Salute
Il parto prematuro del Covid a Torino si merita un premio
Una mamma positiva al Covid partorisce con successo due gemelli, nati prematuri per insufficienza fetale, all’ospedale Sant’Anna di Torino
Gli eventi più toccanti e rappresentativi premiati all’ospedale Sant’Anna di Torino in prima linea nell’emergenza Coronavirus. Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, assegna il riconoscimento “Donne e Covid-19” a tre operatrici sanitarie dell’ospedale Sant’Anna di Torino che si sono particolarmente distinte per l’assistenza e la cura ai pazienti durante l’emergenza pandemica.
Il premio
A consegnare il premio è stato Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno, testimone e simbolo del prezioso lavoro di molte di loro, in occasione della presentazione del IV Congresso Nazionale della Fondazione. Sono dunque tre, su 206, le donne dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino premiate ieri da Fondazione Onda a Palazzo Lombardia sede della Regione Lombardia, in occasione della presentazione del IV Congresso Nazionale della Fondazione, per l’impegno in prima linea nella gestione dell’epidemia di Sars-Cov2. Le premiate sono Rita Musso (Coordinatrice infermieristica Pre-triage), Tiziana Adamo (Coordinatrice ostetrica Sala Parto) e Giuseppina Poppa (Coordinatrice ostetrica Pronto soccorso).
Gli eventi e il parto prematuro “del Covid”
Gli episodi in evidenza sono molti ma quello che maggiormente ha colpito dal punto di vista umano, oltre che clinico e assistenziale, è stato quello di una neomamma con gravidanza gemellare alla 28^ settimana, ricoverata per problemi legati alla gravidanza. La signora, a seguito del peggioramento della sintomatologia, si era recata presso il Pre-triage e successivamente al Pronto Soccorso, che ne hanno determinato il ricovero, in quanto è risultata positiva al Covid. Ciò ha determinato l’immediata messa in atto del protocollo di emergenza e trasferimento al reparto Covid. La situazione e l’evoluzione clinica sono state positive sia dal punto di vista materno sia neonatale, anche se si è dovuto anticipare il parto per un’insufficienza fetale.
Una degenza meno “solitaria”
L’intera équipe e in particolare le operatrici si sono adoperate per accogliere in sicurezza, trasmettendo tranquillità e serenità in un momento di isolamento emergenziale e hanno reso l’evoluzione della patologia correlata alla gravidanza meno gravosa, rendendo la degenza meno solitaria. Sono state utilizzate strategie tecnologiche, come videochiamate, per avere una comunicazione con i propri familiari, in particolare con il neopapà, rendendolo sempre partecipe durante il ricovero.
Trasmettere umanità e gioia
Nonostante l’uso da parte dell’équipe di dispositivi di protezione individuale, che lasciavano intravedere poco dei loro visi e mani, trascorrendo ore in abiti poco confortevoli, hanno trasmesso umanità e gioia. Non ultimo, ma di fondamentale importanza, il poter mantenere il puerperio fisiologico e l’allattamento dei due gemelli in completa naturalezza, garantendo un ambiente sicuro e confortevole anche con la presenza di un’infezione altamente trasmissibile.
Attimi di umanità ed empatia
Insomma, all’ospedale Sant’Anna si è riusciti a salvaguardare l’aspetto di umanizzazione della nascita e a dare una valenza positiva all’esperienza del nascere nell’emergenza Covid, garantendo al padre la presenza alla nascita, quando invece l’accesso dei caregivers era negato nella maggior parte degli ospedali, dimostrando disponibilità ed attitudini di umanità ed empatia. È stata garantita la stesura di protocolli clinico assistenziali e igienico organizzativi differenziati per la gravida, dal pre-triage al pronto soccorso sino ai reparti e alla sala parto.
Inoltre, è stata garantita l’accoglienza, in qualità di Hub, di tutte le donne in gravidanza inviate da altri punti nascita per complessità di gestione, garantendone la presa in carico e tutelando il percorso nascita con notevole aumento dei carichi di lavoro rispetto ad analogo periodo dell’anno precedente.
Le diverse figure sanitarie e il premio
Medico, infermiera, ostetrica, tecnico di laboratorio, psicologa sono alcune tra le figure sanitarie a ricevere il riconoscimento “Donne e Covid-19”: «Un’opportunità per ringraziare tutte le donne che hanno avuto un ruolo chiave nella gestione di questa emergenza sanitaria distinguendosi per il loro essenziale contributo – commenta Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda – I lunghi mesi dell’emergenza sanitaria hanno visto il personale degli ospedali con i Bollini Rosa in prima linea nella gestione della pandemia, molte lavoratrici hanno dovuto isolarsi dagli affetti più cari: anche la loro salute mentale è stata messa a dura prova».
Il paziente numero 1
A consegnare il riconoscimento, Mattia Maestri, il paziente di Codogno che in prima persona testimonia l’impegno incessante e la dedizione riservata ai pazienti durante l’emergenza: «La prima cosa che mi viene in mente è semplice, forse scontata, ed è quella di dire “grazie” e non basterebbero pagine e pagine per ringraziarvi tutti e nel modo giusto».
Storie di resistenza e tenacia
Le assegnazioni sono state decise da un Comitato composto da medici e da esperti di settore sulla base delle segnalazioni ricevute dagli ospedali Bollini Rosa. Storie di resistenza e tenacia si sono affiancate a storie di sensibilità e umanità. In un periodo così carico di lavoro, soprattutto i piccoli gesti hanno fatto la differenza. Le videochiamate hanno avuto un ruolo determinante nel periodo di isolamento: per molto tempo sono state l’unico mezzo di interazione con i propri cari, che hanno potuto trasmettere tutto il calore umano a chi era ricoverato e ricevere dai medici costanti informazioni sul loro stato di salute.
«L’attestato di “Donne e Covid19” ha un valore iconico per il presente perché esprime la riconoscenza alle donne che, ancora una volta, hanno dimostrato una capacità di servizio che integra la loro professionalità con l’espressione dei valori di altruismo. Per il futuro attesta una garanzia per il Sistema Sanitario nazionale», afferma Giorgio Fiorentini, Docente Senior Area pubblica Amministrazione Sanità e Non profit, Uni Bocconi, Presidente Associazione Sottovoce.
Le premiate hanno ricevuto anche le immagini fotografiche delle opere dei tre writers che hanno aderito all’iniziativa: Austin Fowler (https://austinzart.com/), Laika (https://laika1954.com/) e Cheone (Cosimo Caiffa), tramite l’associazione UNISONO APS, Spazio Baluardo di Milano. Dall’Italia agli Stati Uniti, alla Cina gli artisti hanno lanciato nuovi messaggi celebrando il lavoro del personale sanitario e invitando gli abitanti delle città a non uscire di casa dipingendo mascherine e divieti.