Economia - Regione
Coronavirus, pronti alla guerra (almeno) fino all’estate
Secondo un’indagine, sette italiani su dieci sono pronti alla guerra del Coronavirus resistendo almeno sino all’estate. Ma cosa accadrà dopo? Ci riprenderemo?
Bisogna resistere almeno fino all’inizio dell’estate per uscire dalla crisi provocata dal coronavirus, per lo meno questo è ciò che pensano 7 italiani su 10, ovvero il 72% della popolazione. Il risultato emerge da un’indagine condotta da Coldiretti e Ixè in relazione al prolungamento fino a maggio delle misure antipandemia. Sono allo studio le regole da applicare per la sicurezza al mare, in montagna e in campagna per la ripartenza, fin dalla prossima stagione estiva, del turismo.
Sconfiggeremo il virus?
Va da sé che buona parte delle future decisioni del Governo e delle Regioni saranno – per ovvi motivi – condizionate dalla capacità di sconfiggere il virus. A tal proposito, il 14% degli italiani ritiene che la guerra durerà fino all’autunno. Solo il 9% è decisamente più pessimista: pensa che bisognerà attendere addirittura la fine dell’anno. Una situazione affrontata con responsabilità dalla grande maggioranza della popolazione con l’88% che – sottolinea la Coldiretti – dichiara di rispettare sempre le indicazioni su spostamenti, distanze e assembramenti legate all’emergenza, mentre un altro 11% ci riesce la gran parte del tempo anche se qualche volta capita di sgarrare, c’è infine una minuscola restante parte (1%) di furbetti che ammette di non rispettare mai le regole.
I comportamenti scorretti
È giusto segnalare i comportamenti scorretti alle forze dell’ordine? Per quasi tre italiani su 4 (72%) la risposta è sì: è giusto denunciare comportamenti scorretti come assembramenti di persone o feste in casa dei vicini con ospiti. Si tratta di un risultato – spiega Coldiretti – che evidenzia un elevato livello di responsabilizzazione della popolazione di fronte alla pericolosa emergenza. Molti, infatti, ritengono che sia giusto condannare le azioni che mettono in pericolo la sicurezza di tutti. Si tratta di un risultato incoraggiante dopo diverse settimane di forti restrizioni e all’indomani dell’annuncio del prolungamento delle misure strette di contenimento fino a dopo Pasqua.
Cosa accadrà alle attività turistiche?
La riapertura delle attività turistiche è molto attesa dagli operatori dopo che la chiusura per i ponti di primavera dalla Pasqua al 25 aprile fino al primo maggio determinerà una perdita stimata di 8 miliardi di euro. Il conto potrebbe salire enormemente se – conclude la Coldiretti – il blocco continuerà per tutta l’estate con il cibo che è la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa delle vacanze destinato a ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per street food o specialità enogastronomiche per un valore complessivo stimato in circa 30 miliardi nel 2019.