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Ambiente e Natura

Inverno caldo e primavera fredda: le api rischiano (e anche noi)

Il clima sta cambiando e a rimetterci sono le api, ma anche noi che non potremo avere a disposizione alimenti salutari. Dovremmo di nuovo rivolgerci ai cibi provenienti dall’estero?

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TORINO – Alveari in crisi per il maltempo e il freddo di maggio. Con il termometro mai sopra i 20 gradi, uno dei mieli più richiesti dal mercato, quello di acacia, rischia una produzione negativa da record poiché i fiori non riescono a produrre nettare.

Gli effetti del cambiamento climatico

A rivelare le difficoltà del comparto, nella Giornata mondiale delle api, è la Coldiretti. «La sofferenza delle api – sottolinea Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto. Il rischio è di incrementare l’arrivo di miele estero, se la nostra produzione sarà scarsa».

Si preannuncia un’annata nera

Cuneo è la seconda provincia piemontese per numero di aziende attive (1.417 nel 2017) e la prima per numero di apiari (5.091). Tuttavia, «dopo un 2017 disastroso e un 2018 in lieve ripresa – rimarca Tino Arosio, direttore provinciale di Coldiretti – si preannuncia un’altra annata nera. Le ripercussioni potrebbero estendersi alle prossime annate, qualora gli operatori commerciali dovessero aprire nuovi canali d’ingresso».

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