Cronaca Live
Donna scomparsa 17 anni fa: trovate ossa umane nel giardino di casa
Aveva 32 anni all’epoca della sua scomparsa. Ma la denuncia viene fatta solo nel 2019, ben 17 anni dopo la sua sparizione. Perché nessuno si è preoccupato di farla? E, soprattutto, le ossa che sono state trovate nel giardino di casa in cui ora vive il marito, appartengono alla donna scomparsa?
TORINO – Ne abbiamo parlato alcuni giorni fa in questo articolo: una donna scompare la mattina del 7 aprile 2002. L’ultima volta che è stata vista, si trovava presso la sua abitazione. Ma ciò che più di strano c’è in tutta questa vicenda non è la sua sparizione, bensì la sua mancata denuncia. Nessuno, infatti, sembrava essersi minimamente preoccupato di farla. Diventa ufficiale solo 17 anni dopo la sua scomparsa. Perché tutto questo tempo per una denuncia? Del caso ne ha parlato anche la trasmissione di Rai 3 «Chi l’ha visto?». Ora, tuttavia, sembrano esserci nuovi sviluppi: nel giardino della casa in cui viveva, sono state ritrovate delle ossa. Ecco i dettagli della vicenda.
Ossa in giardino
Potrebbero essere di Samira Sbiaa, la donna originaria del Marocco scomparsa a Settimo Torinese 17 anni fa, le ossa trovate nel giardino nella casa di via Petrarca. Luogo in cui la donna abitava al tempo della sua scomparsa. La stessa casa in cui abita ancora il marito Andrea Caruso. Ora l’uomo è indagato per l’omicidio della moglie.
Scomparsa nel nulla
La giovane scompare nel nulla una mattina dell’anno 2002. All’epoca aveva 32 anni e faceva la casalinga. Grazie alla trasmissione RAI «Chi l’ha visto?», sono iniziate le indagini. Ricerche che hanno portato a un nuovo sviluppo: nel giardino di casa sono state ritrovate delle ossa. Sul posto è in corso il sopralluogo della Sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale dei Carabinieri di Torino.
Ossa umane?
Probabilmente di tratta di ossa umane quelle che sono state trovate nel cortile della casa di via Petrarca a Settimo Torinese, luogo in cui viveva Samira Sbiaa. La scoperta è stata fatta ieri pomeriggio dai carabinieri impegnati nelle ricerche. Il ritrovamento è stato reso possibile in seguito ad alcuni scavi eseguiti dagli investigatori del reparto scientifico dell’Arma.
Cani molecolari e georadar
Presso l’abitazione si è recato anche il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando e il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, il colonnello Francesco Rizzo. Le ricerche sono state eseguite grazie alla collaborazione di «cani molecolari» e georadar.