Quartieri
Torino: i campi Rom saranno chiusi, tutti
Promesso: entro questo Natale tutti i campi Rom di Torino saranno chiusi. Si parte da via Germagnano per poi, a seguire, tutti gli altri. Ecco cosa accadrà
L’alleanza per il “Modello Torino” ha ancora delle frecce al suo arco. Dopo gli interventi alle palazzine dell’ex Moi, oggetto di annosa occupazione, e quelli all’ex Villaggio Olimpico, pare ora sia la volta dei tanto discussi campi Rom. Entro Natale, infatti, dovrebbe essere sgomberato e chiuso definitivamente quello di via Germagnano. E poi, a seguire, tutti gli altri.
Le Istituzioni contro le occupazioni abusive e non
L’alleanza istituzionale formata da Comune di Torino, Regione Piemonte, Prefettura e Diocesi si attiverà dunque per “liberare” Torino dai campi Rom – con buona pace dei torinesi residenti nelle adiacenze o nei quartieri che li ospitano, che finalmente potranno trarre un respiro di sollievo.
Come detto, il primo campo Rom a essere sgomberato e chiuso sarà quello (autorizzato) di via Germagnano, già oggetto di proteste per via dei fuochi che pare vengano appiccati ogni giorno. Qui, al momento, si trovano una quarantina di persone.
Gli altri campi Rom che verranno chiusi
Dopo Natale, e per la precisione a gennaio 2020, a essere chiuso sarà il campo Rom che si trova in Strada dell’Aeroporto. Gli occupanti, tuttavia, non saranno “sbattuti in mezzo a una strada”, ma come avvenuto per l’ex Moi, saranno oggetto di un piano di inclusione che prevede l’assegnazione di abitazioni, formazione e inserimento lavorativo. In questo senso, il testo approvato la scorsa settimana dalla Giunta comunale è chiaro: «Le azioni devono essere finalizzate al ripristino della legalità e dall’altro all’inclusione sociale delle minoranze etniche interessate».
Un piano da oltre 500mila euro
Per l’attuazione del piano di chiusura dei campi Rom, è prevista una spesa di oltre 500mila euro: nella fattispecie il ministero dell’Interno, per mezzo della Prefettura, ha già stanziato 250mila euro, mentre la Regione Piemonte 300mila euro. Oltre ad avere funzioni di coordinamento, la Prefettura stanzierà altre risorse. Mentre la Regione fornirà risorse e favorirà l’accesso a programmi di formazione civico-linguistica già in essere, più programmi di integrazione e lavoro. Infine, la Diocesi metterà a disposizione le abitazioni in cui ricollocare le persone fatte sgomberare.
Bonificare le aree
Dopo la liberazione dei campi Rom, la Città di Torino dovrà anche occuparsi della bonifica delle aree interessate. L’alleanza istituzionale servirà dunque a far fede alla legge approvata a ottobre in Regione che prevede «la chiusura totale e definitiva dei campi in Piemonte», come ricordato dall’assessore alla Sicurezza Fabrizio Ricca. Tutto questo, tenuto conto che in Piemonte a oggi esistono 19 campi autorizzati che ospitano circa 2.200 persone – che dovranno tutte essere ricollocate.