Salute
Pazienti con edema maculare diabetico: non interrompete le cure. A Torino il Centro salva-vista
Gli esperti della Clinica Oculistica universitaria della Città della Salute di Torino avvertono: i pazienti con edema maculare diabetico non devono interrompere le cure. Grazie alla telemedicina e all’Intelligenza Artificiale il Centro specialistico dedicato e terapie salva-vista efficaci
TORINO – Anche se c’è una pandemia in corso, i pazienti con edema maculare diabetico non devono interrompere le cure. Per gli oltre 300mila diabetici in Piemonte l’edema maculare diabetico può essere la principale causa di grave perdita visiva fino alla cecità, ma la paura del Covid rischia di tenere i pazienti lontani dagli ospedali
Perché non interrompere le cure
I pazienti diabetici con retinopatia diabetica ed edema maculare non dovrebbero interrompere il loro percorso terapeutico per timore del Covid-19. A Torino il centro maculopatie della Clinica universitaria della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Michele Reibaldi) oggi consente di valutare e trattare i pazienti con complicanze oculari secondarie a diabete attraverso percorsi dedicati che consentono di ridurre i tempi di attesa altrimenti troppo lunghi per garantire dei risultati ottimali. Inoltre, è stato avviato un percorso specifico per accedere alle terapie intravitreali, che danno dei risultati a lungo termine, consentendo di ridurre il numero di somministrazioni e quindi gli accessi in ospedale e i rischi correlati. Se invece vengono interrotte le cure, il vero rischio è quello di perdere i benefici della terapia, causando una ripresa della maculopatia, in alcuni casi irreversibile.
L’edema maculare in Piemonte
In Piemonte le persone con diabete sono circa 300mila, di cui oltre 20mila soffrono di edema maculare diabetico. Offuscamento della visione centrale, visione deformata, difficoltà nella percezione dei colori e, in alcuni casi, riduzione della visione notturna: sono questi i principali sintomi di questa complicanza del diabete che, se non controllata, nel lungo periodo può provocare danni gravi e irreversibili alla retina, mettendo a rischio la vista e la qualità di vita di questi pazienti.
Grave perdita visiva
«L’edema maculare diabetico è la principale causa di grave perdita visiva nei pazienti diabetici – dichiara Michele Reibaldi, Direttore della Clinica Oculistica della Città della Salute e Professore Ordinario di Oftalmologia dell’Università di Torino – Un elemento chiave nella gestione delle complicanze oculari del paziente affetto da diabete è lo screening. Ogni paziente diabetico dovrebbe sottoporsi frequentemente a controlli della retina per diagnosticare un’eventuale retinopatia diabetica e intervenire tempestivamente».
Risultati migliori
È importante intervenire per tempo, sottolinea Reibaldi, «perché qualsiasi tipo di trattamento eseguito prima che si siano instaurati danni irreversibili a carico della retina, produce risultati nettamente migliori. Presso il Centro di maculopatie della Città della Salute di Torino è possibile ricevere la terapia adeguata o fare un accertamento diagnostico, attraverso specifici percorsi dedicati. A differenza di altre realtà, la paura dell’infezione da Covid-19 non ha spinto le persone a rinunciare alle visite o interrompere le cure che, anzi, durante questa seconda ondata sono notevolmente aumentate, probabilmente anche in relazione all’impossibilità di altre strutture di seguire questi pazienti».
Le terapie
Le persone affette da questa patologia sono generalmente sottoposte a terapie continuative che prevedono una periodicità definita. Si tratta di iniezioni intravitreali ripetute nel tempo – vale a dire con un farmaco iniettato direttamente all’interno dell’occhio mediante una procedura che deve essere necessariamente eseguita in ambiente ospedaliero – che consentono non solo di prevenire la perdita della vista, ma anche in una buona percentuale di casi, di ottenere un miglioramento della capacità visiva.
Essere seguiti da oftalmologi dedicati
«È imperativo che questi pazienti siano seguiti da oftalmologi dedicati presso Centri di riferimento per questa patologia che garantiscano competenze e continuità assistenziale – spiega il professor Reibaldi – Oggi sono disponibili farmaci estremamente efficaci: alcuni con necessità di trattamento più frequente; altri come il desametasone intravitrerale, che richiedono un numero di somministrazioni inferiore, grazie a una tecnologia innovativa che permette un rilascio prolungato nel tempo del principio farmacologico. Questo si traduce in un duplice vantaggio per il paziente e per il centro: grazie a un’azione di lunga durata e a un minor numero di visite, diminuiscono gli accessi al Centro, ma soprattutto diminuisce il disagio per questi pazienti nel sottoporsi a frequenti visite e trattamenti».
Conta la sinergia
Per una migliore gestione delle patologie visive correlate al diabete è importante attivare una stretta collaborazione e sinergia tra oftalmologo e diabetologo per facilitare lo scambio di informazioni e dati clinici e per poter attivare un appropriato piano di trattamento. «Le due parole chiave credo siano screening e tempestività – sottolinea Reibaldi – perché solo uno screening adeguato può tradursi in trattamenti tempestivi ed efficaci. Proprio in questi giorni stiamo attivando, in collaborazione con il Centro di Endocrinologia, Diabetologia e Metabolismo della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Ezio Ghigo) e insieme al professor Fabio Broglio (Coordinatore del Centro Unificato di Diabetologia e Malattie del Metabolismo), un progetto di Telemedicina associata a Intelligenza Artificiale che consentirà di eseguire la valutazione del fondo oculare a tutti i pazienti diabetici visitati presso il Centro di diabetologia tramite una piattaforma online».
Individuare i pazienti più gravi
«Inoltre – conclude il prof. Reibaldi – grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale che sfruttando particolari algoritmi può individuare i pazienti che hanno un determinato grado di severità malattia, quindi necessitano di un urgente controllo da parte dello specialista, o quelli che hanno la patologia a uno stadio iniziale e quindi possono continuare a effettuare controlli mediante le fotografie del fondo oculare, saremo potenzialmente in grado di diagnosticare l’edema maculare in meno tempo in più soggetti affetti da diabete, velocizzando e migliorando infine i risultati delle nostre terapie ma soprattutto la qualità di vita dei nostri pazienti».