Salute
Coronavirus in Piemonte «troppe falsità sui dati»
Luigi Icardi: «i dati reali sono diversi da quelli che ho visto sui giornali»
TORINO – La Regione Piemonte non ci sta a essere dipinta a tinte fosche sul fronte Coronavirus e l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi, oggi è sceso in campo in videconferenza dall’Unità di Crisi per chiarire che «sui dati sono state dette delle falsità», e che «la mortalità rapportata al numero di abitanti è inferiore alla media nazionale».
Non esiste un caso Piemonte
«Non c’è un caso Piemonte – ha esordito l’esponente della Giunta Cirio – i dati sono diversi da quelli che ho visto pubblicati sui giornali. Il Piemonte per numero di decessi – ha rimarcato – è sotto la media nazionale con 3,3 morti ogni 10 mila abitanti, un dato inferiore a quello di Liguria, Emilia Romagna, Marche, Lombardia, Trentino, e Valle d’Aosta. I numeri che ho visto non corrispondono al vero. Sono amareggiato: prendere dei dati e fare conclusioni da bar rischia di fare danni e dare un’immagine della Regione che non è corretta».
Calo della curva contagi
Icardi ha spiegato che la curva dei contagi «ha raggiunto il tetto e sta lentamente calando». Ma poiché dal punto di vista epidemiologico il Piemonte è considerato «una coda dell’epidemia lombarda con otto-dieci giorni di ritardo», la curva piemontese «inizierà a scendere di più fra qualche giorno». Solo il vaccino, ha detto, potrà interrompere definitivamente il ciclo, che come per tutte le pandemie avrà «un andamento sinusoidale decrescente con riprese periodiche».
A quando il ritorno alla normalità?
Ecco perché l’assessore non si è sbilanciato sui tempi di un possibile ritorno alla normalità». Ritornare alla normalità di prima del vaccino – ha rimarcato – è difficilmente ipotizzabile. Ritornare a una normalità disciplinata, con misure come mascherine e distanziamento sociale mi sembra più fattibile». In ogni caso, ha aggiunto, il Piemonte come tutte le Regioni italiane su questo dovrà attenersi alle decisioni che saranno prese dal Governo.
Sostegno alle strutture
Icardi si è soffermato sul tema Rsa, in questi giorni al centro della polemica per l’elevato numero di morti. «Stiamo dando a queste 700 strutture, che sono private – ha assicurato – tutto il sostegno possibile. E’ sbagliato dire che non c’è stata una regia. Abbiamo dato linee guide e fornito mascherine, chiesto di non far entrare i parenti e di indossare i dispositivi di protezione. Abbiamo creato una task force di sostegno, e fatto un bando per assumere personale per loro. E abbiamo chiarito che si trova anche un solo contagio si devono fare i tamponi a tutti, ospiti e operatori».
Nuovi test sierologici
In due Rsa, ha annunciato, sono stati sperimentati i nuovi test sierologici per selezionare il più affidabile. «Ne abbiamo comprati mille per la sperimentazione – ha riferito Icardi – e contavamo poi di partire a tappeto, ma il Ministero ci ha bloccati. Il punto è che questi test non servono per fare diagnosi bensì per riconoscere chi è immunizzato. La loro capacità di identificare l’infezione è troppo tardiva, per cui l’utilità in questa fase è troppo limitata. Sarà invece un presidio importante per il futuro, per capire a che punto è l’immunità di gregge e qual è il rischio di contrarre la malattia, in vista di possibili seconde ondate».