Salute
Tumore del colon-retto. L’ospedale di Candiolo trova la proteina che lo uccide
Nuovo traguardo dall’Istituto Candiolo: trovata la proteina killer per il tumore al colon retto
TORINO – Arriva dall’Istituto di Candiolo, l’unico Irccs piemontese, l’ultima scoperta nella lotta ai tumori del colon-retto. In collaborazione con il Sanger Institute di Cambridge, l’equipe dei professori Livio Trusolino e Andrea Bertotti, ha identificato una proteina responsabile della crescita dei tumori di tipo MSI, con un’incidenza del 10% per il colon (53 mila nuove diagnosi l’anno in Italia) e quasi un quarto tra le neoplasie allo stomaco.
I tumori MSI (microsatelliti)
I Tumori di tipo MSI hanno una peculiarità: l’instabilità di microsatelliti. Si tratta, in sintesi, di frammenti di porzioni di Dna ripetute più volte che mutano in seguito all’esposizione di agenti cancerogeni. Quando si instaura nell’organismo umano un tumore MSI «il Dna non è più in grado di riparare questi errori e genera proteine aberranti, responsabili della crescita del cancro», spiega Trusolino del dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino.
Disattivazione delle proteine
Grazie alla scoperta del team di Candiolo, si è potuto constatare che tali proteine, una volta individuate, possono anche essere disattivate. La conseguenza è la regressione – e spesso la morte – della massa neoplastica. Per farlo si può adottare la nuovissima tecnica CRISPR/Cas9, sperimentata (anche) dal professor Mathew Garnett del Sanger Institute di Cambridge. Attraverso tale tecnica, il ricercatore è stato in grado di rimuovere migliaia di proteine in centinaia di tumori diversi. Gli scienziati di Candiolo, invece, hanno voluto concentrare i loro studi sul cancro del colon-retto di tipo MSI, scoprendo che una volta disattivata la proteina WRN avviene la regressione della neoplasia.
La ricerca pubblicata su Nature
La ricerca è stata pubblicata recentemente sulla rivista Nature. «Quando la proteina WRN viene disattivata, il tumore regredisce fino a morire», spiega Trusolino, che a Candiolo dirige il laboratorio di oncologia traslazionale. La cura si è dimostrata efficace anche nei casi in cui l’immunoterapia fallisce: «In un malato su due ripristinare le funzioni immunitarie non basta. E se si hanno dei risultati, dopo qualche mese la malattia riparte. La nostra speranza – conclude Trusolino – è che i farmaci contro la proteina WRN possano funzionare anche per questi pazienti».
Cos’è la tecnica CRISPR?
Crispr – o, più precisamente Crispr/Cas9 – è una tecnica di correzione genetica che avviene a livello cellulare. Il suo nome è l’acronimo di clustered regularly interspaced short palindromic repeats ed è un metodo prelevato da un sistema – chiamato, appunto, Crispr – naturalmente presente nella maggior parte dei batteri conosciuti, in particolare dal genere archea. Per eseguire la modificazione genetica ci si avvale, in primis, della Cas 9 ovvero di una particolare proteina associata a Crispr facente parte del cosidetto Crispr associated system. Il metodo è ritenuto migliore di quella del DNA ricombinante.
Cosa serve in natura la CRISPR
Allo stato naturale Crispr e Cas9 formano un importante aggregato fondamentale per il sistema immunitario dei batteri. Nella loro sequenza genetica, grazie a questo complesso, vengono registrati parti di Dna in grado di riconoscere e archiviare tutti i virus che li hanno attaccati. Una volta ottenuta l’informazione genetica le proteine Cas attaccano i virus che contengono la stessa parte di Dna precedentemente archiviata. Il tutto facendo una sorta di taglio a livello del Dna. In questo modo i virus vengono completamente degradati perché riconosciuti.
Cosa può fare la scienza
Grazie alla tecnica Crispr, gli scienziati possono esplorare le varie sequenze del DNA e tagliare quelle errate in caso di patologie in atto. In pratica grazie a delle sequenze di Rna complementare al Dna originale vengono guidate le proteine Cas verso la zona che si intende modificare. Questa pratica permette di modificare a piacimento tutti i geni che si vogliono cambiare. Si possono, per esempio, cancellare interi geni o inserire nel nostro genoma un tratto completamente nuovo. In più si possono correggere le espressioni geniche che danno luogo a malattie croniche, spesso mortali. Ma non è finita qui: i campi di applicazione non sono solo quelli medici ma anche biologici e tecnologici.
Combattere il cancro con la tecnica Crispr
Uno degli obiettivi principali di Crispr è quello di debellare malattie mortali come il cancro. E i primi risultati sono incoraggianti. Non tanto tempo fa, in Cina, un paziente affetto da cancro al polmone ha ricevuto un’infusione di globuli bianchi prelevati precedentemente dal suo stesso organismo e modificati con Crispr. In questo modo il tumore non è riuscito a moltiplicarsi. Altri 11 pazienti verranno sottoposti alla stessa tecnica per vedere se i risultati verranno confermati. Per ora, almeno una persona al mondo, è stata salvata dal cancro – senza i terribili effetti collaterali di una chemioterapia.
Fonti scientifiche
Prioritization of cancer therapeutic targets using CRISPR–Cas9 screens – Nature
Methods Mol Biol. 2015;1239:197-217. doi: 10.1007/978-1-4939-1862-1_10. Genome engineering using CRISPR-Cas9 system. Cong L1, Zhang F.
What is CRISPR/Cas9? – Melody Redman,1 Andrew King,2 Caroline Watson,3 and David King4