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Peste suina in Piemonte: ecco come limitare il propagarsi della malattia
Per contenere il propagarsi della Peste suina africana in Piemonte è stata iniziata la posa della rete di contenimento per limitare i movimenti dei cinghiali
La Regione Piemonte informa che è iniziata dalla località Abasse di Ponzone (Alessandria) la posa del tratto piemontese della rete di contenimento che avrà il compito di limitare i movimenti dei cinghiali e di conseguenza il propagarsi della Peste suina africana.
I primi metri di rete sono stati posati alla presenza del Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, del Commissario straordinario Angelo Ferrari, del Vicepresidente della Regione Piemonte, dell’Assessore regionale all’Agricoltura e dei Sindaci interessati.
Questo primo lotto della recinzione si snoderà per 10 chilometri nei territori di Ponzone, Cassinelle e Molare, secondo un percorso definito da Regione Piemonte, Società di committenza regionale, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Comuni e progettisti come il migliore possibile in funzione della topografia e delle peculiarità della zona. Successivamente si procederà, in contemporanea, su più lotti per circa 130 chilometri.
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Il Sottosegretario ha evidenziato la presenza di due emergenze: contenere la diffusione del virus e ridurre il numero dei cinghiali. Due azioni da realizzare contemporaneamente in tempi brevi anche per contenere i danni causati da questi animali. Ha quindi ringraziato la Regione che ha reso possibile questa operazione e ha manifestato piena disponibilità, se il territorio lo ritiene utile, a costituire la cabina di regia proposta dall’assessore regionale alla Sanità. Ha infine ricordato che per l’emergenza Peste suina, che ha colpito Piemonte e Liguria, sono stati finora stanziati 50 milioni di euro: 10 per le reti di recinzione, 25 per i ristori e 15 per la biosicurezza delle aziende.
Il vicepresidente della Regione, titolare della delega al Coordinamento della gestione della Peste suina, ha evidenziato come la posa del primo tratto di rete sia potuta iniziare in tempi rapidi, nonostante le notevoli difficoltà, grazie all’egregio lavoro dei sindaci e dei tecnici. Mettere in sicurezza il territorio consentirà agli abitanti di tornare alla normalità e di procedere all’abbattimento selettivo dei cinghiali. L’esperienza piemontese farà anche da esempio per le altre zone d’Italia alle prese con questa problematica.
L’assessore all’Agricoltura ha dichiarato che la rete avrà la funzione di impedire gli spostamenti dei cinghiali dall’area infetta a quelle indenni e soprattutto permettere l’avvio del depopolamento e dell’eradicazione. Queste attività sono urgenti per liberare i territori dai molti vincoli che questa situazione epidemiologica ha finora creato.