Covid 19
Torino, un ospedale al parco del Valentino con 500 posti e in Piemonte altri 16 Covid Hospital
La Città di Torino pensa a un ospedale al Parco del Valentino con 500 posti. E in Piemonte, la Regione converte 16 ospedali in Covid Hospital
TORINO – Il Piemonte rischia di essere inserito nello scenario ad alto rischio 4 – con misure più restrittive. E intanto si cerca di correre ai ripari per far fronte alla recrudescenza della seconda ondata del Covid-19. Per questo sia la Città di Torino che la Regione Piemonte hanno pensato a diverse soluzioni.
L’ospedale al Parco del Valentino
La Città di Torino mette le proprie strutture a disposizione della Regione Piemonte per allestire un centro di ricovero di malati Covid. Per questo si è pensato a un riutilizzo dell’area di Torino Esposizioni, al Parco del Valentino, dove allestire un Covid Hospital da 500 posti letto.
Il sopralluogo
Per questo motivo, ieri mattina, l’Unità di Crisi regionale ha condotto «un sopralluogo tecnico al Padiglione 5 del Valentino», quello che di solito ospita iniziative come Natale in Giostra, «per verificare la fattibilità dell’operazione», spiegano in Comune. Al sopralluogo era presente anche la sindaca Appendino.
I 16 ospedali piemontesi riconvertiti in Covid Hospital
La Regione Piemonte fa sapere che l’Unità di Crisi regionale ha dato disposizioni per la conversione di 16 presidi ospedalieri in Covid Hospital:
– Ospedale Martini (con chiusura del pronto soccorso);
– CTO di Torino (conversione della Medicina del lavoro, parte della Rianimazione e dell’Ortopedia);
– San Luigi di Orbassano (con una conversione del 50% dei posti letto e pronto soccorso aperto);
– Venaria, Giaveno, Cuorgnè, Lanzo, Carmagnola, Saluzzo, Ceva, Clinica Salus di Alessandria, Tortona, Nizza Monferrato, Galliate, Borgosesia (con Punto di primo intervento aperto h24) e presidio COQ di Omegna.
L’obiettivo è destinare ai pazienti Covid strutture ospedaliere dedicate alla luce della necessità crescente di posti di ricovero.
Una scelta difficile ma inevitabile
L’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi l’ha definita «una scelta difficile ma inevitabile, per riuscire a fronteggiare la necessità crescente di posti Covid e dare una risposta immediata che decongestioni i nostri pronto soccorso».
Percorsi dedicati
«La conversione di questi presidi – ha precisato Icardi – ci consente di destinare ai pazienti Covid dei percorsi ospedalieri completamente dedicati e separati da quelli dei pazienti non Covid. Il sistema sanitario piemontese sta facendo lo sforzo massimo per potenziare il più possibile l’intera rete ospedaliera e territoriale, che l’evoluzione della pandemia sta mettendo a dura prova in tutto il nostro Paese. Probabilmente questa conversione non basterà, ma in questo momento non abbiamo alternative».