Animali
L’università di Torino tortura gli animali?
Macachi che sarebbero accecati per gli esperimenti dell’Università di Torino. La Lav lancia una petizione affinché siano fermati
L’associazione contro la vivisezione LAV e Essere animali denunciano gli esperimenti condotti su un gruppo di macachi da parte dell’Università di Torino. È stato girato anche un video denuncia e indetta una petizione (chiedendo anche al Ministero della Salute) affinché si fermino questo genere di esperimenti. La vicenda.
La vivisezione serve davvero?
Sulla vivisezione e sulla sua utilità da anni si scontrano opinioni diverse e spesso contrastanti. Da un lato chi bolla la pratica come medievale e inutile – oltre che crudele – e dall’altro chi invoca ancora la sua indispensabilità. A ritenere che debba essere abolita – sia chiaro – non sono solo gli “animalisti” ma anche diversi scienziati. Per contro, a sostenere la sua utilità sono – come si può immaginare – in maggioranza ricercatori. Ad argomentare che la vivisezione sia una pratica inutile sono d’altronde numerosi studi, che spesso mostrano come i risultati ottenuti su certi animali poi non siano riconducibili a quanto potrebbe accadere all’uomo. Altri studi, invece, sostengono che da certi risultati si possano estrapolare importanti informazioni per comprendere certi meccanismi e trovare “nuove” cure. Il dibattito probabilmente è destinato a perdurare nel tempo.
I macachi che saranno resi ciechi
Sono 6 le scimmie in attesa di essere rese cieche dalla sperimentazione, che interverrà con il bisturi nel loro cervello. La LAV e Essere Animali invocano che il nulla osta a procedere venga revocato, e si possano così risparmiare inutili sofferenze a questi animali. Il gruppo di macachi è attualmente detenuto negli stabulari dell’Università di Parma che conduce la milionaria ricerca insieme all’Università di Torino.
Ingabbiati con elettrodi piantati nel cervello
Come si potrà vedere nel video che trovate più sotto (attenzione perché le immagini sono adatte a un solo pubblico adulto e non impressionabile) i macachi sono rinchiusi in piccole gabbie con degli elettrodi impiantati nel cranio, e mostrano come siano in preda a comportamenti ossessivi. L’attesa è quella di un condannato a morte che, in questo caso, aspetta di essere immobilizzato per poi subire le “torture” previste dalla procedura nella sperimentazione.
La petizione per fermare gli esperimenti
Nel frattempo, e nella speranza di arrivare in tempo, la LAV lancia una petizione su Change.org dal titolo #civediamoliberi. La petizione è stata lanciata «affinché il Ministero della Salute revochi subito al Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino l’autorizzazione e il milionario finanziamento per la ricerca condotta assieme all’Università di Parma, presso cui i macachi sono detenuti, dal titolo LIGHTUP – Turning the cortically blind brain to see». Secondo la LAV i test cui verrebbero sottoposti i macachi sarebbero particolarmente crudeli e inutili. «Lo studio – sottolinea la LAV – prevede in parallelo anche una sperimentazione su malati che volontariamente e consapevolmente si sottopongono alla ricerca. Per le scimmie intanto si prevede un lungo periodo di training con immobilizzazione in più parti del corpo per ore, quasi tutti i giorni, della durata di settimane se non mesi, con l’asportazione chirurgica di aree della corteccia visiva al fine di rendere i macachi clinicamente ciechi. Abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti per avere maggiori dettagli su questo progetto ma il Ministero della Salute da un anno ci nega queste informazioni».
I numeri dei morti
Nonostante la sperimentazione sui primati non umani debba essere condotta soltanto in casi eccezionali – come da normativa vigente – negli ultimi tempi le concessioni a questo tipo di sperimentazione sono raddoppiate, sottolinea Essere Animali. Secondo i dati, nel solo 2017 sono stati uccisi in questo modo 586 primati.
Non è così
Alla petizione e alle proteste avrebbero replicato i ricercatori delle due università, precisando che i macachi non saranno accecati ma gli esperimenti produrranno una “macchia cieca” circoscritta in pochi gradi del campo visivo – operazione necessaria affinché si possano ottenere i risultati voluti. Allo stesso modo, gli animali sarebbero “liberi” di muoversi nell’ambiente e di interagire con i propri simili. In sostanza, il quadro non sarebbe così fosco come presentato. La sperimentazione, fanno notare ancora i ricercatori, ha come obiettivo il far recuperare la vista a pazienti umani che l’abbiano persa a causa di una lesione al cervello.
E allora perché?
A controbattere ci pensa ancora la LAV, sostenendo che se le questa ricerca è davvero eccellente e senza ombre così come descritta nelle autorizzazioni etiche, perché da più di un anno viene negato l’accesso agli atti del protocollo e non è possibile prenderne visione? Sempre la LAV spiega che l’asportazione di una parte della corteccia visiva equivale ad accecare, e non soltanto produrre una macchia. Il Ministero della Salute, poi, ha classificato la sperimentazione in una classe di dolore “grave”, che è la più alta in assoluto. Per cui, altro che macachi allegri. Senza tenere conto che tutto ciò andrà avanti per ben 5 anni di sperimentazione – periodo in cui i macachi saranno sottoposti agli esperimenti e in cui saranno immobilizzati in diversi punti del corpo e per molte ore al giorno.
Quale che sia la verità noi non lo sappiamo. Tuttavia, ci si augura che si possa fare chiarezza e risolvere nel modo migliore la questione.
Il video girato di nascosto (attenzione! Immagini impressionanti)