Salute
Rischio contagi? Gli esami clinici ora si fanno a casa
Dopo gli ospedali di Chivasso, Rivoli e Asti, anche a Torino gli esami clinici si faranno a casa propria. È il caso della radiologia domiciliare che parte dall’ospedale Martini. Tutte le info
TORINO – Seguire le persone più fragili a casa, prevenire i contagi e alleggerire così la pressione sugli ospedali dovuta all’epidemia Covid, ma anche a ricoveri spesso non necessari: con questi obiettivi parte su tutto il territorio cittadino a Torino il progetto di radiologia domiciliare (per ora è attivo solo per i pazienti dell’Asl Città della Salute).
Si parte dall’Ospedale Martini
Il nuovo servizio a domicilio partirà dall’ospedale Martini: i tecnici di radiologia già dalla prossima settimana – è atteso a breve il via libera della Fisica Sanitaria – andranno nelle RSA e nelle abitazioni per eseguire le radiografie.
Già attiva in Piemonte
La radiologia domiciliare è già attiva a Chivasso, Rivoli e Asti. Per il Piemonte l’obiettivo è creare un coordinamento regionale per raggiungere 10mila persone all’anno. «Partiamo dalle Rsa perché durante l’epidemia sono state molto colpite. Facciamo assistenza sul posto, isoliamo i casi sospetti e trasferiamo in ospedale solo chi ha davvero bisogno», spiega il coordinatore di radiologia del Martini, Danilo Sorrentino, che è anche presidente della Commissione d’albo dei tecnici di radiologia medica di Torino, Aosta, Alessandria e Asti.
Attrezzature moderne
«Abbiamo modem portatili collegati con l’ospedale dove arrivano in diretta le immagini: il medico le guarda e scrive il referto – aggiunge Sorrentino – Se si riscontra un problema grave si avvisa il medico di base nel caso di un privato, il medico responsabile in una Rsa. L’attrezzatura, che costa intorno ai 50mila, è stata donata dalla Fondazione Specchio dei Tempi. È anche un’opportunità di lavoro: sono già partite le assunzioni di tecnici di radiologia, saranno dieci per un anno. Infine, Sorrentino ricorda «il gran lavoro svolto in questi mesi dai tecnici di radiologia, spesso dimenticati dall’opinione pubblica».
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