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Migranti a Torino e in Piemonte: 2.000 euro per convincerli a tornare a casa loro

Il Piemonte, così come il Friuli, intente convincere i migranti a tornare nel loro Paese. Per incentivarli, il Viminale stanzia 5 milioni di euro a favore dei rimpatri. Torneranno davvero a casa?

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Basteranno 2.000 euro a testa per convincere i migranti a tornare al loro Paese? L’intento, e probabilmente la speranza di molti, è proprio quello. Così, il Piemonte (selezionato insieme al Friuli) si fa promotore del rimpatrio assistito consigliando i migranti giunti qui sulle possibilità di lavoro che ci sono nel loro Paese d’origine, offre supporto nell’organizzazione di una personale attività in patria e anche nel finanziamento della stessa – agevolandone ovviamente il rimpatrio. È il “aiutiamoli a casa loro”, da molti auspicato e chiamato a gran voce.

Per non lasciarli per strada

L’iniziativa è rivolta in particolare ai migranti che, nella nostra regione, non trovano opportunità né un lavoro. A occuparsi della questione rimpatrio sarà il neoassessore regionale all’Immigrazione e alla sicurezza Fabrizio Ricca, che dovrà mettere in pratica il progetto sperimentale voluto dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno. Il progetto prevede la cessione di circa 2mila euro agli stranieri che abbiano un progetto di vita e di lavoro da svolgere però nel Paese da cui arrivano – in particolare, si parla di Africa sahariana e sub sahariana.

Lo stanziamento

In tutto, per i cosiddetti “rimpatri volontari assistiti”, il ministero dell’Interno ha stanziato 5 milioni di euro che dovranno essere distribuiti tra le regioni che aderiscono al progetto. I fondi ora ci sono, ma bisogna vedere quale sarà la riposta da parte dei migranti – che fino a oggi, quando era già stato proposto, ha tuttavia avuto scarsissime adesioni. In sostanza, i migranti pare non abbiamo intenzione di tornare al loro Paese o, comunque, ne abbiano piuttosto poca. Forse, suggerisce qualcuno, finora c’è stato un problema di comunicazione dietro a questa scarsa adesione. Ma da ora le cose dovrebbero cambiare, poiché è stata approntata una strategia di comunicazione che spieghi in modo dettagliato e bene il progetto, le possibilità concrete che questo offre e i vantaggi per il migrante.

Chi può accedere al contributo economico

A occuparsi di concedere il contributo di 2.00 euro sarà una commissione che valuterà i progetti presentati e le persone coinvolte. Nello specifico, potranno presentare domanda stranieri residenti, migranti economici, migranti in attesa dell’esame della commissione per il riconoscimento della tutela umanitaria e migranti ospitati nei centri di accoglienza. Per favorire la presentazione delle candidature saranno attivati degli sportelli informativi dove trovare supporto, consulenza e assistenza. Nei prossimi mesi partirà pertanto in Piemonte (come anche in Friuli) la sperimentazione del rimpatrio volontario assistito, e vedremo se ci sarà adesione da parte dei migranti e se, almeno in parte, risolverà i molti problemi legati a questo fenomeno.

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