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Morire per una pizza a Torino: scatta la protesta

I rider tornano in piazza per protestare contro i rischi del mestiere e le poche o nulle sicurezze. Ogni giorno si rischia di morire per una pizza

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Rider Torino

TORINO – I rider sono tornati in piazza, a Torino, per protestare contro lo sfruttamento delle aziende di food delivery. “Non si può morire per una pizza” si legge su un volantino che stanno distribuendo nella centrale piazza castello.

La vittima

Lo scorso 19 dicembre un rider di Glovo è stato investito da un pirata della strada, che si è costituito dopo alcuni giorni. L’uomo, un pakistano di 31 anni, è ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Giovanni Bosco. «Siamo qui per lui e per quelli come lui, che lavorano senza sicurezze per racimolare quattro soldi – spiega Malik Adnan Sher, referente dell’Associazione Pakistan Piemonte – Sono tanti i nostri connazionali che lavorano come rider. Senza tutele. In bici che piova o che ci sia il sole».

Lavorare e rischiare per pochi spicci

La paga è “di pochi euro”, spiegano i manifestanti. “Per pochi euro si rischia la vita, un braccio o una gamba. Chiediamo all’azienda che ci fornisca almeno i minimi dispositivi di sicurezza come il caschetto e il fanale”.

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