Animali
Bimbo di cinque anni lancia dal balcone e uccide una gattina di pochi mesi: insulti e minacce sui Social
Accade in via Borgaro a Torino, dove un bimbo di cinque anni ha lanciato dal balcone la sua gattina di pochi mesi, che muore dopo una notte di agonia. Sui social scoppiano polemiche e insulti, anche alla famiglia
TORINO – Un bimbo di cinque anni, di via Borgaro, ha gettato dal balcone di casa la sua gattina di pochi mesi. Dopo l’intervento di un’associazione e il ricovero in ospedale veterinario, la gattina purtroppo non ce l’ha fatta ed è morta causa delle gravi fratture e la perforazione dei polmoni. Sui social si scatenano subito polemiche e insulti, anche per i genitori del bambino.
Polemiche e insulti
La gattina, battezzata al momento del ricovero “Miracle”, perché si sparava si salvasse, invece non è stato così. Nel post della pagina Facebook dell’Associazione Le Sfigatte, si scrive: «L’ennesima vittima innocente dell’irresponsabilità e insensibilità umana. Prenderemo i necessari provvedimenti perché questi genitori negligenti non la passino liscia». Così, quando si è venuto a sapere del fatto, si è scatenata la bagarre. Oltre 800 commenti, tra cui insulti ai genitori del bimbo, proposte di denuncia nei loro confronti e via discorrendo. Tuttavia, dall’associazione precisano, «Ma vogliamo che la morte di Miracle, come ci sarebbe piaciuto che fosse, non sia avvenuta invano. Perché una vita è una vita e quella di oggi è stata spezzata per assecondare il capriccio di qualcuno che avrebbe dovuto prendere un peluche e non un essere vivente. Miracle non doveva essere un giocattolo, era una micina di soli 3 mesi che doveva essere tutelata».
Ora si corre ai ripari
Dopo quanto è accaduto sulla pagina Facebook dell’associazione, sono le stesse volontarie ad aver poi pubblicato un post di precisazione e per correre ai ripari, evitando pericolose degenerazioni. Di seguito il testo con le dichiarazioni, e a fondo, il testo originale del post che raccontava i fatti.
«A SEGUITO DI ALCUNI COMMENTI OFFENSIVI, VIOLENTI E DECISAMENTE FUORI LUOGO, CI SENTIAMO DI FARE ALCUNE DICHIARAZIONI: NOI VOLONTARIE, COME ASSOCIATE DELLE SFIGATTE, CI DISSOCIAMO DALLE AFFERMAZIONI PESANTI CHE SONO STATE ESPRESSE NEI COMMENTI SOTTOSTANTI, ANCHE NEI CONFRONTI DEL BAMBINO PROTAGONISTA DELLA VICENDA.
IN QUANTO, PROPRIO IL BAMBINO È LA PRIMA VITTIMA DI QUESTA STORIA ED AVERLA RACCONTATA È STATO UN GESTO DI DENUNCIA SOCIALE E NON DI SCIACALLAGGIO MEDIATICO VERSO UNA PERSONA.
NON SIAMO DISPENSATRICI DI ODIO, LA NOSTRA ASSOCIAZIONE SI BASA, NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI QUANTO DELLE PERSONE, SU PRINCIPI DI RISPETTO, SOLIDARIETÀ, FIDUCIA E STIMA RECIPROCA E NULLA CAMBIERÀ TUTTO CIÒ.
QUELLO CHE È ACCADUTO È TERRIBILE, MA NON DEVE SPINGERE LE PERSONE A GIOCARE A FARE DIO, NÉ A PROCLAMARSI PALADINI DELLA GIUSTIZIA.
NON SIAMO EROINE, SIAMO VOLONTARIE E COME TALI AGIAMO.
NELL’ONESTÀ E NELLA TRASPARENZA, MA MAI ISTINGANDO ALLA VIOLENZA».
Il testo integrale del post originale
«ENNESIMA VITTIMA INNOCENTE DELL’IRRESPONSABILITÀ E INSENSIBILITÀ UMANA!
Siamo delle rompiscatole, siamo esagerate, i colloqui preaffido sono inutili, le reti ai balconi dispendiose e non necessarie (tanto il gatto è intelligente, se la cava da solo), poniamo condizioni eccessivamente rigide, non abbiamo fiducia verso gli adottanti, meglio prendere i gatti da un privato, non ci sono controlli e si fa più in fretta…
Ecco, quello che ci sentiamo ripetere da tanto, troppo tempo e che tentiamo invano di smentire.
Oggi, purtroppo, una storia ci dà ragione su tutti i fronti, ma lasciamo che siate voi a giudicare, con coscienza, almeno questa volta:
Una nostra volontaria, che per fortuna si trovava nel posto giusto al momento giusto, sente delle grida da un balcone, “non buttarlo!!! ” e delle persone che si affacciano ai balconi “è morto, è morto!”.
Non era morta affatto, la gattina tricolore di tre mesi.
Ancora, anche se a fatica, respirava… È mancata più tardi in clinica, per trauma cranico e perché le costole le avevano perforato i polmoni.
Eravamo pronti a chiamarla Miracle e farla entrare nella nostra famiglia, se solo si fosse salvata, ma nonostante la tempestività e il sangue freddo della volontaria che l’ha soccorsa, questo non è accaduto.
La micina è stata lanciata da un balcone, non è semplicemente caduta.
Il bambino di 5 anni, lasciato senza il minimo controllo da parte dei genitori che si trovavano in casa, si è affacciato al balcone, ha preso la micia e l’ha scaraventata giù… Evitiamo di postare l’immagine che è circolata tra noi volontarie, perché sarebbe eccessivamente cruda, ve lo possiamo garantire.
La gattina è rimasta sull’asfalto agonizzante, la nostra volontaria si è precipitata a soccorrerla ed è corsa in clinica in taxi .
Diversa gente affacciata ai balconi , nessuno che sia sceso a controllare se era ancora viva … nessuno… e neanche il padre del bimbo che era a casa con lui e che a suo dire ha perso di vista il bimbo per qualche minuto. Questa indifferenza di tutti e mancanza di compassione per questo esserino terrorizzato e agonizzante la troviamo sconvolgente!
Lasciatecelo dire, persone VERGOGNOSE!
Se la nostra volontaria non fosse intervenuta TUTTI l’avrebbero lasciata ad agonizzare sull’asfalto.
Prenderemo i necessari provvedimenti, per quanto ci riguarda, perché questi genitori irresponsabili e negligenti non la passino liscia.
Ma vogliamo che la morte di Miracle, come ci sarebbe piaciuto che fosse, non sia invana.
Che leggiate fino in fondo e che capiate appieno il senso di colloqui preaffido nelle vostre case, con i vostri bimbi, ore ed ore a parlare, a dispensare consigli, a fare richieste e porre condizioni che vi sembrano eccessive.
Perché una vita è una vita e quella di oggi è stata spezzata per assecondare il capriccio di qualcuno che avrebbe dovuto prendere un peluche e non un essere vivente. Miracle non doveva essere un giocattolo, era una micina di soli 3 mesi che doveva essere tutelata.
E allora va bene, diteci che siamo eccessivamente rigide, che così facendo limitiamo le possibilità di adozione, che poi i gatti ci rimangono in stallo a vita… Siamo sempre più sicure di non sbagliare.
Perché certi errori si pagano ad un prezzo che non è spiegabile a parole e il terrore negli occhi della micina riversa sull’asfalto rimarrà impressa nelle nostre menti».
Immagine di copertina rappresentativa. Credit: pixabay-Gundula Vogel