori su chi – pescatori, cuochi, artigiani, ricercatori e aziende – sia in Italia che all’estero sta già lavorando a una gestione attenta di questa risorsa globale ed essenziale, determinante per garantire a noi e alle prossime generazioni la vita sul pianeta Terra. Ed è nella Slow Fish Arena, grande novità di quest’edizione, che i protagonisti si raccontano in un dialogo aperto e dinamico con i visitatori del Porto Antico di Genova presentando le loro buone pratiche: piccoli gesti e grandi progetti che possiamo attuare ogni giorno per accrescere la nostra consapevolezza e tutelare il mare bene comune. Tra i grandi temi che la manifestazione affronta insieme alle decine di delegati provenienti da tutto il mondo, l’acuirsi dei cambiamenti climatici e i suoi effetti sul mare, il più importante regolatore termico; l’inquinamento da plastiche, microplastiche e sostanze chimiche di ogni genere; i danni causati dalle attività umane alle zone costiere e agli habitat naturali; la pesca indiscriminata che ha reso alcune specie gravemente minacciate o estinte; il ruolo delle donne nella pesca, bene primario delle comunità; le esperienze di gestione condivisa delle risorse del mare che hanno al centro il fattore umano.
I grandi appuntamenti a tavola
Tornano gli immancabili Appuntamenti a tavola, cene create da chef italiani e internazionali nei locali di Eataly Genova, e i Laboratori del Gusto, per conoscere e approfondire temi e prodotti stimolando i sensi e per ascoltare le storie di chi quei prodotti li ha realizzati. Casa Slow Food ospita anche le Scuole di Cucina con i cuochi dell’Alleanza Slow Food, molti appuntamenti per scuole e famiglie per il gusto di saperne sempre di più sul mondo marino, e Fish ‘n Tips, un percorso interattivo per scoprire i segreti del mare. Oltre ai produttori che propongono pesce fresco e conservato, sali e spezie, oli extravergini e conserve, il Mercato si anima anche con una vera e propria Cucina, dove ogni giorno si possono gustare preparazioni veloci e diverse, scoprendone la storia e le peculiarità in compagnia di una buona birra. Mentre la Piazza delle Feste rimane il fulcro della manifestazione con la Fucina Pizza & Pane in cui assaggiare le specialità sfornate da panettieri, pizzaioli e pasticcieri da tutta la penisola, a cui abbinare un calice dell’Enoteca o una preparazione proposta dai Maestri del cocktail. La Piazzetta LaMiaLiguria, animata da Regione Liguria, celebra le ricchezze regionali con laboratori, appuntamenti e degustazioni. E non sarebbe Slow Fish senza le Cucine di strada, i Food truck e la Piazza della birra. Insomma, sembra non manchi proprio nulla, vi aspettiamo a Genova!
Reso possibile da…
Slow Fish è possibile grazie al supporto di un’altra rete, quella formata dalle numerose realtà che credono nel progetto. Tra queste citiamo gli Official partner: Agugiaro&Figna Molini, BBBell, Iren, Pastificio di Martino, Quality Beer Academy, Unicredit. Slow Fish è un evento a ingresso libero, buon divertimento. Il programma completo è disponibile su www.slowfood.it.
Il mare: bene (davvero) comune?
Partiamo da qualche numero: stando al rapporto della Fao The State of World Fisheries and Aquaculture 2018 (SOFIA), sono 60 milioni le persone che nel mondo lavorano nel settore della pesca e dell’acquacoltura, mentre si stima siano 17.000 le specie che compongono la biodiversità marina del mar Mediterraneo. Basterebbero questi dati a far capire come il mare sia davvero uno dei nostri principali beni comuni. Spesso però non ci rendiamo conto della sua importanza, considerandolo una ricchezza scontata che continuerà a fornirci cibo, ossigeno e vita. Il mare: bene comune vuol dire proprio questo, che è arrivato il momento in cui ognuno di noi deve agire per tutelarlo a favore delle generazioni future. Un esempio su tutti è il lavoro fatto da Slow Food e da altre organizzazioni per far sì che l’Unione Europea mettesse al bando la pesca elettrica a partire dal 2021. A Genova Slow Food ha invitato scienziati, pescatori, cuochi, rappresentanti delle istituzioni e delegati della rete di Terra Madre per presentare proposte ed esperienze da conoscere e fare proprie. Eccone alcune tra i temi principali della manifestazione.
Le microplastiche
Si stima che dagli anni Cinquanta a oggi si siano prodotti 8,3 miliardi di tonnellate di plastica, di cui 6,3 miliardi sono diventati rifiuti. Nel 2050 negli oceani ci saranno, in peso, più rifiuti plastici che pesci. Già nel 2011 la sesta edizione di Slow Fish lanciava un allarme all’opinione pubblica italiana, denunciando la problematica delle grandi isole di plastica; oggi tutti noi siamo consapevoli della possibile presenza di microplastiche nei cibi che portiamo in tavola. Sappiamo anche come il 95% della plastica si trovi sui fondali marini, mentre solo il restante 5% galleggi in superficie. Durante l’ultimo congresso internazionale di Slow Food del 2017 a Chengdu, Cina, Slow Food si è impegnata ad attribuire un valore alla plastica invitando a non considerarla un mero prodotto di scarto, reintroducendola nel ciclo economico e sostenendo politiche a favore della ricerca e del riciclo.
Ridurre l’impatto
A Slow Fish per: partecipare agli incontri nella Slow Fish Arena e scoprire ciò che chef, aziende virtuose e noi consumatori possiamo fare ogni giorno per ridurre l’impatto. Un esempio simbolico è il progetto PlasticLess di Lifegate, volto a ridurre e raccogliere le microplastiche nei mari; approfondire le ricerche di Silvio Greco, presidente del Comitato scientifico di Slow Fish, illustrate nel libro Un’onda di plastica; ascoltare insieme le soluzioni proposte dalla rete di Terra Madre; toccare con mano le alternative per gli usi quotidiani in cucina.
Sovrapesca
Sempre nel rapporto SOFIA dedicato alla condizione della pesca e dell’acquacoltura nel mondo, la Fao sostiene che il 33.1% delle specie sono pescate al di là del loro limite biologico sostenibile, una situazione definita preoccupante. Questo perché da un lato la pesca è diventata una vera e propria industria, che va a minare la sopravvivenza delle specie più facili da commercializzare, e dall’altro non viene presa alcuna precauzione rispetto alle taglie minime dei pesci da catturare.
Incontrare i pescatori
A Slow Fish per: incontrare pescatori che rispettano il mare e i suoi abitanti, come per esempio quelli del Presidio della Tonnarella di Camogli, in Liguria. Questo sistema di pesca, infatti, prevede reti in fibra vegetale con maglie molto larghe, che permettono il passaggio dei pesci più piccoli; partecipare alle attività dedicate a scuole e famiglie per imparare a scegliere al banco del mercato con i consigli del pescivendolo Beppe Gallina.
Cambiamento climatico
Gli oceani producono oltre la metà dell’ossigeno disponibile sulla Terra, assorbendo circa il 30% dell’anidride carbonica rilasciata annualmente nell’atmosfera e formando così l’acido carbonico. Questo è il processo noto come acidificazione degli oceani, che sta diventando sempre più evidente man mano che la quantità di CO2 aumenta nell’atmosfera, cambiando così la chimica degli oceani e mettendo in pericolo molti organismi tra cui il fitoplancton, che produce buona parte dell’ossigeno che respiriamo. E poi c’è il problema delle specie aliene, che migrano dal proprio ambiente marino a causa delle condizioni climatiche divenute poco vivibili, minacciando l’equilibrio dell’ecosistema in cui approdano.
Conoscere le storie
A Slow Fish per: conoscere le storie di chi ha trasformato questa minaccia in una proficua risorsa, come i delegati turchi della Baia di Gökova che organizzano un festival gastronomico dedicato alle specie invasive che hanno portato in cinque anni un aumento del reddito delle cooperative di pescatori di quasi il 200%.
Tonno rosso
Il tonno rosso è pescato più rapidamente di quanto si riproduca e la pesca intensiva dei decenni scorsi ha causato danni gravissimi, portando gli stock di questa specie a livelli bassissimi. Le autorità internazionali hanno allora applicato un sistema di quote molto rigido che ha funzionato: la popolazione cresce, e gli stock si stanno riprendendo. Purtroppo, proprio lo scorso autunno l’ICCAT ha approvato un aumento a livello mondiale del 20% delle quote di pesca che mette a rischio i pesci più piccoli. Inoltre, il timore è che a beneficiarne sia sempre la pesca industriale che non solo saccheggia il mare, ma minaccia anche la sopravvivenza delle comunità che vivono di pesca.
Non i “soliti noti”
A Slow Fish per: imparare che non ci sono sempre e solo i soliti noti (tonno, salmone, gamberi) insieme a Caroline Rye, cuoca dell’Alleanza scozzese e storyteller, che nelle pagine del suo blog The Urban Fishwife racconta, settimana dopo settimana, come preparare 52 diverse specie di pesce. Una vera e propria sfida alla fantasia da assaggiare in una delle Scuole di Cucina in programma.
Acquacoltura
Il 43% dei prodotti ittici consumati nel mondo non è pescato ma proviene da allevamenti. Fondamentale quindi chiedersi da che tipo di allevamenti. Slow Food difende l’acquacoltura estensiva, basata sull’uso delle risorse naturali, praticata nelle lagune o nei laghi costieri, dove il pesce cresce senza alcun apporto nutritivo da parte dell’uomo. Un tipo di allevamento quindi che predilige pesci erbivori o bivalvi, che non hanno bisogno di alcun tipo di mangime. Fondamentale anche garantire il benessere animale delle specie allevate, con basse densità di allevamento e una gestione degli impianti che minimizzi i reflui inquinanti.
I laboratori del gusto
A Slow Fish per: partecipare a uno dei tanti Laboratori del Gusto, come quello dedicato ai muscoli del Golfo dei poeti ligure dove gli agricoltori del mare sono riuniti in una cooperativa che attualmente conta 86 soci, eredi di tradizioni passate di padre in figlio per intere generazioni.
Solo buone notizie
Nella Slow Fish Arena le buone pratiche di chi lavora tutelando il mare per imparare a proteggerlo tutti i giorni a casa nostra Spettacoli e laboratori per ragazzi e famiglie sull’importanza del corretto riciclo; incontri con i pescatori che in ogni angolo del mondo conservano e tramandano le antiche tecniche di pesca tradizionali; o con i cuochi che, arricchendo di gusto e conoscenza il piatto dei loro avventori, promuovono un consumo di pesce più vario scegliendo tra le specie meno diffuse; e poi le aziende che stanno già disegnando un futuro più “a misura di mare” e di ambiente.
L’arena di Slow Fish
È la Slow Fish Arena, luogo in cui i protagonisti di Slow
Fish si raccontano in un dialogo aperto e dinamico con i visitatori del Porto
Antico di Genova, presentando le loro buone pratiche: piccoli gesti e grandi
progetti che possiamo attuare ogni giorno per accrescere la nostra
consapevolezza e tutelare il mare bene comune.
Nel programma della Slow Fish Arena ognuno può trovare l’appuntamento che
risponde alle proprie curiosità, per capire come semplici accorgimenti quotidiani
possano contribuire a migliorare la salute del nostro pianeta, in un ciclo che
può diventare virtuoso, dalla cucina di casa nostra al benessere di tutti gli
abitanti del mare. Ed è qui che i ragazzi delle scuole e le famiglie in visita
possono partecipare ad Ambarabà Riciclocò per conoscere il ciclo di vita, dalla
fusione alla corretta raccolta differenziata, dei personaggi proposti da
Ricrea, il Consorzio per il riciclo dell’acciaio: scatolette di acciughe,
barattoli per il pomodoro, latte di olio e tappi di bottiglie diventano così protagonisti
degli spettacoli affinché il loro racconto non si disperda mai, proprio come l’acciaio,
infinitamente riciclabile e riutilizzabile.
Nella Slow Fish Arena i visitatori possono fare due chiacchiere con le “eredi
delle sirene” della Corea del Sud, donne che per pescare esplorano le
profondità marine immergendosi fino a 15-20 metri e restando in apnea per oltre
due minuti, o con la forager sudafricana Loubie Rusch che lavora a stretto
contatto con le comunità di pescatori locali.
Non solo pescatori e cuochi
A Slow Fish non ci sono solo pescatori e cuochi, ma anche food blogger come Caroline Rye (Regno Unito) e fotografi, come la danese Marielle Kleinlandshorst, che al centro dei loro progetti pongono il tema del pesce sostenibile e delle comunità dei pescatori artigianali. E infine nella Slow Fish Arena tutti noi possiamo conoscere da vicino i progetti di chi si impegna nella lotta contro le plastiche in mare e in cucina, vedere anche come molte buone pratiche hanno un importante valore sociale e ascoltare le imprese di tanti testimonial ambientali. Un esempio su tutti è la presentazione di Immondezza, il documentario con cui il regista Mimmo Calopresti ha raccontato l’impresa di Roberto Cavallo Keep Clean and Run. A raccontare questa esperienza, insieme ai due protagonisti, il procuratore generale di Reggio Calabria Bernardo Petralia.
A Slow Fish assaggiando s’impara
La manifestazione genovese, si sa, è sempre un’ottima occasione per gustare specialità di tutto il mondo, ascoltando le storie di cuochi e osti dai cinque continenti. Pronti a farvi venire l’acquolina in bocca? Cominciamo dagli appuntamenti imperdibili degli eventi della Chiocciola: ogni pomeriggio a Casa Slow Food, nello spazio della Cucina dell’Alleanza, tornano i Laboratori del Gusto, per conoscere e approfondire temi e prodotti stimolando i sensi e per ascoltare le storie di chi quei prodotti li ha realizzati. Un assaggio? Sabato 11 pronti a scoprire il Presidio Slow Food della sardina essiccata tradizionale del Lago d’Iseo, pesce tipico della cucina povera lombarda solitamente accompagnato dalla polenta, che per l’occasione viene interpretato in maniera più innovativa. Sempre nello stesso spazio ecco a voi le Scuole di Cucina, in cui si alternano i cuochi della rete dell’Alleanza Slow Food con i loro piatti più rappresentativi, utilizzando Presìdi Slow Food o prodotti dell’Arca del Gusto, accompagnati dal pescato del loro territorio. Per esempio, giovedì 9 Namo Ristobottega di Tarquinia (Vt) propone gustosi abbinamenti di pesce e legumi: che ne dite della lampuga affumicata con i fagioli del purgatorio?
Gli altri appuntamenti a tavola
Gli Appuntamenti a Tavola raddoppiano da Eataly Genova
animando sia il ristorante Il Marin che il nuovissimo bistrot Ancioa. Qualche
nome? Per l’anteprima dell’evento, mercoledì 8 maggio, attracca a Slow Fish
Pino Cuttaia, doppia stella alla Madia di Licata (Ag), che riporta nei piatti
il gusto domestico, la poesia dei sapori perduti, l’emozione dei ricordi. Tra i
suoi piatti simbolo, il “quadro di alici”, dove i filetti di pesce azzurro compongono
una sinfonia perfetta insieme al carbone nero di seppia, la maionese di bottarga,
l’acqua di mare. Nel suo appuntamento, Il mare è il mio orto, porta in tavola temi
come la stagionalità e i corretti tempi di crescita delle diverse specie. Cena
a quattro mani per due cuochi dell’Alleanza Slow Food internazionale: dal
Messico Karla Enciso porta i sapori della cucina maya, forte del suo impegno
ambientale e sociale nei confronti delle comunità di quei territori.
Dall’Ecuador Daniel Maldonado offre un saggio della ricchissima biodiversità
del suo Paese e della propria esperienza gastronomica, maturata sul campo
fianco a fianco con i produttori. E poi ancora i manicaretti di Gennaro d’Ignazio
della Vecchia Marina di Roseto degli Abruzzi, l’immancabile Vittorio Fusari del
Balzer di Bergamo accompagnato dal pescatore Andrea Soardi e lo stellato
Gianfranco Pascucci, chef del ristorante Al Porticciolo di Fiumicino (Roma).
Si assaggia anche alla Cucina del Mercato, dove ogni giorno si possono gustare preparazioni
veloci e diverse, scoprendone la storia e le peculiarità in compagnia di un buon
boccale di birra tra le tante proposte di Quality Beer Academy. La serata si
conclude in compagnia con la zuppa di pesce preparata con il pescato invenduto
all’Asta del pesce (tutti i pomeriggi alle 17,30), per capire insieme che i
piatti più gustosi sono spesso preparati con le specie meno ambite.
Arriva l’arte bianca
Tutto il mondo dell’arte bianca arriva a Genova alla Piazza delle Feste in uno spazio coordinato da Agugiaro&Figna Molini: la Fucina Pizza & Pane, un ricco programma di appuntamenti per confrontarsi sul connubio tra farine, grani e processi di lievitazione e maturazione… con un tassello in più: il legame con il mare! Il tutto accompagnato da un calice scelto nella vicina Enoteca o da una preparazione proposta dai Maestri del cocktail. Gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche vi aspettano con gli immancabili Aperitivi con il produttore, per il gusto di saperne sempre di più assaggiando prodotti locali e spesso tutti da scoprire. Da non perdere gli appuntamenti e i laboratori proposti nella Piazzetta LaMiaLiguria animata dalla Regione Liguria, dove assaggiare le specie locali, i piatti proposti dagli ittiturismi e dai Consorzi di Tutela regionali.
Street Food
Immancabili anche le Cucine di strada e i Food truck, che tornano ad animare l’evento con preparazioni veloci, che raccontano una parte importante delle cucine regionali italiane dedicate al pescato locale. La Piazza della birra vi aspetta con le specialità regionali per brindare con il meglio della produzione brassicola italiana.
Slow Fish con i compagni di banco e in famiglia
Perché dovremmo preferire le acciughe o le cozze al tonno e
al salmone? È vero che anche i pesci hanno la propria stagionalità? Ci sono
pesci più sani e gustosi per la nostra dieta? Come lavorano i pescatori: a che
ora si alzano, che difficoltà incontrano, che attrezzi utilizzano? E, ancora,
cosa possiamo fare per contribuire a risolvere i grandi problemi del mare come
le acque inquinate e le isole di plastica? Come da tradizione sono molti gli
appuntamenti pensati per rispondere alle tante domande sul mondo del mare e
dedicati alle scolaresche e alle famiglie in visita. Iniziamo il giovedì e il
venerdì mattina nello spazio della Cucina dell’Alleanza, dove gli alunni delle
scuole sono invitati agli Incontri con il mestiere, per capire insieme, ad esempio,
cos’hanno in comune il tramaglio e il mestolo. E se da un lato i pescatori svelano
tutti i retroscena del loro preziosissimo mestiere, dall’altra si alza il
sipario sul ruolo del cuoco-scrittore: aspiranti chef e storyteller siate
pronti con taccuini alla mano per annotarvi i consigli di Caroline Rye, la
foodblogger del mare che ogni settimana sul suo sito presenta una specie
diversa?
Il sabato e la domenica, sempre nel medesimo spazio, pronti a imparare e
assaggiare insieme. Famiglie e bambini sono invitati al banco del pesce, per
scoprire con un pescivendolo e una dietista quali pesci prendere e come
cucinarli. Ma non finisce qui! Tra un appuntamento e l’altro non perdetevi il
percorso interattivo Fish ‘n Tips nella Casa Slow Food, per arricchirvi di
tante informazioni preziose sulla biodiversità marina, sulle nostre scelte
alimentari, sull’effetto dei cambiamenti climatici sulle acque di mari e
oceani. Mentre nella Slow Fish Arena pronti a incontrare narratori, illustratori
e artisti che invitano il pubblico di grandi e piccini a scoprire tutto il bene
che possiamo fare all’ambiente in appuntamenti che mescolano linguaggi
molteplici.
Pescatori nella rete
Come ogni due anni la rete internazionale Slow Fish si dà appuntamento a Genova per parlare di politiche della pesca, donne e pesca, specie aliene e tanto altro ancora. Vengono dalle vicine coste del Mediterraneo, dall’America Latina, dalla Russia e dalla Corea del Sud, sono statunitensi, olandesi, turchi e sudafricani. Sono pescatori e rappresentanti delle associazioni di categoria e delle amministrazioni locali, ricercatori e cuochi, esperti e divulgatori, insomma gli stakeholder del mare. Si ritrovano a Genova ogni due anni durante Slow Fish, chi per la prima volta e chi come un appuntamento immancabile che restituisce il senso del proprio impegno verso il mare. Il pubblico del Porto Antico può ascoltare i loro racconti nei talk alla Slow Fish Arena o degustare le specialità della tradizione nei Laboratori del Gusto e nelle Scuole di Cucina.
Discutere insieme
Ma i delegati vengono a Genova soprattutto per incontrarsi e
discutere i temi su cui stanno lavorando con buoni risultati o che li
preoccupano, disegnando un lungo ideale percorso di approfondimento e
aggiornamento da un’edizione all’altra dell’evento. Tra i temi che anche
quest’anno sono al centro dei Forum a loro dedicati e ospitati all’interno di
Casa Slow Food, citiamo la discussione sulla blue growth, la strategia dell’Unione
Europea dedicata allo sviluppo sostenibile in ambito marittimo, che dovrebbe
mettere al centro il fattore umano e le comunità costiere; la creazione di
sistemi di cogestione delle risorse del mare che coinvolgano pescatori,
amministrazioni locali e società civile; il ruolo delle donne nella pesca, come
fattore di equità e sostenibilità sociale; le specie invasive che possono
rivelarsi una risorsa e non solo un danno. Ed è proprio questo l’esempio che
raccontano i turchi Funda Kök Filiz e Fatma Esra Kartal che nella Baia di
Gökova organizzano un festival gastronomico dedicato alle specie aliene, quelle
che a causa dei cambiamenti climatici si sono spostate in nuovi mari alla
ricerca di un ambiente più confortevole, alterando però l’equilibrio della
catena alimentare in cui si inseriscono. In questa zona della Turchia infatti
la richiesta di nuovi pesci è cresciuta del 400% tra il 2010 e il 2015, il loro
prezzo è aumentato di almeno il 20% e i guadagni delle cooperative di pescatori
di quasi il 200%. In Tunisia invece a sviluppare la filiera sostenibile della
piccola pesca artigianale c’è il Club Bleu Artisanal, una comunità di pescatori
che insieme ai ristoranti della zona organizza attività di educazione al gusto
e alla scelta consapevole. Tra i fautori di questa bella e importante
iniziativa, a Slow Fish incontriamo Yassine Skandrine, rappresentante della
piccola pesca locale, che ci racconta la sua visione olistica del rapporto tra
pescatori e risorse, pesca artigianale e acquacoltura, e delle azioni dell’uomo
sulla terra e in mare. Gli fa eco Antonio García-Allut, presidente della
Fondazione Lonxanet, che in Spagna ha attivato le energie per riunire un gruppo
di cuochi che sostengono quei pescatori che attuano una gestione attenta delle
risorse ittiche. Con Restauramar i cuochi aderiscono a un vero e proprio codice
etico e si impegnano a inserire nei loro menù il maggior numero possibile di
esemplari provenienti dalla filiera.
Dalla Colombia arrivano Camila Zambrano e Octavio Perlaza Guerrero,
rappresentanti della Ong Fondo Acción e del progetto Slow Fish Caribe, che
riunisce organizzazioni di pescatori e reti impegnate nello sviluppo di sistemi
agricoli sostenibili per migliorare la qualità della vita delle piccole
comunità costiere e la condizione delle donne pescatrici.
Genova si prepara ad accogliere la rete di Terra Madre in occasione di Slow Fish
Slow Food rinnova l’invito a ospitare 100 delegati da tutto
il mondo Domenico Chionetti è uno dei coordinatori della Comunità San Benedetto
al Porto, che a Genova due anni fa ha aperto le porte a Lidér Gòngora Farìas ed
Estéban Tapia, pescatore e cuoco arrivati a Genova dall’Ecuador. «Insieme
abbiamo scoperto la loro realtà, i problemi con cui si confrontano ogni giorno,
discusso della situazione politica ed economica del Paese e toccato con mano la
passione con cui cercano di difendere il loro territorio» racconta Domenico.
«Un’esperienza entusiasmante dal punto di vista umano e culturale, che
consigliamo davvero a tutti». Molte e positive le testimonianze di chi, ormai
da anni, aspetta che Slow Fish torni a Genova per ospitare i delegati della
rete di pescatori, cuochi, ricercatori e attivisti in arrivo dai cinque
continenti per animare la manifestazione di Slow Food e Regione Liguria. Amicizie
che si rinsaldano, contatti che si ritrovano e nuove mani che si stringono. Si tratta
di soggetti legati al mondo della piccola pesca artigianale e sostenibile, che quest’anno
arrivano a Genova da Marocco, Turchia, Giappone, Spagna, Colombia, Francia, Tunisia
(e altri Paesi) per condividere il loro bagaglio di esperienze. «Nel 2017
abbiamo avuto la fortuna di ospitare due pescatori finlandesi con cui è nato
uno splendido legame» racconta Chiara Meta, che da anni accoglie con entusiasmo
i delegati internazionali. «Quest’estate ci siamo rivisti e siamo sempre in
contatto. Questi incontri portano una ventata di aria fresca, ricaricano le
batterie e sono un modo unico per conoscere mondi diversi pur restando a casa
propria: è un’esperienza davvero alla portata di ogni famiglia. C’è così tanto
da imparare da queste persone che vivono in modo così diverso dal nostro»,
aggiunge. «E poi sono sempre così disponibili, aperti e curiosi di conoscere la
cultura italiana. Insomma, un’esperienza che non voglio perdere!».
«Anche quest’anno, in vista di Slow Fish, chiediamo ai genovesi di rinnovare la
loro generosità e lo spirito di accoglienza che li contraddistingue,
manifestando l’interesse ad aprire le porte di casa loro», racconta Marco
Mattis, referente del progetto ospitalità di Slow Food. «Vi assicuriamo che
saranno momenti indimenticabili!». Tra i molti delegati in arrivo a Genova,
Fatima Atnane e Latifah Dibe, originarie di Aglou, un piccolo villaggio di mare
nel sud-est del Marocco. Qui, insieme a una ventina di pescatori artigianali e
nove cuochi, hanno deciso di mobilitarsi per far conoscere la ricchezza di
questi mari e sensibilizzare sull’importanza delle pratiche di pesca
tradizionali, rispettose del mare e del lavoro delle comunità locali.
Il Festival dei molluschi e della pesca artigianale
Dal 2012 questi protagonisti del mare hanno unito le forze per creare un’associazione e organizzare un festival dei molluschi e della pesca artigianale, occasione annuale per unire buona cucina, convivialità e momenti di approfondimento sui problemi del mare e della pesca sconsiderata. Per ospitare un delegato è sufficiente compilare questo form (http://bit.ly/2Tg7QFo) e dare la propria disponibilità. Per maggiori informazioni scrivere a ospitalita@slowfood.it o telefonare al 342 1608043. Tutte le info su www.slowfish.slowfood.it/progetto-ospitalita.
Le buone pratiche a tutela del mare cominciano da Slow Fish 2019
Slow Fish è un evento dalla gestione complessa in quanto
prevede l’arrivo e la permanenza a Genova di delegati della rete di Slow Fish
ed espositori del Mercato provenienti da tutto il mondo, l’impiego di materiali
di allestimento e di prodotti alimentari che necessitano di particolari
accortezze, sia per il trattamento in sicurezza sia per la gestione dei
rifiuti. E questi sono solo alcuni degli elementi che hanno stimolato Slow Food
a ricercare e sperimentare soluzioni per ridurre l’impatto ambientale delle
manifestazioni che organizza.
Ecco le soluzioni applicate a Slow Fish 2019:
Eco-materiali per l’allestimento. Da un disastro ambientale causato dai
cambiamenti climatici a un’opportunità di utilizzo e di sensibilizzazione. Tra
i materiali utilizzati per gli allestimenti di Casa Slow Food, della Slow Fish
Arena e delle bancarelle del Mercato di Slow Fish c’è il legname proveniente dalle
foreste dolomitiche di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige
devastate lo scorso ottobre dalla tempesta Vaia. A fine inverno è infatti
cominciata l’attività di recupero di lotti dai boschi certificati dalla filiera
solidale Pefc e devastati dalla tempesta con cui Palm ha realizzato i suoi
Greenpallet®. Questo legname rovinato, seppur di qualità, se non riutilizzato
nella filiera gestita da Palm sarebbe diventato un rifiuto.
Il legno è protagonista anche nella Piazza delle Feste con il progetto Moneta
Pulita: infatti per la degustazione dei calici dell’Enoteca tornano a Genova le
fiches realizzate in legno che avevano debuttato a Slow Fish 2017 e che sono
state riutilizzate anche a Cheese a settembre 2017 e a Terra Madre Salone del
Gusto a settembre 2018. Le fiches hanno sostituito i ticket di carta e sono
certificate Pefc Italia. Per gli acquisti di pesce fresco al Mercato, ad
esempio durante l’Asta del pesce, sono a disposizione i sacchetti Pool Pack, realizzati
con carta, plastica e inchiostri biodegradabili e compostabili.
Noi differenziamo, e tu?
Slow Fish promuove la raccolta differenziata grazie al lavoro e alla collaborazione con Amiu Genova, Azienda Multiservizi e d’Igiene Urbana. Durante l’evento viene effettuata la raccolta integrale di tutti i tipi di rifiuti secondo uno schema suddiviso su tre livelli: le isole di raccolta a uso dei visitatori; il sistema “banco a banco” con il quale si prelevano i rifiuti già differenziati dai singoli espositori all’interno dei propri spazi; la raccolta di materiale per lo più organico nelle cucine in cui vengono preparati i piatti in degustazione. Le frazioni vengono poi trasferite agli impianti di riciclaggio. La presenza dei volontari di cooperative e associazioni locali coordinati da Amiu presso le isole di raccolta è un valore aggiunto che consente, oltre a controllare il flusso dei rifiuti e il loro corretto conferimento, di trasmettere ai visitatori i valori e le conoscenze sulla raccolta differenziata. Anche l’olio esausto viene recuperato: Slow Food ha scelto di affidarsi a una rete locale di raccolta olio alimentare, tramite l’azienda AL.SO, proprio per rafforzare il legame dell’evento con il territorio del quale è ospite, ma soprattutto per fare in modo che l’olio venga riutilizzato. A Slow Fish 2017 ad esempio AL.SO ha raccolto 1065 Kg di olio esausto, lavorato e inviato alla produzione di biocarburante, permettendo di ottenere un quantitativo pressoché equivalente di biodiesel. In questo modo sono stati evitati 2758 Kg di emissioni di gas serra (che non sono state immesse in atmosfera considerando che è stato risparmiato un uguale quantitativo di combustibile fossile con le conseguenti emissioni). Inoltre, si tratta di una sostanza altamente inquinante, basti pensare che 1 kg di olio esausto può ricoprire una superficie stimata di 1 km2 riducendo la penetrazione dei raggi del sole e il passaggio dell’ossigeno tra acqua e aria. La stessa quantità di olio esausto può rendere non potabile 1.000.000 di litri di acqua, alterandone le caratteristiche di gusto.
La seconda vita dell’acciaio
Un elemento di originalità degli appuntamenti gastronomici della Cucina dell’Alleanza e della Cucina del Mercato è dato dal Consorzio Ricrea, che mette a disposizione ciotole e piatti di acciaio riciclato per le zuppe e le altre proposte gastronomiche preparate dagli chef durante la manifestazione. Sulla seconda vita dei contenitori in acciaio, Ricrea organizza Ambarabà Riciclocò, lo spettacolo per le scuole e le famiglie sul corretto riciclo di questo importante materiale, in programma giovedì, venerdì e sabato mattina nella Slow Fish Arena. Di acciaio si parla anche durante la proiezione del film Immondezza, il documentario con cui il regista Mimmo Calopresti ha raccontato l’impresa di Roberto Cavallo Keep Clean and Run.
Efficienza energetica per evitare ingenti immissioni di CO2
Infine, Slow Fish è sensibile ai temi dell’energia. L’impatto che un evento ha sull’ambiente dipende dal fabbisogno energetico richiesto dallo stesso: per questo gli organizzatori hanno dedicato molta attenzione alla scelta di partner altamente sostenibili dal punto di vista dell’efficienza energetica. Sono un esempio le cantinette frigo Liebherr utilizzate nell’Enoteca, la cui tecnologia assicura la miglior conservazione dei cibi e bevande, e le macchine per il caffè Astoria, marchio che si contraddistingue grazie a Green Line, la sua linea di prodotti a risparmio energetico.