Salute
Coronavirus: la Città di Torino cerca di fare chiarezza contro le Fake News che circolano in questi giorni sotto la Mole
Ormai è psicosi Coronavirus, anche a Torino. Per contrastare questa situazione, alimentata anche dalle numerose Fake News che circolano sul web e sui Social, la Città di Torino ha deciso di dire la sua. Ecco come difendersi
Quando accadono cose come l’arrivo inaspettato e preoccupante di un virus minaccioso e mortale, spesso la popolazione inizia a farsi prendere dall’ansia – se non addirittura dal panico. Accade così che si venga a creare una vera e propria psicosi: come quella che sta dilagando nei confronti del Coronavirus e di tutto quello che ha a che fare con la Cina. Questa paura è spesso alimentata da Fake News che iniziano a circolare sul web e sui Social, e che hanno come conseguenza fenomeni di incomprensione e anche intolleranza. Per evitare che la situazione degeneri, anche la Città di Torino ha deciso di dire la sua, cercando di fare chiarezza.
La psicosi da coronavirus
Nei giorni scorsi, e tutt’oggi, a seguito delle notizie che arrivano di continuo sulla situazione in Cina e nel mondo circa la diffusione del Coronavirus, e delle sue vittime, si è scatenato il dilagare di Fake News sui Social media. A regnare, spesso, è la disinformazione che alimenta l’intolleranza e la stessa psicosi. Questo fenomeno è stato definito dall’OMS nel suo report sul coronavirus 2019-nCoV come “Infodemia”, ossia una epidemia di informazioni causata da una sovrabbondanza. Questo eccesso di informazioni, come spesso accade, è causa di confusione circa l’attendibilità.
I Social prendono provvedimenti contro la psicosi da fake news sul Coronavirus
Dopo la constatazione del fenomeno, i principali social media come Facebook, Twitter, Instagram, LinkedIn, Weibo e Pinterest hanno dato il via ad azioni per contenere la diffusione virale della disinformazione. In particolare, Twitter ha dichiarato in un comunicato: «Abbiamo lanciato un nuovo prompt di ricerca dedicato, per garantire che quando si arriva al servizio per informazioni sul #coronavirus si trovino prima informazioni credibili e autorevoli». Questo per far sì che le tendenze, le ricerche e altri servizi della comunità siano protetti da manipolazioni e comportamenti malevoli. In questi giorni, proprio Twitter è utilizzato da scienziati per fare brainstorming e condividere idee che aiutino la ricerca sul coronavirus 2019-nCoV.
In contemporanea, Facebook ha iniziato a utilizzare fact-checker terzi per rivedere contenuti e, nel caso, smascherare false informazioni sul virus. «Inizieremo anche a rimuovere contenuti con false affermazioni o teorie cospirazioniste che sono state segnalate dalle principali organizzazioni sanitarie globali e dalle autorità sanitarie locali che potrebbero causare danni alle persone che ci credono», afferma un comunicato di Facebook. Allo stesso tempo, il Social di Zuckerberg ha intrapreso azioni di coordinamento con le organizzazioni sanitarie e i ricercatori di tutto il mondo per offrire ai suoi utenti informazioni accurate sulla situazione attuale, comprese le indicazioni dell’OMS.
Per quanto riguarda Google, il colosso di Mountain View ha annunciato il lancio di “Alert SOS” in collaborazione con l’OMS in modo da rendere facilmente accessibili le risorse relative al coronavirus.
Infine, TikTok ha applicato sull’App un’etichetta che avverte gli utenti di «verificare i fatti utilizzando fonti affidabili, tra cui l’OMS» quando si cercano parole chiave relative al virus.
Fake News che circolano
In questi giorni hanno iniziato a circolare diverse notizie,
molte delle quali – sempre secondo la Città di Torino – sono delle fake news. Di
seguito, quelle che dovrebbero essere le smentite:
– Il virus non è stato creato in laboratorio;
– Il coronavirus 2019-nCoV non è pericoloso come il colera o la peste;
– Il virus non è stato creato da Big Pharma per vendere i vaccini;
– I migranti che sbarcano in Italia non portano il virus;
– Lettere e pacchi provenienti dalla Cina non sono pericolosi;
– Non bisogna evitare i ristoranti cinesi (e i cittadini asiatici);
– Il virus non passa dagli animali domestici.
Pene pesanti per chi alimenta false notizie
Anche se qualcuno potrebbe definirli un po’ drastici, anche le autorità cinesi hanno preso dei provvedimenti per arginare l’emergenza coronavirus e false notizie. In particolare, l’Alta Corte di Heilongjiang ha decretato che siano inflitti sino a 15 anni di carcere per chi diffonde “voci” sull’epidemia allo scopo di sovvertire l’ordine costituito. Previsti poi fino a sette anni di carcere per chi rifiuta la quarantena e anche la pena di morte per chi venga scoperto a diffondere intenzionalmente il coronavirus.
Qui sotto le FAQ dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per ulteriori approfondimenti (in inglese) e il video di approfondimento (in inglese).
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