Consumatori
Amazon Speedy Gonzales a Torino e dintorni: consegne in 2 ore. I commercianti protestano
Il servizio ultrarapido Prime Now di Amazon parte a Torino, Beinasco, Orbassano, Rivoli, Collegno, Moncalieri e Nichelino. Consegne in meno di 2 ore, e piovono le proteste dei commercianti
Amazon come Speedy Gonzales, il topo dei cartoni d’epoca che correva velocissimo. Infatti, dopo Milano e Roma anche a Torino è arrivato il servizio Ultra-Rapide Prime Now, che promette consegne speedy in massimo 2 ore dall’ordine per prodotti di prima necessità. In sostanza, i torinesi e non solo, potranno fare la spesa comodamente dal loro PC o smartphone e ricevere a casa (o in ufficio) pane, latte, frutta, verdura e altro in tempi rapidi e sicuri. Dopo la notizia, arriva puntuale la protesta dei commercianti.
L’App che fa lesta lesta
Per chi abita a Torino, Beinasco, Orbassano, Rivoli, Collegno, Moncalieri e Nichelino si apre dunque una sorta di nuova era: quella che rispecchia la società di oggi dove si deve fare tutto di corsa. E così si adeguano anche i colossi dell’e-commerce come Amazon. Tramite l’App dedicata Prime Now, i consumatori possono acquistare tra gli oltre 7 mila prodotti disponibili quelli che servono, e lo possono fare dalle 10:00 del mattino fino alla mezzanotte dello stesso giorno. Dal canto suo, Amazon promette la consegna dei prodotti ordinati entro 2 ore dall’ordine – ma i più fortunati li ricevono anche molto prima.
C’è chi gongola
Non sappiamo se i clienti Amazon siano contenti del nuovo servizio, ma è probabile che ovviamente lo siano (voi che ne dite?). Tuttavia, a gongolare probabilmente è la grande distribuzione organizzata (GDO) a insegna Pan Panorama, che è stata coinvolta nel progetto, e allo stesso modo le società di logistica del territorio anch’esse coinvolte. A partire da ora e sino a gennaio 2020, poi, il servizio non prevede costi di spedizione per ordini superiori a 25 euro. Da febbraio, il costo di spedizione sarà di 3,49 euro per gli ordini inferiori a 50 euro. Per il momento, il servizio Prime Now è rivolto ai prodotti alimentari, tuttavia da Amazon fanno sapere che presto potrebbe essere esteso anche ad altre categorie di prodotti, come per esempio i casalinghi e l’abbigliamento.
…E chi protesta
Dall’altra parte della barricata, però, ci sono i commercianti tradizionali che devono fare i conti ogni giorno con la crisi del mercato e con le restrizioni sempre più pressanti delle Amministrazioni locali: non a caso, le organizzazioni dei commercianti fanno notare che mentre il Comune chiude il centro di Torino con la nuova ZTL, il web è sempre attivo e i consumatori possono comprare a qualsiasi ora, giorno… e non hanno il problema del parcheggio. E poi c’è la questione delle tasse, che per i piccoli commercianti sono sempre più pesanti, mentre i colossi del web hanno sede in altri Paesi dove la tassazione è, per così dire, più “amica”. Per questo, le organizzazioni invocano la Web Tax di cui anche il Presidente Mattarella ha più volte parlato.
Valorizzare il territorio?
Il servizio Prime Now, strizza l’occhio anche ai prodotti del territorio e a chi vuole promuovere i propri prodotti tipici. Non a caso, oggi, nel paniere di Prime Now ci sono anche i classici Baci di Dama, gli gnocchi della Val Varaita, i tomini di Rivarolo, e anche i vini Doc… Insomma, per il consumatore è probabilmente difficile parlare di un qualcosa che sia poco gradita, ma è chiaro che come un tempo si parlava dei robot che licenziavano gli operai, oggi si parla della tecnologia che fagocita il commercio tradizionale. E voi, cosa ne pensate?
Fabio Bruno
12 Settembre 2019 at 12:25
Ottimo