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Migranti reclutanti in strada per lavorare nei vigneti 11 ore al giorno

Reclutati con intimidazioni e minacce per poi essere sfruttati e maltrattati durante il lavoro in vigna. Ecco dove è accaduto

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TORINO – Faceva lavorare fino a 11 ore al giorno nei vigneti, in diverse aziende agricole del sud Astigiani e della vicina provincia di Cuneo braccianti maltrattati e alloggiati in locali fatiscenti e sporchi. Con queste accuse una 40enne con doppia cittadinanza, italiana e albanese, è stata arrestata dalla Guardia di finanza di Canelli (Asti). Tre suoi connazionali sono stati denunciati a piede libero.

Trenta braccianti sfruttati

Una trentina i braccianti agricoli di origine africana, cingalese, indiana e albanese vittime degli sfruttatori che, secondo le indagini guidate dal sostituto procuratore della Repubblica di Asti Francesca Dentis, venivano pagati 6 euro l’ora, cifra che veniva decurtata delle spese di alloggio e trasporto. I giovani venivano reclutati, con intimidazioni e minacce, in luoghi di rifugio improvvisati, stazioni ferroviarie, giardini pubblici e alla sede della Caritas di Canelli. I militari hanno sequestrato anche 3 veicoli e denaro.

75mila euro di profitti

Secondo le indagini, durate quasi un anno, il profitto complessivo fruttato alla donna arrestata e ai suoi connazionali grazie allo sfruttamento dei lavoratori, ammonterebbe a circa 75 mila euro. Ancora in corso accertamenti di polizia economico-finanziaria per accertare le irregolarità previdenziali e fiscali ai danni di altri 82 braccianti.

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