Curiosità
Nuova vita ai Musei Reali: arriva l’allestimento di armi orientali
Realizzato all’interno di una delle vetrine storiche della Rotonda, arriva il nuovo allestimento di armi orientali. Stupitevi con queste immagini
L’anno nuovo dei Musei Reali si apre con una novità dal sapore esotico nel percorso espositivo. Da ieri, giovedì 23 gennaio 2020, in Armeria Reale è arrivato il nuovo allestimento di armi orientali, realizzato all’interno di una delle vetrine storiche della Rotonda. Questo ambiente, attiguo alla Galleria Beaumont, fu progettato nel 1842 da Pelagio Palagi a completamento del percorso museale per ospitare i cimeli risorgimentali e le collezioni extraeuropee.
Oltre 500 esemplari
Le opere che ora si aggiungono, fanno parte di un cospicuo nucleo costituito da più di 500 esemplari, provenienti da un’area geografica molto ampia che spazia dai paesi dei Balcani all’Estremo Oriente. Le origini della raccolta risalgono al 1839, anno in cui l’Accademia delle Scienze di Torino donò una quarantina di oggetti che il viaggiatore piemontese Carlo Vidua aveva raccolto nei paesi del sud-est asiatico. Successivamente grazie all’intensa attività diplomatica promossa da Carlo Alberto e proseguita dai suoi successori pervennero dai Paesi lontani numerose e significative testimonianze.
Ornamenti preziosi
Le armi allestite, sottoposte per l’occasione ad accurati interventi di restauro, si contraddistinguono per la qualità e preziosità dei materiali nonché per la ricchezza delle ornamentazioni. Le lame, nella maggior parte dei casi, sono in damasco wootz, un pregevole acciaio prodotto dal IV secolo in alcune località dell’India settentrionale e della Persia con un complesso procedimento di fusione al crogiolo. Le decorazioni sono spesso realizzate a koftgari, un tipo di damaschinatura di origine indiana consistente nell’applicare all’acciaio metalli preziosi.
Le eccellenze
Tra gli oggetti esposti spiccano alcune eccellenze: le lance di stato giavanesi dagli splendidi disegni dorati, una spada ottomana munita di una lama cinquecentesca con il nome di Solimano il Magnifico, due pugnali persiani, eccezionali per l’ornamentazione dell’impugnatura e del fodero, interamente decorati a smalto secondo una variante della tecnica champlevé. L’allestimento è curato da Giorgio Careddu, responsabile delle collezioni dell’Armeria Reale.
I dettagli del nuovo allestimento
Le opere appartengono a un nucleo di cinquecento esemplari che provengono da un’area geografica molto ampia, compresa tra i Balcani e l’Estremo Oriente. Le origini della raccolta risalgono al 1839, anno in cui l’Accademia delle Scienze di Torino donò una quarantina di oggetti che l’esploratore piemontese Carlo Vidua aveva raccolto nei paesi del sud-est asiatico. A questi si aggiunsero i doni diplomatici offerti al re Carlo Alberto e ai suoi successori. Si tratta di opere di grande qualità e bellezza, sia per la preziosità dei materiali, sia per la finezza dell’ornamentazione. Nella maggior parte dei casi, le lame sono in damasco wootz, un pregevole acciaio prodotto dal IV secolo in alcune località dell’India settentrionale e della Persia con un complesso procedimento di fusione al crogiolo. Le decorazioni sono spesso realizzate a koftgari, un tipo di damaschinatura di origine indiana con cui si applicavano all’acciaio metalli preziosi come l’oro e l’argento.
Lance di stato
Giava / Java
Secolo XVIII-XIX / 18th-19th century
Damasco saldato, legno, ferro, ottone, bronzo, oro, argento
Provengono, con ogni probabilità, direttamente dal paese d’origine. Le lame sono decorate con il caratteristico disegno, detto pamor, che appare a seguito del trattamento della superficie dell’acciaio.
Spada da presentazione con fodero
Secolo XVI (lama); fine secolo XVI – inizio XVII (impugnatura e fodero) / 16th century (blade); late 16th-early 17th century (hilt and scabbard) Damasco wootz, oro, argento, pietre dure, legno, velluto Donata al re Vittorio Emanuele III da una missione diplomatica dello Yemen Non era destinata al combattimento. La lama, di alta qualità, venne prodotta presumibilmente nell’atelier imperiale di Istanbul. Nel fodero sono presenti inserti decorativi ottocenteschi.
Lama di kilic (sciabola)
Bottega ottomana e maestro armeno
c. 1675-1710
Damasco wootz con agemina in oro
È decorata con un’immagine della Madonna al di sopra della quale vi è un’invocazione in greco. Appartenne a Costantino Brancoveanu, dal 1699 ̂ principe di Valacchia. All’impugnatura, non originaria, manca l’imbottitura.
Kilic (sciabola), con fodero
Maestro persiano e bottega ottomana
Secolo XVI (lama); secolo XVIII-XIX (impugnatura e fodero)
Damasco wootz, oro, argento, pelle nera, legno /
Nella lama sono incise iscrizioni in caratteri arabi contenenti invocazioni a Maometto. All’interno di un cartiglio vi è il nome di Solimano il Magnifico, sultano dell’impero Ottomano dal 1520 al 1566.
Grande khanda (spada diritta)
Secolo XVIII / 18th century
Damasco saldato, damasco wootz, oro, tessuto
È un’arma molto pesante caratteristica dell’India e delle aree limitrofe. La lama, ad un solo taglio, è decorata da motivi argentei “a nuvola”.
Spada dei Nair
India meridionale / Southern India
Secolo XVIII / 18th century
Acciaio, bronzo, corno scuro, argento
È un’arma tipica usata dai Nair, popolazione originaria della regione indiana del Kerala, famosa per la sua casta di guerrieri. L’impugnatura, settecentesca, è montata su una lama più antica.
È la spada più comune del subcontinente indiano riconoscibile per la sua peculiare elsa con pomo a disco piatto. La lama è ricoperta da raffigurazioni tratte dalla mitologia induista.
Dha (spada) con fodero
Siam (ora Thailandia / now Thailand )
Secolo XVIII-XIX / 18th-19th century
Acciaio, legno, avorio scolpito, argento
La lunga impugnatura, priva dell’elsa, riporta raffigurazioni tratte dal poema epico del Ramayana.
Dha (spada) con fodero
Acciaio, oro, rubini cabochon (?), legno, pelle di razza
Dono di una missione diplomatica birmana al re Vittorio Emanuele II
La decorazione ottocentesca che la riveste è stata posta su un’arma più antica. Le gemme sono, con ogni probabilità, rubini di produzione birmana.
Sciabola / Sabre
Siam (ora Thailandia)
1897
Acciaio, oro, rame, smalto champlevé, pietre preziose
Dono del re del Siam Rama V al re Umberto I
Rappresenta una sintesi tra la spada occidentale e quella orientale. L’impugnatura termina con un Naga terrifico a tre teste, serpente mitico guardiano dei tesori.
Jambiya (pugnale) con fodero e cintura
Yemen / Yemen
Secolo XIX / 19th century
Acciaio, ferro battuto, argento, corno di rinoceronte (?), legno, pelle, cuoio /
È un’arma tipica della penisola arabica caratterizzata dalla lama curva a due tagli. Oltre ad avere un uso pratico era un accessorio dell’abbigliamento.
Kama (pugnale) con fodero
Turchia / Turkey
Secolo XVIII o XIX / 18th or 19th century
Damasco saldato, legno, argento dorato, corallo, pietre preziose
È un’arma diffusa nella regione del Caucaso. contraddistinta da una lama diritta a doppio taglio con le caratteristiche scanalature ai due lati. La lama è stata eseguita da una bottega indo-persiana.
Kard (coltello)
Turchia (?) / Turkey (?)
Secolo XVII / 17th century
Acciaio, giada, oro, argento, pietre dure
La fascetta con le gemme segna l’altezza fino alla quale l’impugnatura discendeva nel fodero.
Khanjar (pugnale) con fodero
Area persiana / Persian area
1790 -1791 (1205 dell’Egira secondo il calendario persiano)
Damasco wootz, fornimento e fodero in rame smaltato /
Notevole è l’ornamentazione dell’impugnatura e del fodero, interamente decorati a smalto con una variante della tecnica champlevé, molto diffusa in area persiana tra il XVIII e il XIX secolo.
Khanjar (pugnale) con fodero
1815 (1230 dell’Egira secondo il calendario persiano)
Damasco wootz, fornimento e fodero in rame smaltato
La forma del pugnale si rifà a una tipologia persiana che risale alla jambiya. Il fodero riporta, in caratteri arabi, la data riferita all’era musulmana. L’impugnatura è montata su una lama più antica.
Pugnale con fodero
India centrale
Secolo XVII
Damasco wootz, giada, pietre preziose, oro, legno, velluto
La presenza di gemme fa dedurre che il proprietario avesse una posizione importante a corte.
Jamadhar (pugnale) con fodero
India centrale
Secolo XVIII
Damasco wootz, ferro, oro, legno, velluto, ferro
Era un pugnale molto diffuso presso i guerrieri indiani. L’impugnatura a forma di H permetteva di prendere l’arma stringendo nel pugno la traversa dell’elsa.
Kris (pugnale) della varietà Naga Rajah (serpente re)
Giava / Java
Secolo XVIII o XIX / 18th or 19th century
Damasco saldato, legno scolpito, oro, ferro, pietre dure
Nella lama è raffigurato il Naga, mitico serpente simile al cobra. L’impugnatura in legno riproduce invece uno spirito/demone della foresta.
Kris (pugnale) e fodero / Keris (dagger) and scabbard
Secolo XVIII o XIX
Damasco saldato, legno scolpito, legno dipinto, oro, argento
Il kris è una tipologia di pugnale diffusa in un’area geografica occupata al giorno d’oggi dalla Malesia, dalle Filippine e dall’Indonesia. Nel fodero sono dipinte raffigurazioni a carattere simbolico e uno stemma nobiliare.
Toradar (archibugio a serpe)
India Secolo XVIII
Acciaio rivestito in argento parzialmente dorato, cuoio, avorio, legno
Questo tipo di archibugio prende il nome dalla forma del dispositivo del sistema di accensione (a forma di serpente) composto da una piccola leva in ferro che regge la miccia accesa. Nella canna sono presenti decorazioni a bassorilievo tratte dalla mitologia induista.
Archibugio a serpe
Arab-Indian production Secolo XVII o XVIII
Acciaio damasco, legno, argento, ferro, corniola, perline
Dono del console italiano dello Zanzibar al Re Umberto
É un raffinato lavoro di argenteria, forse giunto a Zanzibar lungo le rotte commerciali.
Tufenk (moschetto) rigato con meccanismo alla morlacca
Turchia / Turkey
Secolo XVIII / 18th century
Acciaio damasco, ottone, legno, argento, avorio, madreperla, vetro
È un tipico esempio di arma di rappresentanza, forse fatta eseguire dal sultano per farne dono ai dignitari di rango elevato.
Tufenk (moschetto) rigato con meccanismo alla morlacca
Secolo XVIII / 18th century
Acciaio damasco, legno, avorio, ottone, rame, lamina d’argento
L’arma è contraddistinta dalla ricchezza della sua decorazione realizzata con intarsi in avorio e ottone.
Si tratta probabilmente di un esemplare per la caccia.
I Musei Reali di Torino
I Musei Reali di Torino sono situati nel cuore della città e propongono un affascinante itinerario di storia, arte e natura che si snoda attraverso 50.000 metri quadrati, con testimonianze che datano dalla Preistoria all’età moderna.
Il complesso sorge attorno a quello che fu il primo Palazzo Reale d’Italia, abitato stabilmente dai Savoia fino al 1865. All’edificio, già residenza dei sovrani, si aggiungono l’Armeria e la Biblioteca, la Cappella della Sindone, la Galleria Sabauda, il Museo di Antichità e i Giardini. Tutti i diversi spazi fanno parte di un unico complesso museale, tra i più estesi d’Italia, visitabile con un unico biglietto. Fanno parte dei Musei Reali anche la piazzetta Reale e le sale al piano terra del Palazzo Chiablese, destinate alle esposizioni temporanee.
Le architetture che compongono la residenza ospitano una vasta collezione di opere di inestimabile valore raccolte dalla dinastia regnante nel corso dei secoli -pitture, sculture, disegni e stampe, armi, ceramiche, vetri, arredi, oggetti d’uso, raccolte archeologiche e librarie- ma rappresentano anche luoghi ricchi di storia e talvolta di leggenda, che narrano vite e destini di epoche e di mondi passati.
Comodamente raggiungibili con i mezzi pubblici, i Musei Reali offrono al pubblico la possibilità di un itinerario ricco e variegato, nel tempo, nello spazio e nelle epoche, con la possibilità di trascorrere una giornata intera di visita all’intero di questo luogo unico.
I Musei Reali sono stati ufficialmente riconosciuti nel 2015 e sono impegnati in un vasto progetto di miglioramento dell’accessibilità e dei servizi promosso dal Ministero dei beni culturali e del turismo dello Stato italiano. Nel 2018 hanno accolto complessivamente 461.250 visitatori, con un incremento del 27,82% rispetto 2017; aggiungendo i visitatori coinvolti nelle attività progettate e promosse in collaborazione con soggetti esterni, si arriva a 515.632 visitatori.
I Musei Reali sono composti da:
– PALAZZO REALE, centro di comando della famiglia Savoia, conserva ambienti, arredi e opere d’arte realizzati tra il XVI e il XX secolo. La facciata, preceduta dalla cancellata disegnata da Pelagio Palagi, cela interni sfarzosi, progettati e decorati da grandi artisti come Daniel Seyter, Claudio Beaumont, Francesco De Mura, e da architetti come Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri.
– ARMERIA, aperta al pubblico nel 1837, che accoglie una ricchissima collezione con armi e armature che dal periodo archeologico giungono all’Ottocento.
– BIBLIOTECA REALE, fondata nel 1831 da Carlo Alberto, conserva 200.000 opere a stampa e manoscritti e raccoglie tra gli altri disegni di grandi maestri come Michelangelo, Raffaello, Rembrandt. Tra questi anche il celebre nucleo di Leonardo da Vinci, con l’Autoritratto e il Codice sul volo degli uccelli.
– CAPPELLA DELLA SINDONE, voluta dai duchi di Savoia e ideata da Guarino Guarini tra il 1668 e il 1682. Un’architettura di stupefacente invenzione, incastonata tra il Palazzo Reale e il Duomo di Torino; un luogo simbolico che rappresentava per il fedele il viaggio dalle tenebre del peccato alla salvezza eterna. Un monumento che non ha confronti nelle esperienze dell’architettura europea, capace ancora oggi di stupire l’osservatore per l’effetto spettacolare del suo disegno e della sua struttura. Nella notte tra l’11 e il 12 aprile 1997 la Cappella è stata interessata da un incendio che ha danneggiato profondamente l’edificio, rendendo necessario un intervento di restauro architettonico e strutturale lungo e impegnativo.
– GALLERIA SABAUDA, conserva grandi capolavori delle principali scuole europee, da van Eyck a Rubens e van Dyck; da Mantegna, a Paolo Veronese, a Orazio Gentileschi, a Guido Reni. Inoltre accoglie la collezione Gualino, con grandi dipinti che vanno da Duccio, a Botticelli, a Francesco Guardi, e quella di pittura fiamminga e olandese del Principe Eugenio di Savoia-Soissons.
– MUSEO DI ANTICHITÀ, affacciato sull’area del teatro romano, ospita i reperti archeologici raccolti nel corso dei secoli dai Savoia, oltre a quelli provenienti da scavi condotti sul territorio piemontese, tra i quali il Tesoro di Marengo.
– GIARDINI REALI, costituiscono un’area verde urbana unica per valore monumentale e ambientale, si sviluppano nella porzione tuttora racchiusa dai Bastioni, su una superficie complessiva di circa 7 ettari. Su una parte sono in corso lavori di restauro che si concluderanno nel 2020.
– SALE CHIABLESE, situate al piano terra del palazzo che ha ospitato i duchi del Chiablese, sono oggi destinate alle mostre temporanee.
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MUSEI REALI TORINO www.museireali.beniculturali.it
Musei Reali di Torino orari
I Musei Reali sono aperti dal martedì alla domenica dalle 8,30 alle 19
Ore 8,30: apertura biglietteria, Corte d’onore di Palazzo Reale, Giardini
Ore 9: apertura Palazzo Reale e Armeria, Galleria Sabauda, Museo di Antichità Lunedì dalle 10 alle 19 (biglietteria dalle 9,30 alle 18)
La Biblioteca Reale è aperta da lunedì a venerdì dalle 8 alle 19, sabato dalle 8 alle 14. La Sala di lettura è aperta da lunedì a mercoledì dalle 8,15 alle 18,45, da giovedì a sabato dalle 8,15 alle 13,45.
Biglietti Musei Reali Torino
Dal martedì alla domenica
Intero Euro 15
Ridotto speciale Euro 13 (gruppi minimo 15 partecipanti e famiglie)
Ridotto Euro 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)
Gratuito per i minori 18 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali / membri ICOM / disabili e accompagnatori / possessori dell’Abbonamento Musei, della Torino+Piemonte Card e della Royal Card. L’ingresso per i visitatori over 65 è previsto secondo le tariffe ordinarie.
Lunedì (Palazzo Reale, Armeria e Cappella della Sindone)
Intero: Euro 10
Ridotto: Euro 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)
Palazzo Reale – Secondo Piano
Intero Euro 5
Ridotto Euro 2 (ragazzi dai 18 ai 25 anni)
Mostre in corso
Il tempo di Leonardo 1452-1519 (fino all’8 marzo 2020)
La mostra, allestita nei caveaux della Biblioteca Reale, è aperta lunedì dalle 10 alle 18; dal martedì al venerdì ore 9-18; sabato ore 9 – 13. L’ultimo ingresso è sempre un’ora prima dell’orario di chiusura.
Biglietto intero Euro 10 | ridotto Euro 2 (da 11 a 25 anni); in vigore gratuità di legge e tessere convenzionate.
Konrad Mägi. La luce del Nord (fino all’8 marzo 2020)
La mostra, allestita nelle Sale Chiablese, è aperta dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18).
Biglietto intero Euro 10 | ridotto Euro 6
Biglietto integrato mostra + Musei Reali intero Euro 20 | ridotto Euro 6
Pelagio Palagi a Torino. Memoria e invenzione nel Palazzo Reale (fino al 9 febbraio 2020) L’ingresso alla mostra, allestita nello Spazio Scoperte della Galleria Sabauda, è compreso nell’abituale costo del biglietto dei Musei Reali.
Ingresso e orario biglietteria presso Palazzo Reale, Piazzetta Reale 1, dalle ore 8,30 fino alle ore 18.
Informazioni
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