Politica
Appendino stacca la spina? «Non sono disposta ad andare avanti con il freno tirato»
La sindaca Chiara Appendino non è più disposta ad andare avanti con il freno tirato. Chiede ai consiglieri pentastellati «una prova di maturità». Ma se ci saranno anche diatribe interne ai cinquestelle staccherà la spina
TORINO – «Non sono disponibile in alcun modo ad andare avanti col freno tirato. Una perdurante situazione di stallo procurerebbe danni che Torino non può permettersi e se il male minore è lo stop anticipato a questa consigliatura così sarà». La sindaca di Torino Chiara Appendino non usa mai la parola dimissioni, ma nelle sue comunicazioni in consiglio comunale fa intendere che se ci saranno ancora «diatribe interne» ai Cinquestelle «o posizioni ideologiche» staccherà la spina.
Il trasloco del Salone dell’Auto
Il casus belli questa volta è il Salone dell’auto, che ha appena traslocato a Milano. «Ricorrono comportamenti ed esternazioni che spesso vanificano risultati raggiunti, offrendo sponde a una narrazione» che vede Torino ripiegata su se stessa, ha fatto notare Appendino, che non ha usato toni morbidi nei confronti del vicesindaco della città, Guido Montanari, finito nell`occhio del ciclone per le sue dichiarazioni contro il Salone dell’auto, su cui era perfino arrivato ad invocare la grandine.
Il lavoro va sempre rispettato
Nessuno tra coloro che hanno il «dovere e l’onore» di gestire la cosa pubblica «può permettersi il lusso di dileggiare un evento che coinvolge 700 mila persone tra il pubblico. Il lavoro va sempre rispettato. Quanto accaduto è ingiustificabile per questo ho revocato le deleghe a Montanari. Quando si riveste un ruolo istituzionale non ci si può permettere inciampi», ha detto Appendino annunciando che assumerà lei stessa le deleghe ad interim.
In tre anni abbiamo fatto tanto, ma si poteva fare di più
Rivendica i risultati portati a termine e fa autocritica, Chiara Appendino, sindaca di Torino, nelle comunicazioni in Consiglio comunale riguardanti il Salone dell’auto, transfuga a Milano, e la revoca delle deleghe al vice sindaco Guido Montanari. «E’ innegabile che in questi tre anni abbiamo fatto tanto, ma è altrettanto vero che tanto altro avremmo potuto fare e che, in alcuni casi, avremmo potuto far meglio e, come sempre, sono pronta ad assumermi le mie responsabilità», ha detto la sindaca del capoluogo piemontese, richiamando i suoi a una maggiore unità.
Nessuno ci credeva, ma lei sì
Dal salvataggio della Gtt a quello del Salone del Libro «su cui nessuno scommetteva», dagli Atp Finals al superamento adei campi Rom, fino ai 150 milioni in arrivo per l’area di crisi complessa: sono diversi i risultati rivendicati da Appendino. «Ricorrono ormai con frequenza non più compatibile con la responsabilità di amministrare la città comportamenti che spesso vanificano i risultati raggiunti offrendo sponda a narrazioni che vorrebbero associare Torino all’idea di luogo senza opportunita’, con beneficio per altre aree che invece si propongono e vengono rappresentate come luoghi delle occasioni», ha aggiunto Appendino.
La politica è mediazione
Inoltre, puntando il dito contro «le esternazioni estemporanee dei suoi», Appendino ha detto: «chi ha responsabilità di governo non può scagliarsi contro il lavoro di questura e prefettura. La politica è mediazione, ma la mediazione non è una corsa al ribasso», chiedendo ai consiglieri pentastellati «una prova di maturità».