Cronaca Live
Piemonte, altre 45 vittime. Si pensa alla sperimentazione di un nuovo farmaco
Oltre 4.500 contagiati: al via al test di un nuovo farmaco negli ospedali piemontesi?
TORINO – Con i 17 decessi comunicati ieri sera dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte sale a 300 il numero delle vittime positive al test del Coronavirus, 45 nella sola giornata di ieri. Ma sta crescendo il numero delle persone guarite: quelle di oggi sono 4, un intero nucleo familiare del Novarese e un uomo della provincia i Torino. In totale, i guariti in Piemonte sono 14.
Le 14 persone guarite
Nel pomeriggio di ieri, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione di altri quattro pazienti contagiati dal Coronavirus: si tratta di un nucleo famliare del Novarese e di un uomo del Torinese.
I decessi nella giornata di ieri
Sono 17 i decessi di persone positive al test del Coronavirus comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 4 si trovano in provincia di Torino, 3 nel Biellese, 1 nell’Astigiano, 4 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese e l’ultimo nel Verbano-Cusio-Ossola.
300 persone decedute
Il totale complessivo è, perciò, di 300 deceduti: 86 ad Alessandria, 11 ad Asti, 31 a Biella, 20 a Cuneo, 43 a Novara, 70 a Torino, 16 a Vercelli, 18 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.
4541 positivi
Il dato complessivo dei positivi al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte è di 4541: 810 in provincia di Alessandria, 191 in provincia di Asti, 244 in provincia di Biella, 327 in provincia di Cuneo, 399 in provincia di Novara, 2.018 in provincia di Torino, 245 in provincia di Vercelli, 171 nel Verbano-Cusio-Ossola, 48 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I rimanenti 88 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 330, in altri reparti 2.071. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 12.869, di cui 7.729 risultati negativi.
Test sul farmaco Avigan
La Direzione Sanità della Regione Piemonte ha richiesto alle aziende sanitarie la disponibilità verso la sperimentazione del farmaco Avigan, secondo le indicazioni che verranno emanate oggi dall’Agenzia italiana per il farmaco, in modo da favorire il coordinamento delle attività e il dialogo con le autorità nazionali.
Cos’è Avigan?
Si tratta di un antivirale sviluppato dalla Fujifilm Toyama Chemical a base di favipiravir, già utilizzato in Cina nei pazienti positivi al Sars-Cov-2. Il medicinale è autorizzato in Giappone dal marzo del 2014 per il trattamento di virus nuovi o riemergenti. In Europa e negli USA, tuttavia, il farmaco non è mai stato autorizzato. Non ci sono, al momento, evidenze che il farmaco possa funzionare: è stato testato in un piccolo studio di pazienti affetti da forme di Covid-19 non gravi.
Lo studio su Avigan
Secondo quanto riportato recentemente dal Guardian, Avigan avrebbe ottenuto buoni risultati su 340 pazienti trattati a Wuhan e Shenzhen. 4 giorni dopo l’assunzione del medicinale, infatti, i pazienti sarebbero risultati negativi al test, al contrario del gruppo di controllo che avrebbe impiegato ben 11 giorni. Anche le radiografie avrebbero confermato miglioramenti a livello dei polmoni (91% dei pazienti).
Il parere di Burioni
Burioni appare abbastanza contrariato all’utilizzo del nuovo farmaco a causa della totale mancanza di evidenze scientifiche. Il suo disappunto, su questa e altre soluzioni, lo esprime su Twitter: «Il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli ACE inibitori che i somari scrivono ECA hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze. Le novità vi arriveranno dalle autorità sanitarie, non dai social o da YouTube».
Il farmaco russo, il preparato giapponese, la vitamina C, la pericolosità dell’ibuprofen, i proclami sugli ACE inibitori che i somari scrivono ECA hanno una cosa in comune: sono tutte scemenze. Le novità vi arriveranno dalle autorità sanitarie, non dai social o da YouTube.
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) March 21, 2020
Non è efficace con chi ha sintomi gravi
Una fonte del ministero della salute giapponese – si legge sul The Guardian – ha suggerito che il farmaco non sia poi così efficace nelle persone con sintomi gravi. «Abbiamo somministrato Avigan da 70 a 80 persone, ma non sembra funzionare così bene quando il virus si è già moltiplicato», ha dichiarato la stessa fonte al Mainichi Shimbun. «Le stesse limitazioni sono state identificate negli studi condotti su pazienti affetti da coronavirus utilizzando una combinazione di lopinavir e ritonavir due antiretroviraliper l’HIV».
Inutile dire che, nonostante Avigan sia la soluzione più discussa degli ultimi tempi, le azioni della società produttrice del farmaco siano aumentate parecchio.