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Colombe pasquali, di “marca” è meglio che da discount? Non sempre

Le Colombe pasquali di marca sono davvero migliori di quelle low cost? I risultati del confronto tra 4 prodotti molto diffusi

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Quando si tratta di acquisti spesso si è portati a pensare che un prodotto più caro sia anche di qualità migliore. Un tempo, probabilmente, era ancora così, ma oggi che la qualità generale dei prodotti è scesa in picchiata, le cose sono assai diverse. Per cui, a prezzo alto la maggior parte delle volte non corrisponde elevata qualità, anzi… a farla da padrona sovente sono la pubblicità, le strategie di marketing che ammantano il prodotto di un plus che in realtà non ha. E anche la moda ha il suo peso. Ma quando si tratta di alimenti, vale la stessa cosa? Visto che siamo in dirittura d’arrivo della Pasqua, il sito Qualescegliere ha testato la qualità di 4 marche di Colombe pasquali per capire se, anche qui, prezzo equivale a qualità o meno.

Colombe di marca Vs colombe low-cost

Partendo dunque dal discorso appena avviato, gli esperti di Qualescegliere.it hanno voluto valutare la qualità di 4 marche di Colombe pasquali diffuse e vendute in negozi e supermercati. La domanda era anche: quali caratteristiche organolettiche e di ingredienti deve avere una Colomba per definirsi di qualità o meno al di là della marca o del prezzo?

Gli ingredienti di “legge”

Sulle Colombe pasquali, come peraltro anche su altri prodotti alimentari, esiste un Decreto Ministeriale del 22/07/2005 che definisce quali ingredienti debbano far parte dell’impasto della Colomba affinché possa definirsi tale. Nello specifico, dentro a una Colomba devono essere presenti farina di frumento, zucchero, uova di gallina intere di classe A o tuorlo d’uovo (in quantità non inferiore al 4% del totale), materia grassa butirrica (minimo 16%), scorze di agrumi candite (non meno del 15%), lievito naturale e sale. La legge permette anche delle aggiunte a discrezione dei produttori come per esempio, latte e derivati, burro di cacao, miele, zuccheri di diverso tipo, altri lieviti, malto, aromi naturali e, infine, conservanti come acido sorbico e sorbato di potassio.

Le Colombe oggetto del confronto

Gli esperti di Qualescegliere hanno valutato le caratteristiche di queste quattro Colombe:
Colomba tradizionale Le Tre Marie
Colomba classica Bauli
Colomba classica Balocco
Fior di colomba classica Maina
Colomba classica Carrefour
Colomba senza canditi Coop
Colomba classica Conad
Colomba classica LIDL Favorina.

I parametri della valutazione delle Colombe

Gli esperti di Qualescegliere hanno analizzato in particolare questi parametri:
lista ingredienti
peso
aspetto
consistenza
data di scadenza
prezzo.

Le Colombe migliori sono le più care e “famose”?

Come già accennato, a prezzo non si rifà necessariamente qualità. E dall’indagine emerge che le differenze che ci si potrebbe aspettare (a parte un unico caso), pagando di più, invece non sempre ci sono. Gli esperti di Qualescegliere scrivono infatti: «Il raffronto tra marche e sottomarche rivela similitudini inaspettate». Ne è un esempio la prova che la maggioranza dei produttori – sia quelli più “blasonati” che quelli meno – non specificano in etichetta la percentuale di materia grassa butirrica. Questo anche se nel Decreto che detta le norme su come debba essere prodotta una Colomba sia chiaramente specificato che questa componente non può essere inferiore al 16% degli ingredienti totali. Altro fatto curioso è che anche se una Colomba è prodotta nello stesso stabilimenti, la ricetta molte volte cambia.

Quali sono risultate le Colombe migliori?

In base ai parametri oggetto dell’indagine, gli esperti hanno stilato una classifica, che riportiamo qui di seguito.
Tre Marie: è la Colomba che ha ottenuto il punteggio più alto, ed è quella che sulla carta giustifica il prezzo più elevato. Un caso, questo, in cui a prezzo corrisponde qualità. L’etichetta è trasparente  – riportando tutte le informazioni necessarie. Rispetta le percentuali di ingredienti. Il prezzo più alto rispetto alle altre Colombe sarebbe dunque giustificato dalla qualità. Punti forti: tutte le percentuali degli ingredienti indicati dalle direttive sono rispettate. Punti deboli: nessuno.
Balocco: si piazza al secondo posto della classifica. Questo ne fa pertanto una buona alternativa, più economica, alla Colomba Tre Marie. La qualità globale è buona e il prezzo conveniente, per questo motivo vi è un equilibrio tra qualità, prezzo e caratteristiche. Punti forti: buona percentuale ingredienti. Punti deboli: crosta leggermente oleosa.
Bauli: conquista la terza posizione nella classifica. La lista degli ingredienti è buona. Tuttavia, si fa notare che in etichetta non è specificato il quantitativo di tuorlo d’uovo utilizzato. Punti forti: lievitazione naturale per 30 ore. Punti deboli: non è specificata la percentuale di tuorlo.
Maina: non essendo una Colomba “classica”, si discosta molto da quelle caratteristiche che ci si aspetterebbe. La “Fior di Colomba” non può pertanto essere paragonata a quelle del test. A ogni modo, gli esperti hanno decretato che il prezzo alto è ingiustificato. Punti forti: crosta con amaretti, buona alternativa per chi non mangia mandorle. Punti deboli: prezzo elevato per non essere propriamente una colomba.
Conad: la Colomba di questa marca, che è quella della catena di supermercati, si distingue per le alte percentuali di ingredienti dichiarati in etichetta, che si attestano come più alte rispetto a tutte le altre marche oggetto del test. Tuttavia, allo stesso modo di Bauli la Colomba a marchio Conad non dichiara la percentuale di tuorlo d’uovo presente. Il prezzo si ritiene soddisfacente. Punti forti: quantità di canditi e mandorle maggiore di altre colombe da supermercato. Punti deboli: non si conosce il tempo di lievitazione e la percentuale di tuorlo d’uovo.
Coop: la lievitazione dichiarata in etichetta è risultata buona per questa Colomba a marchio Coop. Tuttavia, sebbene sia priva di canditi ha un prezzo più alto delle altre, che non è giustificato. Punti forti: lievitazione naturale e 40 ore di lavorazione. Punti deboli: prezzo più alto di tutte le altre pur essendo priva di canditi.
Carrefour: si tratta della colomba più economica tra quelle testate. Presenta però una minore percentuale di canditi rispetto alle altre. Come nel caso di Conad e Bauli, anche per questa Colomba non si può sapere quale sia la percentuale del tuorlo utilizzata nella ricetta. Punti forti: prezzo. Punti deboli: percentuale di uova non specificata e poche scorze d’arancia.
Lidl Favorina: questo prodotto da discount ha presentato qualche problema. Nello specifico, in questa Colomba a marchio Lidl sono gli ingredienti utilizzati per la glassa a non convincere. Difatti, la ricetta non seguirebbe le indicazioni della glassa classica. Punti forti: giusta percentuale di canditi. Punti deboli: ingredienti della glassa.

Quanto alla freschezza degli ingrediente e alla data di scadenza, non sono state trovate significative differenze in quanto a data di scadenza, quasi tutte le colombe possono essere preferibilmente consumate entro giugno-luglio 2019. L’unica eccezione è la Colomba Lidl che ha una scadenza a settembre 2019.

E il gusto?

Gli esperti di Qualescegliere, rispetto al gusto non si sbilanciano, ritenendo che questo sia un qualcosa di personale. Nonostante ciò, la presenza di altri tipi di grassi – oltre al burro – ne fanno spesso un prodotto più pesante e oleoso. Questo le rende più soffici a lungo, anche dopo che sono state aperte. Per contro, però, sono più difficili da digerire. Anche la maggiore o minore presenza di canditi o mandorle ne cambia la consistenza e il gusto. Tuttavia, non tutti amano questi ingredienti. In sostanza, l’unico modo per capire se una Colomba è meglio di un’altra è leggere attentamente l’etichetta, sapendo che alcuni ingredienti sono migliori di altri.

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