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Appendino, facciamo chiarezza sulla Movida a Torino: luci e ombre
I torinesi sono disciplinati in parte riguardo le misure di sicurezza e distanziamento sociale, spiega la sindaca Appendino. Ecco cosa accade in città dall’aperitivo alla notte
Sul rispetto delle misure di sicurezza e sul distanziamento sociale, come si stanno comportando i torinesi da dopo il 18 maggio? Ne ha parlato la sindaca di Torino, Chiara Appendino, ai microfoni della trasmissione di Rai Radio Uno Centocittà, nel fare il bilancio dopo il primo weekend dopo lo scioglimento del lockdown.
Voglia di ri-vivere
Quello che è apparso subito evidente, dopo la “libertà” concessa con la Fase 2, è che le persone hanno una voglia incontenibile di tornare alla normalità, a come era prima dell’emergenza sanitaria e del lockdown, di ri-vivere… Solo che questo entusiasmo spesso è andato oltre misura, inducendo molte persone ad abbassare la guardia, a non tener conto delle misure di sicurezza – ancora in vigore per tutelare la salute e la vita di tutti, e non solo per “limitare la libertà” delle persone. Pur comprendendo la voglia di scrollarsi di dosso il disagio provocato dalla minaccia del virus, certi comportamenti mettono però a rischio non solo se stessi ma anche gli altri.
La movida a Torino tra luce e ombre
«Se si aprono gli spazi, le persone – non solo i ragazzi – li riconquistano e li vogliono vivere», ha spiegato la sindaca Appendino. «Noi abbiamo fatto un lavoro preventivo con il Prefetto di Torino, tramite un’ordinanza che per questo primo weekend sperimentale ha disposto il divieto di vendita di alcolici per asporto dalle diciannove nelle zone della movida. Questo ha portato a luci e ombre: siamo soddisfatti per la gestione degli aperitivi, ma dopo le ventitré abbiamo incontrato difficoltà».
Correggere il tiro
La sindaca di Torino, facendo poi riferimento alla convocazione del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, ha sottolineato che «Oggi faremo il punto e cercheremo di aggiustare il modello, ma la prima regola è il buon senso da parte di tutti. Devo dire che la stragrande maggioranza dei torinesi è stato responsabile anche questo fine settimana – ha aggiunto Appendino – ma non c’è solo il tema movida: le persone sono tornate nei negozi, gli esercenti hanno fatto investimenti per garantire sicurezza. Tante cose hanno funzionato; altre vanno aggiustate: questo è normale, perché è un periodo di convivenza col virus». E questo forse non dovremmo dimenticarlo: il virus non se n’è andato, solo perché abbiamo deciso di riaprire. E se non vogliamo che torni, magati più “cattivo” di prima, allora ognuno di noi dovrebbe fare lo sforzo di rispettare le regole.
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