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Turin CTO Summit, il Maria Pia Hospital di Torino è punto di riferimento in Italia per la disostruzione coronarica
L’ospedale torinese, al quale si rivolgono pazienti da tutte le regioni, sarà protagonista del Turin CTO Summit, l’evento che raduna i massimi esperti mondiali nell’ambito della cardiologia interventistica
TORINO – Si inaugura giovedì 15 aprile la 10a edizione del Turin CTO Summit, la due giorni dedicata alle moderne tecniche di disostruzione coronarica che negli anni si è affermata come appuntamento di riferimento a livello mondiale. All’evento, che quest’anno sarà visibile per la prima volta in streaming iscrivendosi su www.turinctosummit.com, sono attesi oltre 1.000 partecipanti da tutto il mondo.
18 interventi live
Punto cardine del Summit saranno i 18 interventi live a cui partecipano i più importanti esponenti di cardiologia interventistica ed emodinamica in collegamento da Giappone, Taiwan, India, Arabia Saudita, Francia, Germania, Turchia, Spagna e Olanda, oltre naturalmente all’Italia. In questa occasione, il dott. Roberto Garbo, direttore del programma CTO e Angioplastiche coronariche complesse presso Maria Pia Hospital, Ospedale di Alta Specialità accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale che fa parte di GVM Care & Research, e direttore dell’evento insieme al dott. Andrea Gagnor, condurrà in diretta 6 interventi (un terzo del totale) di disostruzione dell’arteria coronarica mediante tecnica retrograda, metodica che vede il dott. Garbo tra i maggiori esponenti a livello mondiale.
Svolta nei trattamenti
«Questa tecnica, nata in Giappone e poi diffusasi in tutto il mondo, ha rappresentato una svolta nel trattamento delle ostruzioni coronariche croniche, ovvero quando la placca stenotica occlude completamente la coronaria riducendo la quantità di sangue che arriva al cuore, che diventa insufficiente in condizioni di aumentata domanda, come per esempio quando si compie uno sforzo fisico – spiega il dott. Garbo –. Questo genere di occlusioni sono le procedure più complesse nell’ambito della cardiologia interventistica coronarica e, fino agli anni Duemila, la percentuale di successo dell’intervento non superava il 50% dei casi, con alto rischio di complicanze e riocclusioni».
Occlusioni coronariche croniche
Angina pectoris, ovvero sensazione di costrizione toracica, dispnea (mancanza di fiato), ridotta tolleranza agli sforzi e ischemia cardiaca sono conseguenza di unamalattia coronarica che può essere avanzata e complessa con occlusioni coronariche croniche. Spesso l’occlusione si sviluppa negli anni, ma è solo con la comparsa di questi sintomi che ci si accorge che qualcosa non va. Gli esami diagnostici utili a evidenziare la presenza di una stenosi sono i test di ischemia miocardica, l’ecocardiogramma e la TC Coronarica. In caso di anomalie ai suddetti esami, la Coronarografia consente, attraverso un piccolo catetere e l’iniezione di liquido di contrasto, di localizzare le ostruzioni coronariche e di pianificare l’intervento per via percutanea. La patologia interessa, solitamente, pazienti sopra i 40 anni, nell’80% dei casi maschi, più esposti a malattie coronariche perché non beneficiano della protezione data dagli estrogeni. Il paziente affetto da occlusione coronarica cronica risente fortemente di questa condizione, considerata debilitante al punto da condizionare la qualità della vita quotidiana.
95% di successo e risultati duraturi
«Le tecniche moderne di disostruzione delle occlusioni coronariche croniche per via anterograda, retrograda o ibrida, permettono una minor invasività, percentuali di successo oltre il 95% e risultati duraturi nel tempo – spiega il dott. Garbo – Il cardiologo interventista accede attraverso le arterie radiali del polso o in combinazione con l’arteria femorale, e con l’utilizzo di materiali innovativi come microcateteri e guide coronariche dedicate, riesce a superare l’occlusione coronarica cronica, passando da una arteria all’altra. A questo punto, il sito di occlusione viene dilatato attraverso un palloncino e ‘sostenuto’ mediante l’applicazione di stent medicati a lento rilascio di farmaco. La tecnica interventistica, combinata alla bravura ed esperienza dello specialista e a materiali innovativi ed altamente performanti, consente di ridurre il rischio di riocclusione al 5-6% dei casi. Questo intervento può anche essere eseguito in quei pazienti con pregresso intervento di by pass coronarico, che hanno evidenziato un’occlusione nel tempo dei by pass stessi. Inoltre, nei pazienti con scompenso cardiaco e vitalità miocardica dimostrata alla risonanza magnetica, andando a ripristinare il flusso corretto si ha un miglioramento della funzione ventricolare sinistra». Anche il recupero post-operatorio è molto breve: dopo soli due giorni, il paziente può tornare a casa e proseguire con una terapia farmacologica ridotta e una qualità di vita più elevata.
Centro di eccellenza
Il dott. Garbo, che oltre a essere direttore del Turin CTO Summit fa parte del board dell’Euro CTO Club, esegue circa 200 procedure di disostruzione coronarica all’anno. Il Maria Pia Hospital è centro di eccellenza a livello europeo nel trattamento di pazienti con patologia coronarica complessa e occlusioni coronariche, con pazienti provenienti da tutte le regioni d’Italia.