Salute
Ora legale: stanotte lancette avanti di un’ora. Si rischiano depressione, infarto e ictus
Il cambio dell’ora aumenta il rischio di avere un infarto o un ictus e pure la depressione. Vale la pena per un’ora di luce in più?
Stanotte 31 marzo 2019, alle ore 3:00 le lancette dell’orologio dovranno essere spostate avanti di un’ora. Questo nonostante la stragrande maggioranza dei cittadini europei (l’84%) abbia espresso un parere contrario. L’ora legale, infatti, rimarrà in vigore fino al 2021, anno in cui, poi, ogni nazione dovrà decidere per sé.
Ecco cosa rischi con l’ora legale
Secondo diversi studi il cambio dell’ora ha effetti pesanti sull’organismo umano. D’altronde, senza bisogno di scomodare gli scienziati, basta usare il buonsenso per comprendere come un qualcosa che va contro natura non possa avere effetti benefici.
Il rischio di infarto con l’ora legale
Ma per chi, invece, ha necessità di avere conferme scientifiche, basterà citare uno studio condotto dall’Università del Michigan che afferma come il lunedì successivo al cambio dell’ora, in concomitanza con la primavera, si verifichi un aumento del 25% dei casi di infarto.
Il rischio di ictus con l’ora legale
Non solo l’ora legale aumenterebbe il rischio di infarto, ma anche di ictus. Uno studio dell’Università di Turku in Finlandia, presentato al congresso dell’American Academy of Neurology nel 2016, riporta come gli eventi ischemici, o ictus, aumentano dall’8% al 25% nei due giorni successivi al cambio dell’ora.
Il rischio di depressione con l’ora legale
Infine, ciliegina sulla torta, il cambio dell’ora aumenta il rischio di ammalarsi di depressione. Secondo lo psichiatra Michele Cucchi, Direttore Sanitario del Centro Medico Santagostino di Milano, «le attività ormonali e cerebrali che regolano il sonno e le malattie dell’umore sono contraddistinte da una ritmicità periodica, determinata dal susseguirsi dei giorni, delle stagioni e degli anni. A dimostrare questo processo esistono molte teorie derivate da evidenze scientifiche, che indicano la depressione come malattia tipica dei ritmi biologici. L’alterazione dei fenomeni ciclici interviene sui meccanismi che generano la sindrome depressiva, fatta infatti non solo di male di vivere, pessimismo, sensi di colpa e apatia ma anche di sintomi più fisici più intuitivamente riconducibili ai ritmi circadiani come insonnia e inappetenza, con un’oscillazione della gravità della sintomatologia nel corso della giornata. Questi disagi – conclude lo psichiatra – sono riconducibili alle variazioni della quantità di luce che assorbiamo nell’arco di una giornata».
Tu cosa ne pensi?
Vale dunque la pena morire o ammalarsi per un’ora di luce in più? Diteci la vostra opinione o pubblicate le vostre esperienze con il modulo che trovate qui sotto.
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