Cronaca Live
A Torino l’incubo povertà è arrivato, il dramma davanti al Monte dei Pegni
L’epidemia Coronavirus Covid-19 e la crisi economica che ha innescato hanno reso reale l’incubo di molti torinesi: la povertà. Ne è testimone la ressa davanti al Monte dei Pegni, per avere un po’ di soldi per vivere
L’incubo povertà, quello che nessuno avrebbe mai pensato di dover affrontare due mesi fa, è arrivato a Torino. l’epidemia di Coronavirus Covid-19, scoppiata il 21 febbraio scorso ha innescato una crisi economica quasi senza precedenti – si parla di una situazione così drammatica che non si verificava dalla Grande depressione del 1929.
Tutti al Monte dei Pegni per poter campare
Oltre un mese di chiusure forzate delle attività, a causa del lockdown. Cittadini a casa, senza far nulla: in attesa di stipendi congelati, cassa integrazione che tarda, sostegno economico insufficiente – e tante cose da pagare, a cominciare dai generi alimentari. E così, in molti, si ritrovano senza i mezzi necessari al sostentamento. Il Governo fa del suo meglio e cerca di salvare il salvabile con le misure straordinarie di emergenza, ma non bastano. E così la gente, affamata, ricorre al Monte dei Pegni. La povertà fa paura, e genera rabbia, che spesso si ripercuote proprio su chi ha più bisogno. E invece di essere solidali, ci si fa la guerra a vicenda – la “guerra dei poveri”.
Mi impegno anche i ricordi
Per poter sopravvivere e mangiare, i torinesi (e non solo) arrivano davanti al Monte dei Pegni di via Botero 9 a Torino sin dalle prime luci dell’alba – quando è ancora chiuso – per mettersi in coda. Una coda che si ingrossa a mano a mano che passano le ore. Centinaia di persone di Torino e provincia che attendono il loro turno per poter andare a impegnare oro o altri oggetti di valore (anche ricordi di famiglia) e avere qualche soldo per poter mangiare. In molti però non ci riescono, e sono costretti a tornare più volte: qui si fanno passare al massino 20 persone al giorno, perché si apre a giorni alterni e a orario ridotto dopo che alcuni dipendenti sono risultati positivi al Coronavirus.
Per sapere quando è aperto si può chiamare il numero: 011 5553113 perché ogni settimana cambia.
Impegno di nascosto
Molti dei cittadini che in questi giorni si rivolgono al Monte dei Pegni lo fanno di nascosto, un po’ per vergogna, un po’ perché non vogliono che in famiglia si viva un clima di paura – come testimoniato da diverse persone in coda.
Arriva anche la polizia
Nella ressa che ormai conta migliaia di persone da quando è iniziata la “processione” per impegnare qualche oggetto, si scatena il malcontento: chi non riesce a passare; chi deve tornare più e più volte e non sa se troverà aperto; chi non rispetta le regole della distanza di sicurezza e dei dispositivi di protezione… Si deve prendere il numero, per poter passare. E chi non ce l’ha è invitato dalla Polizia a tornare a casa. Ma gli animi si scaldano, perché la fame è brutta. E se non ci sono i soldi per fare la spesa in qualche modo bisogna trovarli.
Ora c’è chi spera nella Fase 2, per poter “rinascere”. Ma, viste le premesse, potrebbe essere una falsa speranza, e forse è meglio non illudersi prima. Aspettiamo di vedere cosa accadrà – ma ovviamente speriamo in bene.
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Immagine di copertina credit: pixabay-andrew-khoroshavin