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Covid 19

Aperto l’ospedale del Valentino, già arrivati i primi pazienti. Come funziona

L’ospedale temporaneo del Valentino ha aperto i battenti ed è già in funzione. Sono infatti già arrivati i primi pazienti da Torino e dal Piemonte. Ecco com’è e come funziona

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Ospedale del Valentino a Torino

TORINO – La Regione Piemonte fa sapere che l’ospedale temporaneo Valentino è in funzione. Sono, infatti, già arrivati i primi 6 pazienti da Torino (Molinette), Novara e Pinerolo. Allestito nel Quinto Padiglione di Torino Esposizioni (dove si svolgeva Natale in Giostra), è riservato a pazienti Covid a bassa intensità di cura.

L’ospedale del Valentino

L’ospedale Valentino è stato allestito in pochissimo tempo in uno spazio messo a disposizione dal Comune di Torino su richiesta dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte e con la collaborazione della Prefettura di Torino. Qui troviamo 55 tensostrutture fornite dalla Croce Rossa (6), dalla Provincia autonoma di Trento (11) e dalla Regione attraverso la Protezione civile e la Maxiemergenza 118. Quest’ultima ha posizionato il Field Hospital Emt 2 (Emergency medical team), struttura unica in Italia e tra le sole quattro presenti in Europa. L’allestimento dell’ospedale è costato 1,5 milioni di euro, concessi dal Fondo di beneficenza di Intesa San Paolo.

Allestito a tempo di record

I lavori per allestire l’ospedale temporaneo si sono conclusi in 11 giorni grazie all’impegno di oltre 500 volontari, che sono stati coordinati dal commissario generale dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, Vincenzo Coccolo, con il supporto del commissario per l’area giuridico-amministrativa Antonio Rinaudo e del responsabile della Maxiemergenza 118 Mario Raviolo. La presentazione della struttura è avvenuta sabato 21 novembre, alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Regione Fabio Carosso e degli assessori Matteo Marnati e Luigi Genesio Icardi.

Come funziona l’ospedale Valentino

posti letto disponibili sono 455, gestiti in forma integrata dalla Aou Città della Salute e dall’Asl Città di Torino. Di questi, 447 posti adibiti alla degenza; 6 di subintensiva e 2 di intensiva. Sono 350 quelli dotati di presa fissa per la distribuzione dell’ossigeno, mentre per i restanti saranno utilizzate le bombole portatili. Ogni tenda è dotata di rilevatori di fumo, sensori per la concentrazione di ossigeno e campanello di allarme visivo e sonoro.

I posti già attivi

In questa prima fase ne sono attivi 100 e prestano servizio 15-20 medici, 24 infermieri, 48 operatori sociosanitari, un tecnico di laboratorio e due amministrativi. A partire dalla seconda fase vi sarà un’attivazione graduale dei posti letto con un impiego massimo di 40 medici, 90 infermieri, 200 OSS oltre a tecnici e amministrativi. Disponibile anche un laboratorio mobile con postazione radiologica ed ecografica per la visita dei pazienti. Installate macchine che provvedono al ricambio dell’aria due volte al giorno.

Il personale sanitario

Si tratta di personale neoassunto, in quanto, come specifica l’assessore Icardi, «abbiamo fatto un accordo con le Università per permettere di anticipare di quaranta giorni la fine del quarto anno, grazie al Decreto Calabria, in modo che venissero contrattualizzati». In servizio anche gli specializzandi, affiancati dai tutor. La Centrale 118 e il sistema di emergenza territoriale si occupano dei trasporti sanitari e di quelli in emergenza.

Un padiglione certificato

La scorsa settimana era stata messa in dubbio la sicurezza del Quinto Padiglione ma, sempre la Regione, fa sapere che questo è dotato di certificato di idoneità statica fin dal 2013 ed è stato testato con prove di carico nel 2018 in occasione di uno studio commissionato dal Politecnico di Torino confermando la sicurezza dal punto di vista strutturale. Lo stesso studio rileva che il livello di sicurezza sismica è in linea con quello di molti edifici dello stesso periodo normalmente in uso. Nessun rischio in caso di alluvione,dal momento che il pavimento si trova 4 metri più in alto rispetto ai livelli di piena eccezionali del fiume Po e tutte le operazioni di drenaggi dell’acqua e pulizia di canaline sono state eseguite.

Sino a che non saremo usciti dalla pandemia

«L’area resterà operativa fino a quando non saremo usciti del tutto dalla pandemia», afferma il presidente della Regione Alberto Cirio, che anticipa che «a fine emergenza potrebbe diventare un centro per la vaccinazione contro il Covid».

Fonte e immagine: Regione Piemonte

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