Cronaca Live
I furbetti del Coronavirus: le incredibili scoperte dei NAS in questi giorni
I Carabinieri del NAS sono sempre al lavoro per tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini: ecco cosa hanno scoperto in questi giorni di emergenza e come sono stati pizzicati i furbetti del Coronavirus
Anche in giorni di crisi ed emergenza per tutti, ci sono sempre quelli che si credono più furbi degli altri: sono appunto i “furbetti del coronavirus”, coloro che il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, attraverso i militari del NAS, hanno pizzicato nei giorni scorsi mentre si ritiene compissero atti contro la salute e la sicurezza dei cittadini.
Emergenza sanitaria e trasgressori
I truffatori, i delinquenti non si fermano mai, nemmeno in periodi come questi segnati dall’emergenza e da uno stato di disagio collettivo. Per questo motivo, le forze dell’ordine sono sempre impegnate nel contrastare tutte quelle azioni che vanno contro la collettività e la legge. Così, anche «nell’ambito dell’attuale emergenza sanitaria connessa alla diffusione epidemia di Coronavirus covid-19 il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, attraverso i dipendenti NAS, sta svolgendo controlli ispettivi e repressivi sulla regolarità delle attività distributive di dispositivi medici e di impiego sanitario nonché all’accertamento di pratiche commerciali illegali o fraudolente, anche su canali online», riporta una nota del Ministero della Salute.
Articoli sanitari e presidi medici irregolari e pericolosi
In questo periodo, chi ha pensato bene di guadagnare a dispetto del rischio per la salute dei cittadini si è buttato capofitto nella tendenza del mercato del momento – che è quella degli articoli sanitari e dei presidi medici. La collaborazione dei reparti territoriali dell’Arma dei Carabinieri con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli ha permesso «tramite verifiche incrociate su flussi commerciali import/export, di intercettare e vincolare articoli sanitari e presidi medici importati irregolarmente e privi delle caratteristiche di sicurezza». Gli interventi che ne sono seguiti hanno portato a numerosi sequestri, che hanno «interessato anche aziende produttrici o distributori di disinfettanti e presidi medici, privi di requisiti, asseritamente vantanti azione antivirus o fabbricati in strutture abusive e igienicamente carenti. Si è così arrivati a sequestrare oltre 14mila confezioni di prodotti irregolari.
Alcuni degli interventi dei NAS a Torino e nel resto d’Italia: hanno scoperto di tutto e di più
La nota del Ministero riporta nello specifico quali sono stati gli interventi.
Il NAS di Torino ha deferito alla Procura della Repubblica la titolare di una farmacia per aver commercializzato 200 mascherine facciali di protezione sterili acquistate e importate direttamente dalla Repubblica Popolare Cinese, riportanti informazioni in lingua cinese e senza la marcatura CE, vendendo e consegnando alla clientela un prodotto non in possesso dei requisiti di sicurezza.
Il NAS di Cosenza, a seguito di segnalazione di una pluralità di casi positivi al virus covid-19 presso una casa protetta per anziani e disabili motori in quella provincia (21 casi tra ospiti e operatori sanitari), ha effettuato, d’intesa con l’Azienda Sanitaria Provinciale, un’ispezione igienico-sanitaria presso la struttura, già oggetto di un’ordinanza sindacale “di isolamento totale e quarantena obbligatoria di tutti i soggetti in essa presenti” emessa in data 28.03.2020. Al momento dell’accesso risultavano ospitati ancora 15 anziani parzialmente autosufficienti, dei quali 11 positivi, mentre 4 anziani erano stati trasferiti presso l’ospedale di riferimento areale. L’ispezione, pur consentendo di acclarare buone condizioni igienico-sanitarie e un’adeguata fornitura di D.P.I. ai lavoratori, ha evidenziato criticità sotto il profilo organizzativo dovute al limitato numero di addetti all’assistenza, in conseguenza della rigorosa ordinanza sindacale che impediva il regolare turn-over dei 4 operatori rimasti all’interno, di fatto bloccati in servizio continuativo da tre giorni.
La problematica è stata segnalata all’ASP di Cosenza per l’immediata adozione dei provvedimenti di competenza e l’individuazione di adeguati percorsi di contenimento e mitigazione del focolaio.
Il NAS di Roma, unitamente all’Agenzia delle Dogane, ha sequestrato 2.000 confezioni di gel igienizzante e 70.000 guanti in lattice, oggetto di importazione e in fase di distribuzione nella filiera commerciale della Capitale, risultati privi della documentazione di trasporto, diciture in lingua italiana e, ove prevista, di marcatura CE. I prodotti erano detenuti presso un magazzino di un’azienda all’ingrosso di articoli casalinghi e da regalo.
Il NAS di Napoli, presso un ipermercato, ha proceduto al sequestro penale di 439 confezioni di un igienizzante mani, posto in vendita come “biocida”, riportante in etichetta la dicitura “elimina fino al 99,9% batteri, funghi e virus… attivo su virus (coronavirus, HIV, HBV, HCV)”, senza l’indicazione di alcuna autorizzazione ministeriale. Le attività di verifica, estese al laboratorio di produzione di Napoli, si concludevano con il sequestro giudiziario dei locali, delle attrezzature, dei materiali per il confezionamento (etichette, confezioni, tappi) nonché di ulteriori 586 confezioni di analogo prodotto, riportante anche la falsa indicazione della ditta produttrice risultata inesistente.
I NAS di Caserta e di Napoli, presso un ingrosso di alimenti e generi vari ubicato in provincia di Caserta, hanno sequestro 5.580 confezioni di igienizzante vantante in etichetta “proprietà germicida e battericida superiori al 99,9%”, privo della prescritta registrazione come biocida e presidio medico-chirurgico. È stato deferito alla A.G. un farmacista, quale fabbricante del prodotto, per frode nell’esercizio del commercio e immissione sul mercato di prodotti privi di registrazione.
Il NAS di Bari, in due distinte operazioni, ha sequestrato complessive 10.500 confezioni di sapone liquido e di gel igienizzante per le mani, rispettivamente prive della prescritta registrazione sul portale europeo dei cosmetici e di indicazioni lotto produzione in etichetta. Valore complessivo della merce in sequestro è stimata in circa 18.000 euro.
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Immagine di copertina rappresentativa: Carabinieri impegnati nel controllo del rispetto delle misure di contenimento a Torino.