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«Rischiamo minacce, rapine e ora anche il Covid»: torna la protesta dei taxisti, colpiti economicamente e psicologicamente

A Torino tornano a farsi sentire i taxisti, duramente colpiti da questa epidemia di Covid, sia dal punto di vista economico, sia da quello psicologico

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protesta taxi torino
Immagine rappresentativa

TORINO – «Ci asciughiamo le lacrime da soli, ma ormai non sono rimasti nemmeno i fazzoletti». Alberto Aimonte Cat, presidente della cooperativa Taxi Torino, che conta 1.430 soci e 40 dipendenti, sarà domani davanti a Palazzo di Città a manifestare con gli altri tassisti che chiedono misure di sostegno adeguate.

Peso economico

«Con la pandemia il numero di corse giornaliere sono diminuite tra il 60 e l’80 per cento. Riceviamo aiuti e ristori non proporzionali alle spese – racconta – noi siamo una forma di trasporto pubblico locale, ovvero viaggiamo con una tariffa determinata dal Comune ma i costi dell’auto e del carburante li sosteniamo privatamente».

Rischio Covid

Oltre all’aspetto economico pesa anche quello psicologico, spiega Aimonte Cat: «Ci sono colleghi morti di Covid, ma non siamo nell’elenco delle categorie prioritarie per il vaccino e non abbiamo ricevuto mascherine né dispositivi di sicurezza. Facciamo tutto da soli. Nel nostro lavoro rischiamo sempre di trasportare qualche malintenzionato, i tassisti vengono minacciati e rapinati. Ora rischiamo anche di ammalarci. Eppure, per senso civico, più che per i guadagni, non ci siamo mai rifiutati di trasportare i malati di Covid».

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