Salute
Nuovo Coronavirus Covid-19, dall’ASL Città di Torino le indicazioni per la gestione dell’emergenza da parte di cittadini e operatori
Il nuovo Coronavirus ha oggi un nome ufficiale: Covid-19. Definito dall’OMS «una minaccia peggiore del terrorismo», deve essere affrontato con serietà e come si deve. Per questo, la ASL Città di Torino ha pubblicato una procedura operativa indirizzata a cittadini e operatori
Come forse saprete, il Coronavirs che sta mietendo moltissime vittime in Cina ha da ieri un nuovo nome ufficiale: Covid-19, come comunicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che lo ha definito «una minaccia peggiore del terrorismo». Nel frattempo, sappiamo che Covid-19 ha già fatto più morti che la Sars del 2003. Per cercare di arginare il fenomeno anche in Piemonte e a Torino, la ASL Città di Torino ha appena pubblicato una Procedura Operativa da seguire nelle strutture ospedaliere e sul territorio sia da parte degli operatori che dei cittadini. Se si hanno dubbi, sospetti o altro, ecco le indicazioni da seguire per non correre rischi ed evitare la diffusione del virus a Torino e provincia.
Le azioni di contrasto di Coronavirus Covid-19 a Torino
L’ASL Città di Torino – si legge in una nota – ha attivato
una Task-Force aziendale con il compito di coordinare le azioni da introdurre
per evitare la diffusione dell’epidemia di Coronavirus Covid-19. È importante valutare
la propria esposizione a fattori di rischio contagio dal virus. Per esempio, bisogna
subito contattare il Dipartimento di Prevenzione – Servizio di Igiene e Sanità
Pubblica se:
si è stati in Cina e più specificatamente in luoghi dove si sono registrati
casi di infezione da coronavirus;
si è tornati da meno di 14 giorni oppure si è venuti in contatto con persone
affette da infezione da coronavirus
si presentano sintomi di infezione delle vie respiratorie (i più comuni sono:
febbre, tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie).
Se si rientra in uno di questi casi è importantissimo contattare subito il numero 333 6121101 oppure 335 6121154. I numeri sono attivi h. 24 e forniscono le informazioni necessarie.
Se ci si reca al Pronto Soccorso, ecco cosa fare
La ASL Città di Torino ricorda inoltre che se ci si reca in
Pronto Soccorso per un qualsiasi motivo legato al Coronavirus o se sospetta
un’infezione, si è pregati di:
non stazionare in coda in sala d’attesa;
segnalare subito il fatto in triage;
chiedere e indossare una mascherina;
seguire le indicazioni dell’infermiere di triage.
Altre importanti informazioni sulle procedure di contrasto al Coronavirus Covid-19
Di seguito, troviamo alcune importanti informazioni e documenti (scaricabili) forniti dall’ASL Città di Torino:
– Procedura operativa per la gestione dell’Emergenza Coronavirus – nCoV.
– Indicazioni per la gestione degli studenti di ritorno dalle città a rischio della Cina.
– Norme per isolamento fiduciario.
– Scheda rilevazione temperatura corporea.
Per qualsiasi altra informazione, si può visitare il sito dell’ASL Città di Torino.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS): almeno un anno per avere un vaccino
Il Direttore del Dipartimento Malattia Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in una nota ha ribadito che per avere un vaccino contro il Coronavirus Covid-19 occorrerà almeno un anno.
Questo, il comunicato dell’ISS: È possibile che entro due o tre mesi si abbiano dei candidati vaccini per il nuovo coronavirus pronti per i primi test sull’uomo, ma difficilmente prima di un anno potranno essere impiegati “sul campo”. Lo sottolinea Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Iss, che sta partecipando al meeting convocato dall’Oms oggi e domani a Ginevra dedicato proprio allo sviluppo rapido di terapie, vaccini e test diagnostici per affrontare l’epidemia in corso.
Meno di un anno?
«Meno di un anno è molto improbabile, ci sono dei passaggi necessari per garantire la sicurezza del vaccino, oltre che la sua efficacia – spiega Rezza – Una volta superati i test sugli animali si passa alla fase 1, che serve a verificare, in genere su pochi soggetti sani, che il vaccino non dia effetti collaterali gravi. Poi c’è la fase 2, che valuta la risposta immunitaria, e infine la fase 3 che è quella che determina l’efficacia. In casi di emergenza le agenzie regolatorie potrebbero ‘accontentarsi’ della fase 2 prima di autorizzare l’uso, ma comunque ci sono dei tempi minimi da rispettare. Anche nel caso del vaccino per Ebola, che è stato messo a punto a tempo di record, ci è voluto comunque un anno. Bisognerà anche valutare l’andamento dell’epidemia, per valutare il rapporto costi-benefici di uno sviluppo accelerato».
Al momento ci sono diversi gruppi nel mondo che lavorano a un vaccino. «Allo studio ci sono sia l’utilizzo di virus vettori animali non replicanti, oppure vaccini a RNA e la reverse vaccinology. Negli Usa l’Nih sta lavorando su diverse piattaforme, e sono molto avanti. Ci sono anche ricercatori russi in campo, e naturalmente anche quelli cinesi. Anche l’Italia sta facendo la sua parte, a Pomezia, grazie ad un accordo tra Advent IRBM e Oxford university. In questo caso si utilizza un virus vettore, un adenovirus di scimmia già utilizzato per un vaccino anti Ebola».
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Immagine di copertina rappresentativa. Credit: pixabay – freakwave