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Coronavirus: stop all’import e lavoratori invitati a lavorare da casa. Non saccheggiare i negozi

L’unità di crisi si riunisce oggi all’Unione Industriale per valutare la situazione e prendere i provvedimenti per la gestione dei servizi al pubblico, la presenza dei dipendenti sul posto di lavoro. Non alimentare allarmismi e la corsa ai generi alimentari

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Coronavirus Torino e unione industriale

Clima di incertezza che tra le imprese piemontesi e di Torino a causa dell’esplosione improvvisa dei casi di coronavirus in regione e in città. Per far fronte all’emergenza che sta coinvolgendo non solo la sanità ma tutto il tessuto socioeconomico e commerciale, si riunirà oggi nella sede dell’Unione Industriale di Torino, l’unità di crisi. Questa, costituita con esperti degli uffici previdenziale, sindacale, export, sicurezza ambientale e legale dovrà prendere decisioni urgenti per evitare ricadute ancora più pesanti sull’economia della città.

Gestire i piani di lavoro e i provvedimenti per i lavoratori

L’unità di crisi dell’Unione Industriale di Torino dovrà confrontarsi con quelle che sono e saranno le segnalazioni delle aziende riguardo potenziali casi di contagio da coronavirus e, di conseguenza, gestire il lavoro dei dipendenti eventualmente posti in quarantena. Tra i diversi provvedimenti già presi da parte di alcune aziende torinesi c’è quello del telelavoro, ossia far lavorare da casa i dipendenti che possono farlo: a questo hanno già aderito Eataly e Intesa Sanpaolo.

Sospese le trasferte

Tra i vari provvedimenti sono state sospese le trasferte non indispensabili, così come sono state annullate fiere e meeting che erano in programma per questa settimana. Coinvolto in questo anche il Centro congressi dell’Unione Industriale che ha già provveduto a rinviare i diversi appuntamenti in programma. Con l’ordinanza emessa dalla Regione Piemonte che ha sospeso eventi e manifestazione, il settore congressuale teme una pesante ricaduta in termini di perdite, anche perché sono molte le aziende che avevano anticipato le spese. Il danno, ovviamente, si ripercuote anche sugli gli organizzatori degli eventi.

Blocco anche per l’import e l’export

In situazione d’incertezza come questa, crollano anche le esportazioni – che di fatto sono state interrotte – le commesse e i contratti di fornitura. Come già si sapeva, il blocco ha interessato anche l’import dalla Cina di semilavorati e componentistica. Se la situazione non migliora entro tempi relativamente brevi, Confindustria, insieme a ICE Agenzia (Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane), sta prendendo in considerazione la possibilità di rivolgersi a mercati sostitutivi a cui possano far riferimento le aziende interessate alla ricerca di fornitori. Infine, si sta valutando l’ipotesi di una moratoria sui finanziamenti bancari ordinari a cui possano accedere le imprese che abbiano subito danni a causa dell’epidemia di coronavirus.

E i negozi con i prodotti di prima necessità?

La psicosi da virus può alimentare allarmismi ingiustificati, come la corsa all’approvvigionamento di generi alimentari e di prima necessità. Circolano già notizie di supermercati e negozi presi d’assalto. Ma di provvedimenti circa questo genere di prodotti ancora non ce ne sono, per cui è inutile correre a fare scorte. Lo stesso assessore al Commercio della Città di Torino, Alberto Sacco, avverte che non bisogna alimentare inutili allarmismi e possibili conseguenti speculazioni. Se poi ci saranno provvedimenti che riguardino direttamente gli esercizi commerciali, questi saranno comunicati immediatamente. Per cui, per il momento, non è il caso di farsi prendere dall’agitazione.

Immagine di copertina rappresentativa. Credit: pixabay-michael-gaida

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