Economia - Regione
Biella, scoperta frode al fisco per 28 milioni di euro
Con l’Operazione Orleander la Guardia di Finanza di Biella scopre un’evasione fiscale internazionale di quasi 28 milioni di euro
BIELLA – Una società di Biella, con sede fittizia in Liechtenstein, ha evaso la bellezza di quasi 28 milioni di euro. La scoperta della Guardia di Finanza di Biella.
Un’evasione internazionale
In una nota della Gdf, si riporta come i Finanzieri del Comando Provinciale Biella in servizio presso il dipendente Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, a conclusione di un articolato e complesso controllo, hanno scoperto un’evasione fiscale internazionale attuata da una società avente formalmente sede nel Liechtenstein ma di fatto residente in Italia. Tale fenomeno, denominato esterovestizione, consiste nella fittizia localizzazione della residenza fiscale all’estero, per sottrarsi agli adempimenti tributari previsti dall’ordinamento di reale appartenenza e beneficiare, conseguentemente, del regime impositivo più favorevole vigente nel paese prescelto.
Un’accurata attività di intelligence
La suddetta attività ispettiva – iniziata a dicembre 2018 e terminata pochi giorni fa – ha preso avvio da un’accurata attività di intelligence grazie alla quale è stato possibile rilevare ingenti flussi di denaro – ammontanti a circa 2 milioni di euro – provenienti da paradisi fiscali e confluiti sui conti correnti istituiti in Italia ed intestati ad una società del Liechtenstein.
Dimostrare l’evasione fiscale
I militari, al fine di approfondire la natura di tali movimentazioni finanziarie, hanno provveduto a informare la Procura della Repubblica competente territorialmente in merito all’ipotesi di reato prevista e punita dall’articolo 5 del D.Lgs 74/2000, la quale ha delegato il dipendente Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ad acquisire i conti correnti intestati alla predetta società e a effettuare accertamenti tesi a dimostrare l’esterovestizione della stessa.
Un complesso immobiliare di lusso
Dall’approfondita analisi della documentazione bancaria – effettuata nell’ambito della più complessa attività di polizia giudiziaria – è stato possibile ricondurre in Italia l’effettiva residenza fiscale della già menzionata società ai sensi dell’articolo 73 comma 3 del TUIR. In particolare, l’esame della documentazione acquisita ha consentito di dimostrare che la società è stata gestita interamente da persone italiane residenti in Italia e che nel Paese estero non vi è mai stata alcuna amministrazione effettiva, ma solamente una mera domiciliazione. Inoltre, le indagini hanno permesso di dimostrare che l’unica attività economica svolta dalla società è consistita nell’acquisto di un complesso immobiliare di lusso, sito in una rinomata località turistica del Nord Italia, finalizzato alla successiva ristrutturazione e rivendita. Tale operazione immobiliare ha consentito alla società di realizzare ingenti plusvalenze in totale evasione di imposta.
Quasi 28 milioni di euro
Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini di polizia giudiziaria delegate sono confluiti nel suddetto controllo fiscale che ha permesso di constatare, ai fini dell’imposta sul reddito delle società e dell’imposta regionale sulle attività produttive, una base imponibile netta non dichiarata per un importo complessivo pari a euro 27.979.144,40, ai fini dell’I.V.A. un’imposta dovuta pari a euro 1.557.517,06, nonché di denunciare a piede libero di 2 persone fisiche, per il reato di omessa dichiarazione dei redditi (ex articolo 5 D.Lgs. 10 marzo 2000 n. 74) in relazione a un’imposta evasa complessiva pari a euro 5.675.052,48. Le posizioni di alcuni soggetti sono ancora al vaglio della competente Procura della Repubblica per eventuali violazioni alla normativa antiriciclaggio a carattere transnazionale.
L’attività svolta rientra nell’ambito delle funzioni di polizia economica e finanziaria tipiche della Guardia di Finanza, ed è costantemente rivolta alla prevenzione e alla repressione delle forme di evasione fiscale più gravi tra le quali quella internazionale che sottrae importanti risorse economiche allo Stato, produce effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza fra imprese e accresce il carico fiscale nei confronti dei cittadini.