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Morto al pronto soccorso dopo 23 ore di attesa: le telecamere riprendono il dramma

Giuseppe Ramognino muore dopo un’assurda attesa di 23 ore al Pronto soccorso dell’ospedale di Moncalieri. Il dramma ripreso dalle telecamere di sicurezza mostra come si possa morire tra l’indifferenza. Per i magistrati non ci sono colpevoli

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Secondo i magistrati non ci sono colpevoli per la morte assurda di Giuseppe Ramognino, 78 anni, di Carmagnola (TO), avvenuta lo scorso 2 maggio 2019 al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri. Ramognino muore dopo ben 23 ore di attesa, tra l’indifferenza generale, e nessuno ne è responsabile, ma la famiglia si oppone alla sentenza.

Il dramma ripreso dalle telecamere

Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso quello che per il pensionato di Carmagnola è stato l’ultimo giorno di vita. Sono immagini che parlano da sé e che nessuno avrebbe mai voluto vedere.
Giuseppe Ramognino era stato trovato svenuto nel bagno del Pronto soccorso la mattina del 2 maggio. Qualcuno lo ha messo su una sedia a rotelle , ma dopo due ore si è accasciato a terra ponendo fine alla lunga, estenuante, attesa di quasi un giorno intero. Secondo il referto medico, Ramognino è morto per infarto intestinale che, secondo il PM Ciro Santoriello si è trattato di un evento che difficilmente poteva essere previsto.
Le telecamere, tuttavia, hanno ripreso la giornata intera che il pensionato ha passato nella sala d’attesa del Pronto soccorso, senza essere stato accolto per una visita. Lui, infatti, era arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Croce alle 10:03 del 1° maggio, portato da un’ambulanza. Alle ore 4:45 del 2 maggio è andato in bagno, e non vi è più uscito, fino alle 7:00 quando è stato trovato privo di sensi a seguito dell’allarme lanciato da un senzatetto che era rimasto a dormire nella sala d’attesa.

Nelle immagini delle telecamere Giuseppe Ramognino, in attesa, seduto su una sedia e il senzatetto sdraiato per terra

Non c’è colpa

Secondo quanto si apprende, il PM Ciro Santoriello avrebbe dichiarato che: «Non si ravvisano responsabilità perché la circostanza che il personale sia stato avvisato della presenza di una persona in difficoltà è puramente ipotetica e frutto di un’illazione ricavata dalle immagini». Ma la famiglia del sig. Ramognino la pensa diversamente. Gabriele Roveta, il legale che si occupa del caso ha infatti ribadito che il signor Ramognino non si è mai allontanato dal pronto soccorso, si è limitato a uscire per pochi minuti (forse per fumare una sigaretta) ed è rimasto sempre in sala d’attesa, senza essere assistito. Ora è già pronta una opposizione che sarà presentata a seguito della richiesta di archiviazione presentata dalla Procura. A testimoniare ci sarebbero dunque le riprese fatte dalle telecamere dall’arrivo del Ramagnino con l’ambulanza la mattina del 1° maggio, sino alle ore 13:00 del 2 maggio 2019. Probabilmente si arriverà a una sentenza definitiva, ma quello che nessuno potrà cambiare è la morte dell’uomo che forse poteva essere salvato.

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