Salute
Dieta e microbiota. L’università di Torino cerca volontari per una ricerca
Se partecipi alla ricerca potrai avere gratuitamente l’intero sequenziamento genetico del tuo microbioma. Ecco come partecipare
L’Università degli Studi di Torino sta iniziando uno studio per valutare l’effetto dei componenti della Dieta Mediterranea (MD) (ad esempio fibre, polifenoli, flavonoidi e glucosinolati) sulla struttura e sulle funzioni del microbioma intestinale nei soggetti sovrappeso. La ricerca scientifica, negli ultimi anni, sta facendo molti progressi in fatto di microbiota. Si sospetta, infatti, che quest’ultimo sia correlato a una grande varietà di malattie. Tuttavia, essendo facilmente influenzato anche dall’alimentazione, è possibile migliorare il proprio stato di salute seguendo alcuni accorgimenti. Ecco il motivo per cui ottenere un sequenziamento genetico del microbioma intestinale potrebbe essere d’aiuto nel prevenire patologie a cui siamo predisposti.
Cos’è il microbioma?
Si tende spesso ad associare la parola microbioma con la flora batterica intestinale. E se da un lato è vero, dall’altro sarebbe troppo riduttivo asserire che i batteri che popolano l’intestino sono il nostro microbioma. In realtà il termine si riferisce ai microorganismi simbiotici che vivono in ogni parte del nostro corpo, quindi sulla pelle, nella bocca, nell’intestino… ovunque. Ma la vera sorpresa è che tali batteri buoni superano in numero di gran lunga quello delle cellule umane: si parla infatti di 100 trilioni di microorganismi contro i 10 trilioni di cellule. Da ciò si evince l’impatto che essi hanno sulla nostra salute.
Che differenza c’è tra microbiota e microbioma?
Forse avrete già sentito parlare di questi due termini e, al di là di ciò che sembra, non sono totalmente intercambiabili se non nel linguaggio comune. Ecco la differenza che risiede nelle due parole:
Microbiota: è l’insieme di tutti i microorganismi che vivono in simbiosi con l’uomo.
Microbioma: è l’insieme del patrimonio genetico degli organismi simbiotici e delle sue interazioni.
Lo studio sul microbioma condotto dall’Università degli Studi di Torino
La ricerca condotta dall’Università degli Studi di Torino è uno studio osservazionale finanziato dal MIUR che verrà condotto principalmente su volontari sani sovrappeso con bassa aderenza alla dieta Mediterranea. L’obiettivo è quello di valutare la capacità dell’alimentazione di modificare il microbiota intestinale.
Come partecipare allo studio
Per partecipare allo studio è sufficiente compilare il modulo che trovate a questo indirizzo. Il team di ricerca, coordinato dal Professor Luca Cocolin, dalla Professoressa Simona Bo e dal Dottor Ilario Ferrocino, avrà successivamente cura di contattarvi via mail per confermavi – o meno – l’idoneità allo studio. Il modulo consiste in semplici domande per valutare l’aderenza alla dieta mediterranea dei volontari. Dopo che il soggetto avrà compilato il modulo, perciò, se rientrerà nella casistica che è stata delineata (basso aderenti alla dieta e sovrappeso) verrà contattato dai vari esperti nutrizionisti per essere incluso nel trial (tutto totalmente gratuito) e verranno fornite tutte le spiegazioni.
Cosa include lo studio
Analisi delle abitudini alimentari
Analisi del sangue (generico)
Analisi del microbiota intestinale (sequenziamento genetico 16S rRNA) attraverso
il prelievo delle feci
Massimo 50 volontari per lo studio
Il numero massimo di volontari accettato dal team di studio – composto da 5 persone – è di 50. Al termine del progetto i partecipanti allo studio potranno vedere i risultati ottenuti dal sequenziamento genetico, dalle analisi del sangue, gli effetti del cambio di dieta e ottenere maggior informazioni sul matenimento di un buono stato di salute.
Microbiota, Dna e Geni accessori
Quando parliamo di microbioma ci riferiamo ai batteri che vivono in simbiosi con noi e che ci offrono tutta una serie di patrimonio genetico accessorio. Se da un lato ci è impossibile modificare il DNA innato, dall’altro abbiamo a disposizione – attraverso diversificate popolazioni batteriche – geni che possono permetterci di modificare in bene e in male il nostro stato di salute. Si pensi solo che l’essere umano contiene 20mila geni umani e 20 milioni di geni batterici. Ci sarebbe quasi da chiedersi quanto siamo davvero umani.
Perché abbiamo tutti questi batteri dentro di noi?
E’ una domanda lecita. A prima vista sembriamo più batteri che umani. Purtroppo, però questo è una quesito a cui nessuno può fornire una risposta certa. Secondo alcune teorie, il nostro corpo è un superorganismo composto sia da cellule umane che non umane. Questo potrebbe essere riconducibile, in parte, alla teoria del mondo a RNA la quale ritiene che un tempo alla base della vita ci fosse l’RNA e non il DNA. Quindi una molecola che contenesse adenina, guanina, citosina e uracile al posto della tiamina. Questo – secondo alcune ipotesi – avrebbe potuto originare un mondo transitorio fino ad arrivare alle forme di vita che tutti oggi conosciamo. In tale occasione i batteri primordiali sarebbero riusciti a integrarsi con le cellule animali mediante una sorta di endo-simbiosi, dando vita dapprima agli organelli (cloroplasti e mitocondri) svolgendo poi ruolo di flora batterica. L’albero della vita [1] ci mostra infatti la stretta relazione che esiste tra l’evoluzione primitiva delle cellule batteriche e gli organelli fondamentali alla respirazione che si trovano in cellule vegetali e animali. D’altra parte, il nostro corpo è popolato da molte specie batteriche che fanno parte dell’evoluzione della vita: dai batteri metanogeni dell’intestino agli eucarioti della pelle.
Malattie e microbiota, c’è una relazione?
Se abbiamo più batteri che cellule e più geni batterici che umani, verrebbe spontaneo pensare che questi microorganismi sono parte essenziale per la nostra salute. E, infatti, lo sono. I microbi partecipano alla nostra digestione, alla metabolizzazione di farmaci e vitamine, aiutano le nostre cellule a rinnovarsi e favoriscono il funzionamento del sistema immunitario. Inoltre, sembrano essere correlati allo smaltimento delle cellule cancerogene.
Per ulteriori informazioni circa la relazione tra malattie e microbiota, vi invitiamo a leggere questo articolo.
Correlazione tra ictus, cancro e demenza
Microbiota, steatosi e diabete
Fonti scientifiche
Life 2012, 2(1), 170-212; doi:10.3390/life2010170 Essay Primal Eukaryogenesis: On the Communal Nature of Precellular States, Ancestral to Modern Life Richard Egel Department of Biology, University of Copenhagen Biocenter, Ole Maaløes Vej 5, DK-2200 Copenhagen, Denmark; Tel.: +45-4589-3746; Fax: +45-3532-2128
Mud Pies: Superfood for the Microbiome? John L. Marshall, MD – MedScape
J Nutr Biochem. 2008 Sep;19(9):587-93. Epub 2007 Dec 3. Inhibition of histone-deacetylase activity by short-chain fatty acids and some polyphenol metabolites formed in the colon. Waldecker M, Kautenburger T, Daumann H, Busch C, Schrenk D.
Paola Spinoglio
1 Febbraio 2020 at 16:03
Interessante
Francesca
1 Febbraio 2020 at 17:02
Interessante
Sabrina
2 Febbraio 2020 at 19:57
Interessante proposta
Antonietta
3 Febbraio 2020 at 19:12
Mi intetessa
Francesca CALANDRINO
4 Febbraio 2020 at 0:05
Vorrei partecipare ho sempre avuto problemi di peso grazie
Mirella Viola
8 Febbraio 2020 at 8:54
Ho sempre mal di pancia, mi interessa
paolo piazzano
30 Aprile 2020 at 9:02
Io e mia moglie abbiamo fatto a pagamento l’analisi del nostro microbiota, cercavamo ora esperti a Torino per interpretare i dati e conseguentemente trovare le soluzioni più corrette per regolarizzare la nostra situazione e curare eventualmente le cause di nostri malesseri. Grazie!
Hanane
4 Maggio 2020 at 6:48
Mi interessa
Maura
4 Maggio 2020 at 11:25
Interessante, vorrei partecipare come volontario.
Chiara Mannu bologna
7 Giugno 2020 at 14:06
Molto interessata perche in lotta con malattie autoimmuni