Quartieri
Accampamento al Parco Sempione, dopo lo sgombero i pusher devastano per vendetta le auto in sosta
Dopo l’intervento della polizia per sgombrare l’accampamento al Parco Sempione di Torino, gli spacciatori si vendicano devastando le auto in sosta
TORINO – Non basta dover convivere con il degrado, lo spaccio, la criminalità. Ora, dopo l’intervento – dovuto – degli addetti scortati dalle forze dell’ordine per sgomberare l’accampamento al Parco Sempione, i pusher si vendicano. «Vetri infranti e danni alle carrozzerie nel parcheggio vicino alla Scuola Franchetti: alcuni residenti hanno visto un gruppo di soggetti riversarsi dal parco oggetto dell’intervento al posteggio e sfogarsi contro le macchine incustodite. Per i residenti di via Brenta e dintorni questo è l’ennesimo problema, l’ennesimo inaccettabile affronto», spiega Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale di Torino.
Scortati per ripulire e la vendetta
«All’arrivo degli Agenti, chiamati a scortare l’intervento di sgombero e pulizia dello scorso martedì, i pusher si sono spostati in gruppo da parco Sempione al vicino parcheggio antistante la Scuola Franchetti e qui, come atto di sfogo o vendetta, si sono accaniti contro le auto in sosta all’angolo tra via Fossata e via Bongiovanni – sottolinea Magliano – Questa la ricostruzione dei diversi testimoni oculari che hanno assistito alla scena dalle loro case. Risultato: numerose auto danneggiate, carrozzerie sfondate e vetri infranti (tuttora a terra)».
Ci vuole sicurezza
«La nostra richiesta è che gli abitanti di via Brenta e dintorni possano finalmente contare su un territorio sicuro e dotato dei servizi fondamentale (a partire dall’allacciamento al metano), senza marciapiedi utilizzati come toilette a cielo aperto, senza paura di tornare a casa la sera, senza timore di trovarsi l’auto devastata dalla furia di gente che, evidentemente disturbata dall’azione di sgombero, avrebbe forse preferito che il parco Sempione rimanesse appannaggio di microcriminalità e degrado: è chiedere troppo?», conclude Magliano.