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Fase 2, l’OMS teme una seconda ondata di contagi. Ecco perché
Per l’Oms, la Fase 2 potrebbe ritorcersi contro i Paesi che hanno allentato le misure di contenimento con il verificarsi di una seconda ondata di contagi. Il perché e dove
Anche se si attende con trepidazione l’inizio della Fase 2, il futuro e la speranza che tutto torni alla normalità, com’era un tempo, sono ancora incerti. A ribadire che non sarà un “liberi tutti” il premier Conte, ma a gettare altre ombre sulla fine dell’emergenza è anche l’OMS, che ha fatto sapere in modo chiaro (e allarmante) che teme una seconda ondata di contagi. Un fatto che ci farebbe tornare indietro di mesi.
L’epidemia non è finita
Secondo gli scettici, un decreto-legge non rappresenta la fine dell’epidemia. Non è una cosa che si decide a tavolino e il virus si adegua. «Vogliamo ribadire che allentare le restrizioni non rappresenta la fine dell’epidemia in nessun Paese – ha avvertito Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nella conferenza stampa di Ginevra – La fine dell’epidemia richiederà uno sforzo costante da parte di individui, comunità e governi per continuare a reprimere e controllare il virus».
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I lockdown non bastano
Anche se l’unica misura che ragionevolmente si poteva adottare per contrastare la diffusione del coronavirus è stato la chiusura delle città, secondo l’OMS non basta. «I cosiddetti lockdown – ha poi aggiunto Tedros – possono aiutare a smorzare l’epidemia, ma non possono farcela da soli. I Paesi devono ora assicurarsi di poter rilevare, testare, isolare, curare ogni caso e rintracciare ogni contatto». Ecco dunque perché si potrebbe verificare una seconda ondata di contagi.
Il video della conferenza stampa dell’OMS
Una seconda ondata di contagi sarebbe devastante
Sempre secondo Tedros, il ritorno del virus potrebbe avere effetti devastanti. Per sostenere la tesi, porta a esempio Singapore, dove dopo una prima ondata di contagi che si è riusciti a contenere, si sono registrati 2.500 nuovi casi in sole 48 ore. È un numero particolarmente elevato, considerando che i casi di Covid 19 accertati a ieri erano 9.125, di cui 1.426 registrati nella giornata del 20 aprile. In base ai dati forniti, si calcola che il 27% dei casi di contagio si è concentrato in due soli giorni.
Massima cautela
A ragione di quanto verificatosi a Singapore, gli esperti avvertono di mantenere la massima cautela in una Fase 2 come quella che inizierà il 4 maggio 2020, e non azzardare in comportamenti a rischio che possano compromettere la propria e altrui sicurezza. Anche perché un ritorno dell’epidemia potrebbe davvero avere conseguenze disastrose. Questo non solo per il sistema sanitario, ma anche economico globale di un Paese. L’Italia, in un quadro simile, rischierebbe il tracollo, che a un certo punto diventa irreversibile.
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Immagine di copertina credit: pixabay-fernando-zhiminaicela