Curiosità
Le due ville più spaventose di Torino
Perché queste due case di Torino sono considerate “maledette”? Scopriamolo insieme
Secondo alcuni, quelle di cui stiamo per parlarvi, sono due ville da film horror e si trovano proprio a Torino. Sono in molti a temerle, tanto che alcuni hanno paura persino ad avvicinarsi alla zona. Altri, addirittura, evitano di nominarle. Cosa si nasconde dietro queste credenze? Le due case sono veramente pericolose? Oppure si tratta solo di antiche superstizioni popolari? Facciamo luce sulla questione.
Villa Scott
Si tratta di un edificio storico di Torino situato in zona precollinare, più precisamente nel quartiere Borgo Crimea. La casa venne costruita nel 1902 e commissionata da Alfonso Scott, ex amministratore delegato della Rapid. Quando lui morì, l’edificio divenne di proprietà delle Suore della Redenzione: pochi anni dopo sorse un importante collegio femminile conosciuto con il nome di Villa Fatima. Al momento, però, la villa è stata acquistata da un privato che l’ha ristrutturata completamente. Nonostante ciò, è ancora considerata una villa oscura, tanti vero che molti la conoscono con il nome di Villa del bambino urlante.
Colpa di Dario Argento?
Molti conoscono la villa perché fu utilizzata per girare un famoso film di Dario Argento: Profondo Rosso. Nel film, David Hemmings rinviene un cadavere e trova il disegno dell’assassinio sotto l’intonaco. Per questo motivo, molti temono questa villa, ma non considerano il fatto che il bambino urlante era solo oggetto della fantasia di Dario Argento e che la casa, non solo non è infestata ma è anche un meraviglioso connubio di dettagli di arte liberty e neobarocca.
La casa dalla morte oscura
Una delle case considerate più lugubri di Torino è quella che si trova in corso Re Umberto 75. Stiamo parlando dell’antica residenza di Primo Levi. L’11 aprile del 1987, il famoso scrittore di «se questo è un uomo» morì in quella casa in circostanze misteriose. Subito si pensò a un suicidio ma non è mai stato escluso che potesse essersi trattato di un incidente, o peggio, di un omicidio.
Era depresso?
Molti sostengono che a quell’epoca Primo Levi poteva essere stato vittima di una forte depressione, probabilmente provocata dalla visione dei campi di concentramento. D’altro canto, il cardiologo David Mendel, ritenne che gli psicofarmaci che stava prendendo avrebbero potuto causargli la tragica caduta dalla tromba delle scale. Nonostante ciò, sono in molti a temere questa abitazione, quasi in essa aleggiasse ancora una nube di negatività. L’unica cosa certa, invece, che quell’edificio ospitava uno dei più grandi scrittori della storia dell’umanità.