Ambiente e Natura
Cosa ne pensi della biciletta e dei ciclisti?
Andare in bici, si dice faccia bene alla salute e aiuti a risparmiare denaro. Ma cosa ne pensano davvero i Torinesi? Pare che alcuni non amino molto avere a che fare con i ciclisti, per motivi di sicurezza stradale. Ecco gli interessanti risultati ottenuti da un sondaggio
Bella, green e… anche economica. La bicicletta infatti, dicono i piemontesi fa bene, molto bene, al portafoglio. Il maggior risparmio? Quello di ridurre drasticamente la spesa per la benzina e l’uso dell’auto. Lo afferma l’84% degli abitanti della regione nell’indagine condotta dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni in occasione del Giro d’Italia 2019, di cui la compagnia è Top Sponsor1.
Meglio bici o palestra?
Un ulteriore 15% sostiene inoltre che qualche bella pedalata possa sostituire l’abbonamento in palestra e il restante 2% vede il maggior risparmio nell’acquisto del mezzo, molto più economico rispetto ad auto e motociclette.
Miglioramento della qualità della vita
Sempre in tema economico, secondo recenti stime in Piemonte il settore della bicicletta genera un valore di circa 226 milioni di euro, considerando l’economia direttamente originata dalle bici (produzione e vendita di bici e accessori, e cicloturismo) e una serie di fattori come i benefici sanitari legati all’attività fisica, la riduzione dell’assenteismo sui luoghi di lavoro, la riduzione dei costi ambientali e sociali dei gas serra, il miglioramento della qualità dell’aria e, per l’appunto, il risparmio di carburante.
Un mezzo ecologico ma…
Ma che cosa rende speciale la bicicletta per gli abitanti del Piemonte? La prima ragione, a detta di oltre uno su due (52%), è il fatto che sia un mezzo ecologico, che offre la possibilità di spostarsi e percorrere brevi o lunghe distanze senza incidere sull’ambiente Seguono, tra i punti di forza, il fatto che sia un mezzo comodo (17%) ed agile per muoversi in città, senza restare imbottigliati nel traffico o avere problemi di parcheggio, e i benefici sul benessere individuale (21%).
Chi è felice di avere a che fare con i ciclisti?
Capitolo sicurezza. La bici sarà anche una passione. Ma quando i ciclisti salgono in sella, in fondo non si è sempre felici di averci a che fare. Per due piemontesi su tre (68%), non rispettare le norme della strada, soprattutto andando contromano, procedendo a zig-zag nel traffico o, ancora, distraendosi e parlando al cellulare. Con la possibilità, oltretutto, di mettere a rischio la sicurezza propria e degli altri.
Un comportamento non sempre responsabile
Lo rileva Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia e Top sponsor del Giro d’Italia 2019, nell’Osservatorio interamente dedicato, per l’occasione, al rapporto degli abitanti del Piemonte con le due ruote. Ma, se in sella occorre adottare un comportamento sempre responsabile, molto dipende anche dalla convivenza con gli altri utenti della strada. Qui gli abitanti del Piemonte hanno pochi dubbi: le più temute, per i ciclisti, sono le automobili (65%). A seguire, gli animali (16%) e i pedoni, spesso indisciplinati e distratti (15%). Minor preoccupazione sembrano destare, invece, le altre motociclette (4%).
Incidenti stradali
Il tema della sicurezza sulle due ruote, d’altra parte, è molto serio: solo nel 2017 in Italia sono stati 17.521 gli incidenti stradali che hanno coinvolto ciclisti, di cui 254 con esiti fatali (dati ACI/Istat), la maggior parte verificatisi su strade urbane. Non è allora un caso che per un piemontese su tre (36%) il principale pensiero legato alla bicicletta sia quello della propria incolumità. Altre preoccupazioni sono quella di subire furti (41%) e di subire atti vandalici (9%).
Gli utenti più deboli
Alberto Tosti, Direttore Generale di Sara Assicurazioni, commenta: «I ciclisti sono tra gli utenti più deboli della strada e quindi, parlando di due ruote, è molto importante sottolineare il tema della sicurezza. Questa naturalmente deriva da vari fattori: alcuni legati all’ambiente strada e agli aspetti infrastrutturali, come la presenza di piste ciclabili, la delimitazione di zone a traffico limitato e non solo; altri dipendono invece da un’adeguata e necessaria conoscenza di quei rischi, attenzioni e comportamenti che favoriscono una serena coesistenza tra tutti i soggetti su strada. Il Giro d’Italia è poi un’occasione favorevole per sottolineare il concetto di copertura assicurativa e l’importanza di tutelare la propria sicurezza, oltre al mezzo stesso, anche nel contesto delle nuove, e sempre più evolute, forme di mobilità condivisa come è il caso del bikesharing».
Indagine svolta con metodologia CATI da Aton Research su un campione rappresentativo della popolazione italiana.