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Appendino indagata per peculato: «la consulenza è stata fatta contro la mia volontà»

Appendino chiarisce, davanti ai magistrati, che fin da subito si era dimostrata contraria a qualsiasi retribuzione economica. E’ stato fatto tutto contro la «mia volontà e a mia insaputa»

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TORINO – La consulenza a Luca Pasquaretta, ex portavoce della sindaca di Torino Chiara Appendino, conferitagli dal Salone del libro, fu assegnata contro la volontà della sindaca e a sua insaputa. Lo ha riferito la stessa Appendino ai magistrati, che ieri mattina l’hanno interrogata in Procura.

Consulenza contro la volontà di Appendino

La consulenza da 5mila euro a Pasquaretta per cui la sindaca è indagata per concorso in peculato, è stata assegnata «contro la mia volontà e a mia insaputa», ha detto Appendino: «A tal fine ho prodotto ai pm materiale attestante quanto da me riferito», ha assicurato la sindaca.

Già a febbraio era contraria a qualsiasi retribuzione econimica

«Ho dimostrato agli inquirenti, richiamando il mio intervento in Consiglio del febbraio 2017 dove avevo espresso contrarietà a qualunque tipo di assegnazione di incarico consulenziale con retribuzione economica – ha aggiunto Appendino – di non essere stata a conoscenza del successivo sviluppo. Ero convinta che tutti avessero preso atto di tale mia ferma posizione – ha insistito – e quando il 4 maggio 2018, cioè un ano dopo la fine dell’incarico, venni a sapere da una testata giornalistica chela consulenza era stata assegnata, immediatamente reagii lamentando l’assegnazione dell’incarico contro la mia volontà ea mia insaputa».

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