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Cna agroalimentare: «è un omicidio premeditato delle imprese»

Aprire le aziende, in questo momento, è davvero la scelta giusta?

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TORINO – «La sensazione è che questa crisi si configuri come una enorme operazione di sterilizzazione di microimprese e/o imprese che avevano qualche difficoltà, ma che a oggi erano riuscite a far quadrare in qualche modo le cose, e magari, in alcuni casi cominciavano a rosicchiare qualche spazio di luce e verranno spazzate via. Per me questo è omicidio premeditato». Lo afferma Claudio Fantolino, presidente Cna Agroalimentare Torino.

Dov’è finita la fase 2?

«All’indomani della presentazione del nuovo Dpcm del Governo che doveva aprire alla ‘Fase due’ – osserva – la sensazione prevalente tra le microimprese agroalimentari, a cominciare dalle imprese della ristorazione, è di incredulità e rabbia. Se si deve attendere sino al primo giugno vuol dire che saranno state costrette a rimanere chiuse tre mesi senza a oggi un reale supporto e con vaghe indicazioni di possibili finanziamenti forse in parte a fondo perduto. Le imprese non hanno chiuso per proprie mancanze o incapacità ma perché lo Stato gliel’ha imposto, e con grande senso di responsabilità vista l’emergenza si sono adeguate, ma non è possibile che si debbano sobbarcare del danno nei tempi e nei modi che hanno subito sino a questo punto. A oggi non è dato immaginare quale sarà lo scenario di ripartenza, ma l’unica certezza è che la situazione sarà estremamente complessa e molte sono le aziende che stiamo condannando a non riaprire e le perdite vi saranno ancora per mesi. Chiediamo a tutti i livelli di governo centrale, regionale e comunale, di dimostrare chiaramente la propria vicinanza attiva alle imprese».

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