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Torino, rivolta dei genitori contro le analisi del Comune sui pasti “da casa” nelle scuole

Dopo la rivolta dei genitori, rimandato il test dell’Università e del Comune di Torino sui pasti preparati a casa per gli alunni delle scuole di Torino

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Dovevano arrivare lunedì 1° aprile nelle scuole, gli esperti dell’Università. E non era un pesce d’aprile. Ma doveva essere un “blitz” organizzato dal Comune per analizzare i piatti serviti ai bambini, sia quelli preparati dalle aziende preposte che quelli portati da casa o preparati dai genitori stessi. Ma è tutto stato rimandato dopo la rivolta dei genitori.

Evitare le polemiche

Il Comune di Torino fa sapere che, proprio per evitare polemiche, l’esordio del controllo alimentare è stato rinviato. Pertanto, le 21 scuole prescelte per ora sono “salve”. Tuttavia, i timori dei genitori degli alunni restano, e non è detto che non vi sia un’altra opposizione al test – specie da coloro che ogni giorno preparano a casa il pasto per i propri figli.

Criminalizzare?

Alcuni genitori, tra i più contrari all’iniziativa, hanno detto che in questo modo vogliono criminalizzarli. Forse il timore è che, in qualche modo, gli esami condotti dagli esperti dell’Università possano evidenziare qualche carenza o problema di sicurezza e igiene. Ma non solo. Infatti, un post pubblicato sulla pagina Facebook di “Caro Mensa” metteva in risalto diversi dubbi sull’iniziativa, non lesinando sulle critiche. Le perplessità erano non solo dirette agli obiettivi dell’iniziativa, ma anche alle modalità con cui verrebbero eseguite le verifiche, come quelle indirizzate al controllo della temperatura dei cibi fatta con termometro a infrarossi.

La levata di scudi

Molti genitori di alunni delle scuole coinvolte ha subito levato gli scudi, e si dicono pronti a diffidare e presentare tutti gli esposti del caso nei confronti di chiunque metta le mani nei piatti dei bambini. Ma dal Comune arriva la replica, affermando che l’obiettivo è un’occasione per condurre una ricerca scientifica sulla situazione dei pasti a scuola. Dunque, nessuna criminalizzazione del pasto domestico – anche perché, alla fine, potrebbe emergere che proprio questo è migliore. I genitori che fanno le cose per bene, non dovrebbero pertanto avere nulla da temere. Sarà così?

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