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Ambiente e Natura

Torino e smog, blocchi del traffico: perché ce l’hanno tutti con i diesel? Cosa inquina davvero? L’impatto sulla salute

La qualità dell’aria a Torino è tra le peggiori d’Italia. Ma perché? E perché se la prendono tutti con i diesel? Cosa fa male davvero alla salute e cosa inquina di più? Ecco alcune risposte

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Qualità dell'aria e smog a Torino

Torino, maglia nera per la qualità dell’aria e smog. Tra le città più inquinate d’Italia, ricorre spesso al blocco del traffico per cercare di rimediare in qualche modo. Ma in molti ritengono questi provvedimenti soltanto un palliativo, e che il problema smog e aria irrespirabile sia da ricercare altrove. E, infine, che i provvedimenti da prendere siano altri. Ma perché proprio a Torino l’aria è così “sporca”? Cosa inquina davvero? Qual è la ripercussione sulla salute dei cittadini? A tentare di dare risposta a queste e altre domande è un documento congiunto dell’Assessorato alle politiche per l’Ambiente della città di Torino redatto in collaborazione con Asl e Arpa Piemonte.

Gli inquinanti dell’aria di Torino e cintura

L’aria di Torino è pesante, specie durante alcuni periodi dell’anno. E la situazione spesso non è di molto migliore anche nella cintura (o area metropolitana torinese). Ma cosa, in particolare, ammorba l’aria che respiriamo? Il principale imputato, lo abbiamo sentito dire molte volte, è il cosiddetto particolato: PM10 e PM 2.5. Queste particelle si formano principalmente a causa di due fattori: quello umano e quello “naturale” derivante tuttavia da un’emissione di inquinanti in forma gassosa. Altri imputati sono il biossido d’azoto e il famigerato ozono. Il primo, si forma a seguito di una combustione – qualsiasi sia il combustibile utilizzato. Il secondo si forma anch’esso in seguito a un processo naturale, che parte tuttavia dalla presenza in aria di inquinanti, detti “precursori dell’ozono”. In sostanza, il particolato, il biossido d’azoto e l’ozono in eccesso sono tutti derivanti da processi indotti dall’uomo – che sia produzione industriale, riscaldamento degli edifici, circolazione auto e altri mezzi, attività agricole e così via.

Il particolato PM10 e PM 2.5 e i limiti di concentrazione nell’aria

Ci sono dei limiti imposti dalle norme per la presenza nell’aria del particolato. Questi limiti dovrebbero assicurare che la salute dei cittadini sia protetta, tuttavia non sempre è così. Per quel che riguarda il PM10, per esempio, i limiti imposti di concentrazione annua sono 40 μg/m3. Mentre il numero massimo di superamenti del valore limite in un anno di concentrazione media giornaliera (pari a 50 μg/m3) è di 35. Come sappiamo, a Torino questo limite massimo è stato superato molte volte, facendoci diventare per così dire fuorilegge. E così, via ai blocchi del traffico… Per quanto riguarda il particolato PM 2.5, i limiti massimi di concentrazione media annua consentiti sono pari a 25 μg/m3. Per il Biossido di azoto – NO2, i limite massimo medio anno di concentrazione è pari a 40 μg/m3.

Torino fuorilegge

Rispetto alle norme e ai limiti annui di concentrazione di inquinanti nell’aria, la città di Torino si è trovata molte volte a essere fuorilegge. L’Unione Europea, infatti, ha avviato procedure di infrazione per gli inquinanti a Torino, contestando il superamento prolungato dei limiti normativi entrati in vigore dal 1° gennaio 2005 per i livelli di particolato, e contestato il superamento dei limiti normativi entrati in vigore dal 1° gennaio 2010 per il biossido d’azoto.
Tutto questo, non solo ha ripercussioni sulla qualità dell’aria, sullo smog e sulla salute dei cittadini, ma ha anche ripercussioni economiche sulla Città di Torino, a seguito di provvedimenti da parte dell’UE che nei confronti di «penalità fiscali nella forma di mancati trasferimenti e variazione nei tassi dei nuovi mutui».

Che cosa inquina di più l’aria di Torino?

Quali sono le fonti che più inquinano l’aria di Torino e dell’aria della Città Metropolitana (leggasi cintura o provincia)?
La maggior presenza di inquinanti riguarda il particolato PM 10 e PM 2.5. Questi due inquinanti sono per la maggioranza prodotti dal traffico veicolare e dal riscaldamento degli edifici. Secondo i dati in possesso di Arpa Piemonte, Asl e Città di Torino, le principali fonti di emissione di particolato sono i mezzi a motore (auto, furgoni, camion, moto). Questi rappresentano l’85% del PM 10 primario totale, riporta il documento. Quanto a concentrazione totale di PM 10, formata da primario più secondario, il 38% deriva dal traffico veicolare, mentre il 49% dal riscaldamento (che si dice arrivi per via indiretta dall’esterno della città).
Per quanto riguarda il Biossido di azoto (NO2), secondo il rapporto, «il maggior responsabile è il traffico veicolare, in primis i veicoli diesel».

Perché l’aria è peggiore d’inverno?

Come si sarà notato, lo smog e la qualità dell’aria peggiorano d’inverno. E non è che ci sono più mezzi a motore che circolano rispetto che in altre stagioni dell’anno. Riscaldamento a parte, dunque, perché durante la stagione invernale l’aria è più inquinata? Sempre secondo il rapporto, il problema è perché «nei mesi freddi, a causa dell’inversione termica, l’altezza dello strato di rimescolamento dell’aria si abbassa da circa un migliaio di metri a poche centinaia di metri formando una cappa di smog nello strato d’aria vicino al suolo».

Perché i blocchi del traffico interessano in particolare i diesel?

Quando si tratta di provvedimenti di blocco del traffico, qualcuno spesso protesta perché a essere bloccati sono principalmente i diesel. Ma perché tutto ciò? Secondo il rapporto, il perché del blocco dei diesel è dovuto al fatto che «i veicoli diesel sono i principali responsabili delle emissioni di particolato primario e degli ossidi di azoto (NOx), precursori non solo del biossido di azoto (NO2), ma anche (come nitrati) della componente secondaria del particolato. La IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che è parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) ha, inoltre, classificato i gas di scarico da motori diesel nel gruppo 1 come sostanze cancerogene certe per l’uomo».

La situazione è migliorata o peggiorata?

Nonostante il rapporto di Legambiente “Mal’Aria” abbia bocciato ancora una volta Torino e bollata come una delle città più inquinate d’Italia, il documento congiunto sottolinea che, invece, negli ultimi dieci anni la qualità dell’aria sarebbe migliorata: «Rispetto all’anno 2000, c’è stata una riduzione della concentrazione media annua di PM10 di oltre il 50% e di circa il 70% del numero di superamenti del valore limite giornaliero. Nonostante questi importanti risultati, c’è ancora molto da fare».

Gli effetti dannosi sulla salute dell’inquinamento dell’aria a Torino

Inquinamento dell’aria non significa soltanto scocciature e disagi causati dal blocco del traffico, ma non tutti forse sanno che la qualità dall’aria e direttamente proporzionale alla qualità della salute dei cittadini. Il documento, infatti, fa notare come l’inquinamento abbia un forte impatto sulla salute e in particolare per quel che riguarda patologie anche gravi. «Le principali patologie che si possono osservare – si legge nel documento – sono quelle a carico dell’apparato respiratorio e cardiovascolare (sia per effetti “a breve” che “a lungo termine”) e le malattie tumorali a carico di alcuni organi (come effetto “a lungo termine”). Gli eccessi di mortalità rappresentano, comunque, solo la punta dell’iceberg di un più complesso fenomeno che include anche incremento dei ricoveri ospedalieri, degli accessi al pronto soccorso, di visite mediche, consumo di farmaci e sintomi meno gravi che non esitano in interventi sanitari. Si sottolinea che l’effetto dell’inquinamento esita in un impatto anche di tipo economico, misurabile in anni di vita persi, disabilità, giornate di lavoro/scuola perse». Insomma, c’è poco da stare allegri.

VEDI ANCHE: Torino sempre più inquinata: il 50% degli impianti di riscaldamento non sono a norma.
E Torino città più inquinata d’Italia: 7 volte maglia nera in 10 anni. È Mal’Aria il report di Legambiente.

Immagine di copertina: pixabay – pete linforth

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