Salute
Scuola: sette milioni di studenti obbligati a indossare la mascherina. Preludio di una nuova pandemia?
Dal CTS la notizia che gli studenti saranno obbligati a tenere la mascherina a scuola. Servirà a prevenire i contagi o se ne provocheranno molti altri?
Misure di contenimento del virus e scuola. In base a quanto deciso ieri dal CTS, saranno oltre 7 milioni le ragazze e i ragazzi fra i 6 e i 18 anni che si ritroveranno in classe a dover indossare la mascherina alla riapertura delle scuole. Ma basterà questo a contenere o prevenire i contagi?
Scuola e rischio contagi
La mascherina è il più utilizzato mezzo di prevenzione dei contagi. Anche se non tutti rispettano questo obbligo e uso responsabile, non dimentichiamo che il virus si trasmette anche per contatto o attraverso occhi e orecchi. Ecco perché il solo uso della mascherina non è detto riesca a scongiurare una nuova pandemia alla riapertura delle scuole – specie se non si rispetta la distanza di sicurezza e non si tocca praticamente nulla, cosa quasi impossibile. E gli studenti che si ritroveranno tutti insieme sono davvero tanti, per cui il rischio di assembramento prima o dopo le lezioni è reale. Da qui, il dubbio che la decisione di iniziare l’anno scolastico sui banchi di scuola sia una decisione corretta. Ma soltanto il tempo dirà la sua.
Disinfettanti e salute a rischio
Anche la promessa che aule e altri locali degli istituti scolastici, i banchi e altri complementi saranno costantemente e massicciamente sanificati potrebbe non essere una notizia confortante. Se da un lato lo si fa per cercare di contenere i contagi; dall’altro forse non si tiene conto che proprio l’uso massiccio di disinfettanti può portare a pericolosi fenomeni di resistenza e, in ultima analisi, l’esposizione continua a disinfettanti può abbassare le difese immunitarie – e infine sortire l’effetto contrario. A riprova di ciò, è quanto accade negli ospedali dove le infezioni dovute proprio alla resistenza batterica e virale sono all’ordine del giorno.
Emergenza per tutto l’anno prossimo
Una analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento agli ultimi orientamenti del Comitato Tecnico Scientifico sulla ripartenza dell’anno didattico, e dal monitoraggio su un campione di imprese da nord a sud dell’Italia, ha evidenziato che più di un’azienda su 4 (26%) è pessimista sulla pandemia ed è convinta che non ci si potrà liberare delle protezioni e delle misure anti contagio fino all’estate del 2021.