Salute
Rischio ed emergenze radiologiche e nucleari: ecco il Piano della Regione per fronteggiarle
Ecco il Piano regionale per affrontare le emergenze radiologiche e nucleari in Piemonte
La Regione Piemonte si è attivata per predisporre la risposta del sistema sanitario a livello del Piemonte e locale per minimizzare il rischio di contaminazione e limitare la morbosità e la mortalità dovuta a potenziali eventi nucleari attraverso le azioni di sorveglianza sanitaria. Ecco quanto si propone il Piano regionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari, redatto in conformità a quello nazionale.
«Il Piano concorre a definire la struttura organizzativa di coordinamento degli interventi sanitari a livello territoriale in caso di necessità e urgenza individuando le procedure operative per la gestione del flusso delle informazioni e gli interventi prioritari da disporre per ridurre al massimo gli effetti di una eventuale emergenza nucleare sulla salute della popolazione e sull’ambiente», osserva l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi.
In particolare, si tratta di attivare una congrua risposta organizzativa e tecnica al livello dei diversi setting (prevenzione, territorio, strutture residenziali, domicilio, ospedale ecc.); identificare, confermare e descrivere rapidamente casi di patologia, in modo da riconoscere tempestivamente l’evento; ridurre l’impatto sui servizi sanitari e sociali e assicurare il mantenimento dei servizi essenziali; assicurare una adeguata formazione del personale coinvolto nella risposta all’evento; garantire informazioni aggiornate e tempestive per i decisori, gli operatori sanitari, i media e la popolazione; monitorare l’efficienza degli interventi e mantenere sistematicamente adeguato il Piano.
Per assicurare la ricognizione e l’attivazione tempestiva delle risorse disponibili, il Dipartimento della Protezione civile può avvalersi della Centrale remota per l’organizzazione dei soccorsi sanitari, struttura operativa incardinata in Azienda Zero, secondo la catena di comando individuata dal Piano.
In base agli scenari di emergenza ipotizzati, sono previste azioni di risposta delle strutture del sistema sanitario focalizzate sulle informazioni alla popolazione, in modo da evitare sovraffollamenti dei Pronto soccorso dai soggetti a basso rischio. Nel dettaglio, i messaggi riguardano indicazioni per la sicurezza all’interno degli edifici, misure di protezione individuale all’aperto, indicazioni per entrare e uscire dagli edifici, indicazioni sulla gestione degli animali domestici, iodoprofilassi e trattamenti antidotali, piani di maxi-emergenza negli ospedali.
Potenziamento degli impianti di ossigeno medicale
La Giunta regionale ha anche approvato il programma degli interventi per l’installazione di impianti per la produzione di ossigeno medicale, l’ammodernamento delle linee di trasmissione dell’ossigeno ai reparti degli ospedali e il rafforzamento delle misure di sicurezza per il monitoraggio dell’atmosfera sovra ossigenata.
Si inizierà con la realizzazione di progetti di rapida esecuzione, così da avviare un percorso che in prima istanza possa aumentare le portate necessarie ad alimentare i caschi Cpap, i sistemi di ventilazione assistita non invasiva utilizzati per la cura dei pazienti colpiti da Covid-19, oltre che potenziare i sistemi di distribuzione, che comprendono la centrale di alimentazione, la rete di distribuzione e le unità terminali (ovvero i punti di utilizzo) nei vari reparti degli ospedali.
«Al momento – sostiene l’assessore Icardi – le realizzazioni previste verteranno su singoli reparti o parti di essi, consentendo alle Aziende sanitarie di migliorare e riqualificare le linee di trasmissione dell’ossigeno. Le soluzioni proposte sono caratterizzate dall’affidabilità, dall’economicità di gestione e dal contenimento dei consumi energetici».