Salute
Nuovi focolai del virus in Italia: dobbiamo aspettarceli anche a Torino?
I nuovi focolai di coronavirus in Italia destano preoccupazione. Il virologo Crisanti: «non erano inattesi», e questo significa che «qualcuno la malattia la trasmette. L’Italia non ne è uscita». Torneremo al lockdown? Anche a Torino?
Lo scoppio di nuovi focolai, come quelli in Emilia-Romagna, Liguria e Campania fanno temere il ritorno del virus, dell’epidemia e, di conseguenza, del tanto “odiato” lockdown. Ma è soltanto un fuoco fatuo o dobbiamo temere un incremento dei contagi anche in Piemonte e Torino? Al momento, come comprensibile, non ci è dato di saperlo. Tuttavia, c’è qualcosa che si può fare per cercare di evitare nuovi focolai: fare attenzione, essere responsabili e non creare situazioni in cui il virus si possa diffondere. Per cui usare sempre i dispositivi di protezione individuale (DPI), non creare assembramenti e così via. Ma, come sappiamo, non tutti rispettano queste indicazioni (lo testimoniano i cittadini stessi) e queste situazioni possono mettere tutti a rischio.
Il virologo Crisanti: il virus non se n’è andato
Dopo l’annuncio dei nuovi focolai di Coronavirus Covid 19 in Italia, il direttore di microbiologia dell’Università di Padova Andrea Crisanti ha fatto il punto sull’attuale situazione in Italia. In un’intervista a Repubblica, ha spiegato che il quadro che si presenta oggi non è inatteso. Anzi, rientra nello scenario già previsto. «Ci aspettavamo di avere a che fare, passata l’ondata principale della pandemia, con questi focolai – ha sottolineato il prof. Crisanti – Del resto il virus non se ne è andato. […] C’è il rischio di nuove chiusure». E se si continuano a registrare nuovi casi, significa che «qualcuno la malattia la trasmette». Già!
La questione asintomatici
La questione asintomatici è sempre aperta e continua a far discutere anche gli esperti, i quali sono divisi: c’è chi sostiene che difficilmente trasmettano il virus e chi invece ha fatto notare che lo diffondono addirittura sugli oggetti, ha commentato Crisanti. «Poi se ci sono persone che si ammalano e hanno i sintomi – ha avvertito l’esperto – trasmettono ancora di più. Non capisco proprio come certi colleghi abbiano potuto fare affermazioni fuorvianti e non coerenti con le stesse direttive del ministero alla Sanità sul tema degli asintomatici. Si sono presi una grave responsabilità».
L’avvertimento del ministro della Salute Roberto Speranza
Il ministro della Salute Roberto Speranza commenta e avverte, i «piccoli focolai segnalati nelle ultime ore ci dicono che la battaglia non è ancora vinta e che serve gradualità e prudenza nelle prossime settimane». In sostanza, non dobbiamo cantare vittoria e, come detto, cercare di salvaguardare il più possibile la nostra e l’altrui salute con comportamenti responsabili. Solo così, forse, potremo proteggerci da una nuova epidemia – anche a Torino. Perché, come ormai la storia insegna, il virus fa presto a “migrare” da una Regione all’altra e lui non rispetta le misure di contenimento o le leggi dei Governi.
Immagine di copertina credit: pixabay-ivabalk