Economia - Regione
Bar e ristoranti, da domani si riparte ma mancano cuochi e camerieri
Dal 1° giugno sarà possibile il servizio all’interno di bar e ristoranti, ma buona parte dei locali è a corto di personale sottolinea Confesercenti
TORINO – Dal 1° giugno bar e ristoranti potranno servire i clienti anche all’interno dei locali. «La vera ripartenza per il nostro settore sarà domani»: così Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti, commenta la piena ripresa del settore della somministrazione che, grazie alla possibilità di servizio all’interno, riguarderà finalmente tutti. Finora, infatti, l’avvio dell’attività ha coinvolto poco più della metà dei circa 5.000 locali cittadini, dal momento che la parte restante non ha il dehors.
Un passo fondamentale verso la normalità
«Per noi – continua Banchieri – è il passo fondamentale verso una normalità che manca da ormai quattordici mesi, a parte le poche settimane dell’estate scorsa. Il nostro settore è stato senza dubbio il più colpito, con una perdita di 3 miliardi e mezzo di consumi nel solo 2020, come ha evidenziato la nostra indagine diffusa nei giorni scorsi. In ogni caso, è finalmente venuto il momento di guardare avanti e attrezzarsi per rispondere alle richieste della clientela, che sta già dimostrando di avere voglia di uscire e di riprendere abitudini abbandonate da oltre un anno. Per fortuna, questa volta l’annuncio con buon anticipo del calendario del riavvio da parte del Governo ha consentito ai colleghi di prepararsi per tempo a questo importante appuntamento».
Manca il personale
Il pieno avvio delle attività è minacciato, però, dalla mancanza di addetti: camerieri, personale di sala, banconisti, cuochi, pizzaioli. Una buona parte dei locali sta cercando invano queste figure, essenziali per il buon funzionamento dell’attività. «È un problema serio – dice Banchieri – che rischia di aggravarsi quando il coprifuoco sarà eliminato e soprattutto quando anche il Piemonte entrerà in zona bianca: in quel momento – grazie anche all’arrivo dell’estate – è prevedibile un incremento della clientela. Il lungo periodo di chiusura e l’incertezza del futuro hanno indotto una parte non trascurabile dei nostri dipendenti a cercare alternative in altri settori che non hanno subìto blocchi. Anche questa è una delle conseguenze nefaste del Covid: l’aver sconvolto il mercato del lavoro. Speriamo che si tratti di un intoppo momentaneo, perché altrimenti non riusciremo a cogliere pienamente le opportunità della ripresa».