Curiosità
L’incredibile storia di Adelina Sanna, la medium torinese che ha visto qualcosa di scioccante
Qualcosa di incredibile è accaduto a Torino, sotto gli occhi di tutti
Una storia di cui si sente poco parlare, ma che da tempo incuriosisce molti torinesi. In realtà di questa incredibile storia non si hanno molte certezze, ma pare che avesse avuto contatti, tanti anni fa, con la farmacia di Via della Consolata. Ecco a voi alcune ricostruzioni di una delle medium più discusse della nostra città.
Parlava con gli animali e gli spiriti
Il suo nome è Adelina Sanna. Di lei non si sa molto, ma c’è chi è pronto a giurare che fosse in grado di parlare con gli animali e gli spiriti. Chi l’ha conosciuta l’ha descritta come una signora stravagante ma simpatica. Abitava in via delle Orfane 52. Luogo in cui – si racconta – faceva stime riguardanti il futuro delle persone attraverso diversi metodi. Tra questi anche i fondi di caffè. Pare che questo gli avesse persino permesso di prevedere alcuni incendi. Attraverso sogni premonitori, poi, pare aver anticipato catastrofi e incidenti che molti giurano di aver visto realmente.
La malattia
Purtroppo, Adelina non ebbe una vita molto facile e, intorno all’anno 1940, cominciò ad accusare diversi problemi di salute. La gente che la conosceva la vedeva deperire giorno per giorno e questo non fece altro che causarle una forte depressione. Una signora, sua amica, andava spesso a trovarla per aiutarla ad affrontare questo momento molto difficile. Si prendeva cura di lei, le portava le medicine e, a volte, le preparava da mangiare. Fu proprio lei a raccontare delle bizzarre storie collegate alla vita di Adelina.
La bambina che corre dietro al cerchio
In quel periodo Adelina continuava a ripetere una frase, apparentemente priva di significato: «la bambina corre dietro al cerchio, senza vedere i pericoli della strada». Adelina spiegava alla sua amica anche come era la bambina delle sue visioni: aveva circa 8 -10 anni, era molto alta per la sua età. Aveva un visino molto bello, ma non sembrava felice. I suoi capelli erano castano chiari, tagliati a caschetto. Indossava una gonnellina che arrivava fino al ginocchio. La gente che sentiva Adelina parlare non capiva a cosa o chi potesse riferirsi.
La perdita di un’amica
Più o meno in quel periodo, Adelina perse un’amica carissima. A lei dispiacque molto non poter partecipare al suo funerale a causa del suo stato di salute. Tuttavia, appena le sue condizioni migliorarono, decise di andare a trovarla al cimitero. Poco dopo aver varcato l’ingresso, però, accade qualcosa di incredibile: una forza sconosciute la spinse a diversi metri da dove si trovava. In quel momento vide una bambina. Adelina non aveva alcun dubbio: era quella delle sue visioni e aveva un cerchio in mano.
Il racconto alla Farmacia della Consolata
Poco dopo, ancora sconvolta, si recò presso la Farmacia di via della Consolata e decise di raccontare quell’incredibile esperienza al farmacista. Lui, una volta ascoltato il racconto, decise di farla incontrare con una donna che conosceva (una certa Alma). Anche lei rimase particolarmente incuriosita dal suo racconto. Tuttavia, si era dimostrata particolarmente scettica. Per questo motivo le chiese la gentilezza di andare insieme nel luogo esatto dove aveva visto la bambina. Fu così che Alma, mentre ripercorreva la strada, vide una raffigurazione scolpita nel bronzo che attirò la sua attenzione. Si trattava di un’opera realizzata dallo scultore Pietro Canonica nel 1908. A quei tempi, la tomba era stata annotata come monumento Pratis. Al suo interno si trovava il corpo di una bambina di nome Laura Vigo, nata nel 1898 e deceduta all’età di nove anni. Osservando bene la scultura si vede la piccola raffigurata con il cerchio con cui giocava sempre. Nel sito del Cimitero di Torino si legge che «il monumento raffigura una bambina che si appoggia al cerchio e sembra ascoltare le parole sussurrate dai tre angeli delineati nel bassorilievo nello sfondo. I versi nella targa sono tratti da una poesia di Giosuè Carducci “Funere mersit acerbo”. Il modello in gesso dell’opera è conservato nel Museo Canonica a Roma». Qui potete vedere la foto completa.